SI SGONFIA IL BLUFF DI RENZI: A FEBBRAIO CONTRATTI STABILI – 33%
FINISCE IL DOPING DEGLI SGRAVI FISCALI E CALANO LE ASSUNZIONI… IL TOTALE DEI NUOVI CONTRATTI ATTIVATI E’ CALATO DEL 12% RISPETTO A UN ANNO FA
Dimezzati gli sgravi contributivi, calano ancora le assunzioni in Italia.
Lo rende noto l’Osservatorio sul precariato dell’Inps, che a febbraio 2016 registra una flessione dei nuovi contratti attivati pari al 12% rispetto a un anno fa.
In particolare, l’istituto di previdenza segnala come “questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato“: in questo caso, il crollo arriva a quota -33%.
La tendenza ha il sapore di una conferma: già a gennaio, il numero delle attivazioni era drasticamente calato nel confronto con il 2015, anche in quel caso trascinato verso il basso dal calo dei contratti a tempo indeterminato, giù del 34%.
Questo nel comunicato diffuso martedì, ma la nota di marzo, riferita al primo mese dell’anno, parlava di un calo superiore: il 39,5%.
L’istituto di previdenza ha rivisto il dato delle assunzioni a gennaio, che passa da 106mila a 118mila perchè, spiega l’Inps a ilfattoquotidiano.it, nel frattempo sono pervenute ulteriori denunce.
E se si contano anche i contratti cessati, i nuovi rapporti indeterminati risultano inferiori non solo al 2015, ma anche al 2014.
Intanto, non accenna a diminuire l’exploit dei voucher, i buoni per pagare le prestazioni occasionali di lavoro, che nel primo bimestre 2016 segnano un balzo del 45% rispetto al 2015.
Insomma, le imprese sembrano essere state maggiormente attratte dall’incentivo, anzichè dal cambio di regole previsto dal Jobs act, come sostenuto a più riprese dal premier Matteo Renzi.
Secondo i dati Inps, a febbraio si sono contate 341mila assunzioni, con un calo di 48mila unità (—12%) sul febbraio 2015.
Ma a trascinare verso il basso questo dato sono stati i 46mila rapporti di lavoro in meno registrati nei contratti a tempo indeterminato, che corrispondono al -33% sul febbraio 2015.
Al netto dei contratti cessati, a febbraio si è registrata una flessione di circa 29mila unità .
La tendenza al segno meno si era già registrata a gennaio, quando il numero complessivo di assunzioni era sceso del 17%, mentre i nuovi rapporti stabili erano calati del 34%.
Anche il flusso di trasformazioni a tempo indeterminato è in forte contrazione, in picchiata del 50%.
C’è poco da stupirsi, se si considera che il generoso esonero contributivo per le assunzioni del 2015 è stato più che dimezzato con il nuovo anno. Lo stesso istituto riconosce che “i flussi di rapporti di lavoro nei primi due mesi del 2016 risentono dell’effetto anticipo legato al fatto che dicembre 2015 era l’ultimo mese per usufruire dell’esonero contributivo triennale”.
Il paragone è impietoso non solo nei confronti del 2015, anno della decontribuzione, ma anche rispetto al 2014.
Nel primo bimestre di quest’anno, infatti, la variazione netta dei contratti stabili, cioè la differenza tra attivazioni e cessazioni, si attesta a quota 37mila.
Si tratta di un valore inferiore rispetto al boom del 2015, quando ha toccato quota 143mila: rispetto all’anno scorso si è registrata una contrazione pari al 74%, come fa notare Mario Seminerio sul blog Phastidio.net.
Ma il dato si attesta anche sotto il livello del 2014, periodo che ha visto l’avvicendamento tra i governi Letta e Renzi, quando la cifra arrivava a 87mila unità . Non a caso, è calata anche l’incidenza dei contratti stabili sul totale dei rapporto di lavoro: a gennaio-febbraio 2014 il 37,5% dei contratti erano a tempo indeterminato, mentre nel 2016 questo rapporto è caduto al 33,8%.
E mentre calano le assunzioni stabili, non si ferma l’avanzata dei voucher. Per quanto riguarda i buoni lavoro, nel primo bimestre 2016 sono stati venduti 19,6 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo bimestre 2015, pari al +45%. Nel solo 2015, sono stati venduti 115 milioni di tagliandi, non a caso definiti “la nuova frontiera del precariato” dal presidente Inps Tito Boeri.
(da agenzie)
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