DE FALCO (M5S) ATTACCA DI MAIO E SALVINI: “CHIUDERE I PORTI E’ UN ERRORE”
“SBAGLIATO AVER CACCIATO LE ONG, DOVREMMO FARCI CARICO DI QUESTA TRAGEDIA COME OBBLIGO MORALE”… IN EFFETTI PIU’ CHE CHIUDERE I PORTI DOVREMMO APRIRE LE PORTE DELLE GALERE AI POLITICI RAZZISTI
La linea dei vertici M5s (dove ovviamente non è vero che uno vale uno ma c’è chi comanda e chi obbedisce) è quella di restare aggrappati alla poltrona ingoiando di tutto e andando contro la loro stessa storia, a cominciare dal’assecondare le vergognose azioni razziste di Salvini.
Ma i malumori non mancano.
E adesso, anche se con qualche cautela e molta diplomazia, è arrivato il turno del comandante De Falco che si è detto d’accordo con monsignor Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, che si è detto contrario a un decreto unico che associa i migranti con la sicurezza
“Ha ragione. L’associazione è suggestiva, ma la sicurezza è una questione che investe il tessuto sociale italiano. Io penserei, per esempio, a incrementare l’attenzione delle forze dell’ordine per le ‘stese’ di Napoli. La questione della sicurezza non nasce con l’immigrazione. Semmai trova alimento dall’irregolarità ”
Lo ha detto Gregorio De Falco, comandante della Marina e deputato M5S, in un’intervista al Corriere della Sera in cui si dice “molto perplesso per l’ipotesi di eliminare la protezione umanitaria. Bisogna ponderare bene questa misura, perchè si tratta di un diritto universale. Ma nel dl ci sono anche aspetti positivi”
“Dobbiamo, oltre che salvare la gente in mare, riaprire i canali di accesso, corridoi umanitari per ridurre la pressione. È inutile costruire dighe. Se la pentola è troppo sotto pressione, prima o poi esploderà “, evidenzia De Falco, secondo cui “l’immigrazione è un fatto importante anche per l’economia”, visto l’invecchiamento del Paese.
Per De Falco “chiudere i porti è un’antinomia. I porti sono porte d’ingresso: non ha senso chiuderle. Serve la massima apertura alle persone, integrandole, e alle cose”
Sulle Ong, “quando il fenomeno immigrazione aumentò, nel 2013, l’Italia mise in campo l’operazione Mare Nostrum. Poi fu interrotta e le navi della Marina militare furono sostituite dalle Ong. Il fatto che ora non ci siano più è un problema. A meno che non se ne faccia carico un’organizzazione statale o, meglio ancora, sovranazionale. Tutti noi – conclude – dovremmo farci carico di questa tragedia. Non c’è un obbligo giuridico, ma c’è una grande responsabilità morale”.
(da agenzie)
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