DE LUCA IMBARCA TUTTI, COMPRESI EX DI STORACE E ATTRICI
RENZI BLOCCA I SINDACI INDAGATI…UN DEPUTATO LASCIA IL PARTITO
“Se passano i sindaci indagati mi dimetto”. Un sms direttamente da Roma. Il mittente si scrive Lorenzo Guerini, ma si legge Matteo Renzi.
È la segreteria nazionale del partito che si è mossa come un sol uomo per bloccare l’inserimento nelle liste per le prossime regionali di Franco Alfieri e Dionigi Magliulo, sindaci rispettivamente di Agropoli e di Villa Briano.
E si è mossa proprio nelle ore in cui il parlamentino regionale del Pd discuteva, con toni da curva da stadio, della composizione delle liste.
Una situazione infuocata.
I sostenitori di Vincenzo De Luca hanno sostenuto fino all’ultimo i due, chiedendo al partito una scelta garantista: “Un’indagine – il ragionamento – non può impedire una libera scelta da parte della politica”.
I renziani hanno replicato, mettendo sul piatto che l’imputazione era talmente pesante (voto di scambio) da consigliare la prudenza.
E proprio per la natura delle accuse che la situazione non era minimamente paragonabile a quella di De Luca, condannato per abuso d’ufficio, una situazione paradossale che, per la Severino, lo dovrebbe allontanare dalla poltrona di governatore un secondo dopo l’eventuale vittoria.
Ma sono in tanti nel Pd ad accusare di doppiopesismo Renzi e i suoi. “Non c’entrano nulla garantismo o giustizialismo, è tattica politica – spiega un deputato Dem campano – Facciamo fuori Maurizio Lupi, non indagato. Tuteliamo i sottosegretari indagati. Poi i sindaci, che sono pesci piccoli, non esitiamo un secondo a silurarli. Non ci si capisce più nulla”.
Una situazione tesissima.
Al punto che la giornata in cui il consigliere regionale uscente de La Destra di Storace, Carlo Aveta, annuncia il proprio sostegno a De Luca (“Frutto di una riflessione personale e di vita”), dopo che nei giorni scorsi lo stesso avevano fatto Centro Democratico e Scelta Civica, il deputato del Pd Luca Vaccaro annuncia l’abbandono del partito.
Una decisione che verrà ratificata il 2 maggio, giorno del deposito ufficiale delle liste, “quando sarà chiaro che candidiamo un condannato e usiamo due pesi e due misure con i sottosegretari e i sindaci indagati”.
Un carrozzone al quale si aggiunge anche Eleonora Brigliadori, l’annunciatrice televisiva che da capolista dei Verdi sosterrà il sindaco di Salerno.
Nelle liste di De Luca, d’altronde, hanno trovato posto diversi sostenitori del centrodestra nel recente passato.
Da Paola Raia, attuale consigliere regionale della Campania, a Tommaso Barbato, ex Udeur, che cinque anni fa provò a far eleggere il figlio con il centrodestra e oggi si ripropone in prima persona dall’altra parte della barricata,
Nel Partito della nazione sbarca anche Franco Malvano, ex senatore di Forza Italia, attuale commissario antiracket della regione. Nominato da Caldoro, ovviamente.
Un vero e proprio caos organizzato, al quale si deve aggiungere la rissa sfiorata ad Avellino dopo il colpo di mano tentato dal segretario locale renziano Carmine De Blasio, che sarà risolta da un’istruttoria da parte dei vertici regionali, e il caso di Ercolano, dove il sostenitore del premier Ciro Buonajuto è stato indicato come candidato sindaco dal commissario regionale Teresa Armato, scatenando le ire del partito locale.
Luisa Bossa, deputata ed ex sindaco, ha tuonato: “Con l’imposizione dall’alto del candidato si completa una recita”.
La strada da qui al 31 maggio non sembra affatto in discesa.
(da “Huffingtonpost“)
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