DEBITO PUBBLICO ALLE STELLE : A CARICO DI OGNI ITALIANO UN CONTO DI 29.000 EURO
MENO ENTRATE E PIU’ USCITE: RAGGIUNTA QUOTA 1.741 MILIARDI DI EURO.…. GLI INCASSI FISCALI SI STANNO ASSOTTIGLIANDO….GLI ENTI LOCALI INVECE RIDUCONO I LORO DEBITI… LITE PER I SOLDI AI TERREMOTATI
Un record dopo l’altro, purtroppo in negativo. Sulle spalle di ogni italiano, anziani e bimbi compresi, pesa un debito di 29.000 euro.
Il debito pubblico ha toccato la quota mai raggiunta di circa 1.741 miliardi di euro, sfondando il tetto massimo raggiunto a febbraio, 1.707 miliardi di euro.
Una cambiale salata che rende difficile per il governo assumere iniziative straordinarie, per fronteggiare sia la crisi che per finanziare la ricostruzione in Abruzzo.
Anche perchè gli incassi fiscali si stanno assottigliando, complice la recessione, mese dopo mese. Nei primi tre mesi dell’anno il fisco ha incamerato circa 4 miliardi in meno, con una flessione del 4,8%, rispetto agli 85 miliardi del primo trimestre 2008.
Il Tesoro ha già fatto sapere che il fabbisogno statale di marzo è salito a 14,6 miliardi.
Dai dati di Bankitalia emerge una nota positiva: Regioni, Province e Comuni riducono il loro debito passando dai 109 miliardi di febbraio ai 108 di marzo.
Peggiora soprattutto il rapporto tra debito e Pil, a causa del crollo di quest’ultimo che alla fine dell’anno potrebbe registrare uno scivolone del 5%.
Di conseguenza il debito salirà al 117% del prodotto interno lordo nel 2010, se non al 120%: una corsa rovinosa che allarga le distanze rispetto al 105,8% del 2008.
Ma il dato più preoccupante riguarda le entrate, in discesa costante, con una perdita secca di 4 miliardi e la prospettiva che questo trend continuerà anche nei prossimi mesi.
Il governo ritiene che si tratti di un effetto della crisi che ha gelato gli affari delle imprese e le attività delle partite Iva.
Secondo l’opposizione vi sarebbe anche, come componente, il ritorno di fiamma dell’evasione fiscale, a causa di alcune misure introdotte dal governo, come l’allentamento di alcuni obblighi come quello che imponeva l’elenco dei fornitori allegato alla dichiarazione Iva.
Secondo i sindacati in Italia 3 milioni di persone evaderebbero più del 60% di quello che pagano i lavoratori dipendenti.
Al Fisco mancherebbero pertanto 100 miliardi di euro l’anno. Sia come sia, il calo delle entrate non fa dormire sonni tranquilli neanche a Tremonti che deve centellinare le spese.
A tal proposito solo due giorni fa, dopo pare un confronto molto acceso con il premier, è stato disposto un emendamento che da un lato assicura la copertura totale dei 150.000 euro previsti come contributo ai terremotati per ricostruirsi la casa, dall’altro non chiarisce se saranno tutti in contanti e a carico dello Stato.
Avevamo ragione anche questa volta: il progetto originario prevede solo 50.000 euro cash, altri 50.000 euro in credito agevolato per 22 anni e gli ultimi 50.000 euro sotto forma di mutuo agevolato a carico del terremotato.
A seguito di tante osservazioni, Berlusconi non vuole rimetterci la faccia e Tremonti i quattrini. Resta aperta la possibilità quindi che il contributo non sia tutto a carico dello Stato, come era stato invece per la ricostruzione in Umbria.
Resta aperto poi per gli anni futuri il problema di come finanziare la ricostruzione con altri 6 miliardi che per ora non esistono.
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