DELL’UTRI ESTRADATO E SCAJOLA INTERROGATO: L’ULTIMA SETTIMANA ELETTORALE DI SILVIO DIVENTA UN INCUBO
BERLUSCONI IN DIFFICOLTA’, LA RIMONTA E’ COMPROMESSA
Marcello Dell’Utri provato in volto, che scende dalla scaletta dell’aereo, forse con le manette. L’interpol che lo avvolge. Gli interminabili passi prima di salire in macchina, immortalati dai fotografi di mezzo mondo.
I tg che aprono con la notizia che l’ex ombra di Silvio Berlusconi, condannato a sette anni per mafia è appena rientrato dal Libano in Italia, dove sconterà la pena in carcere. È una scena da incubo quella che si è materializzata di fronte a Berlusconi quando le agenzie hanno battuto la notizia che il consiglio dei ministri libanesi ha deciso per l’estradizione.
O meglio, il cdm non ne ha neanche discusso. Basterà il decreto amministrativo che firmeranno lunedì il premier e il presidente della Repubblica.
Soprattutto perchè questa scena potrebbe andare in onda giovedì o venerdì prossimo. Proprio in chiusura di una campagna elettorale devastata da un ciclone giudiziario: “Ci mancava pure questa, sarà esibito come uno scalpo” è il commento che trapela da fonti molto informate.
Ormai l’esito della storia è segnato. Negli ultimi giorni la pratica ha subito una notevole accelerazione. Il procuratore generale Samir Hammud ha già detto sì all’estradizione e ha passato la pratica al ministro, il generale Ashraf Rifi che l’ha subito rigirata al Governo. Ora l’ultima tappa. Ma fonti del governo libanese lasciano trapelare agli organi di informazione, anche italiani, che il via libera è scontato. Perchè non è più una questione giuridica. È una questione tutta politica. Il governo libanese ha fretta di liberarsi della vicenda che sta danneggiando l’immagine del Libano, facendolo apparire come un covo di latitanti.
E adesso la grande paura avvolge la campagna elettorale dell’ex premier.
Perchè Dell’Utri, l’amico fraterno, ex numero due di Publitalia e fondatore di Forza Italia, non è nè Scajola nè Frigerio.
Anche se non è stato candidato alle scorse politiche viene comunque identificato dall’opinione pubblica con Berlusconi. È davvero un brutto colpo.
Che si aggiunge alla raffica di queste settimane dall’Expo al caso Scajola.
E in molti, all’interno dello stato maggiore di Forza Italia, si chiedono come andrà a finire. Proprio l’ex ministro dell’Interno di Forza Italia è stato interrogato per sei ore nel carcere di Regina Coeli sui suoi collegamenti con il latitante Amedeo Matacena e sua moglie Claudia Rizzo.
E stavolta Scajola non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Così come alimenta ansia e apprensione il contenuto del famoso “archivio segreto” di Scajola, messo sotto sequestro dagli investigatori della Dia.
Si tratta pur sempre di carte di un ex ministro dell’Interno. Le vecchie volpi di Forza Italia temono che possano accendere la fantasia degli inquirenti. Accadde così con Tangentopoli: ogni filone crea più rivoli.
Per ora Berlusconi si è attestato su una linea cauta e misurata nelle parole. E, intervistato da Rainews24, ha mantenuto le distanze rispetto all’amico Marcello: “Una cosa che non riesco a commentare, dico solo che sono smentiti tutti coloro che pensavano che dell’Utri fosse andato là per evadere, per diventare un latitante. Essendo persona intelligente non avrebbe scelto un paese che ha un trattato di estradizione con l’Italia”.
Come nel caso di Scajola, per opportunità elettorale l’ex premier vuole evitare che l’immagine di Forza Italia venga associata agli scandali più di quanto non lo sia già . Ma nessuno tra chi gli sta attorno è in grado di prevedere se riuscirà a trattenersi o no, quando andrà in onda la scena che gli si è materializzata di fronte.
Lo scalpo di Dell’Utri che vive come se fosse il suo.
(da “Huffingtonpost”)
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