IL GOVERNO APPROVA IL SEDICENTE “DECRETO SICUREZZA” CHE VIOLA LA COSTITUZIONE
QUALCUNO VUOLE I CAMPI DI CONCENTRAMENTO, MA NORIMBERGA INSEGNA…VOCI DI DISSENSO ANCHE NEL M5S, ESULTANO I NAZISTELLI, MATTARELLA PRONTO A BOCCIARE LE NORME INCOSTITUZIONALI
Stretta sulla concessione della protezione umanitaria. Via la cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo internazionale. Sospensione della domanda di asilo in caso di pericolosità sociale e condanna in primo grado. Sistema Sprar limitato ai beneficiari di protezione internazionale e a minori non accompagnati.
Sono i punti principali del sedicente decreto immigrazione e sicurezza, ribattezzato di Salvini, licenziato dal Consiglio dei ministri.
“La protezione umanitaria è stata normata con la previsione di 6 fattispecie specifiche“, ha spiegato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e sarà concesso solo alle vittime di grave sfruttamento lavorativo, vittime di violenza domestica, tratta, calamità naturali, cure mediche, e ai protagonisti di atti di particolare valore civile.
In Italia viene concessa nel 21% dei casi.
Alla luce del decreto “la richiesta di asilo verrà sospesa nel caso in cui il richiedente venga preso a spacciare droga e se ritenuto pericoloso dall’autorità giudiziaria finisce in un Cpr (Centro per il rimpatrio, ndr) per l’espulsione”.
Allo stesso modo la domanda verrà sospesa e rischia di finire in un Cpr il richiedente condannato in primo grado per un reato minore. “Questa è stata una delle mediazioni”, ha spiegato Salvini.
Si allunga la permanenza nei centri per i rimpatri, nei quali lo straniero candidato all’espulsione potrà essere trattenuto fino a 180 giorni.
Uno degli aspetti piu’ gravi è il ridimensionamento del programma Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), costituito da centri molto piccoli e posto sotto l’egida dei Comuni: se fino a oggi era destinato anche all’accoglienza dei richiedenti asilo, in base al decreto sarà limitato a chi ha già ricevuto la protezione internazionale e ai minori non accompagnati.
Sul contenuto del testo (e sulla scelta di agire per decreto) nei giorni scorsi alcune ricostruzioni avevano parlato di dubbi di costituzionalità espressi dal Quirinale, ma Conte ostenta sicurezza: “Quando c’è un decreto legge, cortesia vuole che si anticipino al Quirinale contenuti e testo dei decreti, ed è stato fatto anche in questo caso — ha detto il capo del governo — c’è stata già un’interlocuzione. Non voglio tirare per la giacca il presidente della Repubblica: avrà tutto l’agio di fare tutti i rilievi che desidera”.
De Falco: “Perplesso sulla protezione umanitaria”
Al di là della soddisfazione del ministro dell’Interno, il provvedimento ha avuto una gestazione complessa e si è prestato a una lunga discussione all’interno della maggioranza.
Il vicepremier, Luigi Di Maio, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha sottolineato che nello schema di legge “ci sono alcuni punti che non sono nel contratto di governo, li discuteremo in Parlamento“.
I malumori dentro i 5 stelle ci sono, tanto che il senatore M5s Gregorio De Falco, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto: “Sono molto perplesso riguardo alla protezione umanitaria. Si tratta di un diritto universale“.
Domenica 23 settembre era stato il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, a sottolineare come “sembra strano che si parli di immigrati all’interno del decreto sicurezza”: “Inserirlo lì dentro — ha detto a Tgcom24 — significa giudicare già l’immigrato per una sua condizione, per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere. È un brutto segnale sul piano culturale, perchè si tratta di un tema sociale che va affrontato nel rispetto della legalità ma non possiamo considerare la condizione degli immigrati come una condizione di delinquenza“.
Dalle sue parole è partito il ragionamento del senatore pentastellato De Falco: “Sono molto perplesso, ho molti dubbi — ha detto al Corsera sottolineando che alcune cose del lo trovano d’accordo — L’associazione migranti-sicurezza è suggestiva“.
E, come Di Maio, mette al centro il ruolo del Parlamento: “Se ci sono aspetti che urtano la nostra sensibilità , li cambierà ”.
Dubbi sulla decretazione d’urgenza
Prima dei punti più discussi del testo sono stati espressi dubbi riguardo l’uso del decreto legge, giustificato solitamente solo da necessità e urgenza: sotto questo profilo il testo è stato limato. Poi ci sono i contenuti.
Sui migranti, l’aspetto che sta sollevando più polemiche è lo stop ai permessi di soggiorno per motivi umanitari sostituiti con permessi per meriti civili o cure mediche.
Ci sono poi il raddoppio da 3 a 6 mesi dei tempi di trattenimento nei Centri per i rimpatri, l’aumento dei reati per cui si revoca lo status di rifugiato (si va dalla violenza sessuale alla rapina, dalla violenza a pubblico ufficiale al traffico di droga) e i progetti di integrazione sociali riservati a titolari di protezione e minori non accompagnati, per citare alcuni punti.
Oltre a una revisione degli Sprar, il sistema dell’accoglienza diffusa gestito dai Comuni, e al raddoppio dei tempi (da 2 a 4 anni) della concessione della cittadinanza per matrimonio e per residenza.
L’esito, secondo diversi esperti, è una sostanziale attenuazione dei diritti che contrasta con le tutele previste dalla Costituzione e dalla Consulta, che più volte ha ribadito che i diritti riguardano tutti.
La tenuta costituzionale è fondamentale perchè il Quirinale possa firmare.
Mercoledì, alla vigilia del Consiglio dei ministri poi rinviato, il presidente della Consulta Giorgio Lattanzi è andato dal capo dello Stato Sergio Mattarella per presentare un progetto sulle carceri.
La Corte ha poi diffuso una nota in cui si legge che la Costituzione è “garanzia di legalità per tutti i detenuti, cittadini o stranieri, immigrati regolari o irregolari” ed è uno “scudo nei confronti dei poteri dello Stato, che neppure il legislatore con le sue mutevoli maggioranze può violare”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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