“DEMOCRATICI” LIVORI: SUL WEB CARICA INCROCIATA DI CRITICHE SU BERSANI E RENZI
SU TWITTER MEGLIO RENZI, SU FACEBOOK PREVALE BERSANI
Se i maggiorenti del partito non se le mandano a dire, figurarsi i militanti.
La battaglia per le primarie infiamma la base del Pd e sui siti di area democratica è uno stillicidio di insulti e attacchi personali.
Bersani? Un «vecchio», «icona del fallimento della sinistra», «amico di Penati».
Non va meglio a Rienzi: «Bamboccione», «arrivista» e «berlusconiano».
In versione 2.0 la dialettica interna del vecchio Pci diventa brutale.
E non è detto che la scazzotata virtuale faccia meno male a un partito sempre più diviso.
La bacheca Facebook del Pd rispecchia gli uomori registrati dagli ultimi sondaggi: quasi uno su due sta con Bersani, i “renziani” si confermano minoranza battagliera, gli altri si divisono tra indecisi e disillusi.
Più che lodare il proprio candidato, si carica a testa bassa l’avversario.
Araldo rinfaccia a Renzi la mai perdonata visita ad Arcore.
«Qualche idea buona magari ce l’avrebbe -concede Valerio- ma ormai si è fatto prendere dal protagonismo».
Franca si lamenta del link in bacheca a un evento con il sindaco di Firenze: «Questa è la pagina ufficiale del Pd, non di Renzi! Lui non mi rappresenta».
Su Twitter i rapporti di forza sembrano rovesciati. «Ogni tanto sogno di fare incursione della sede del Pd, legare Bersani, puntargli una telecamera e costringerlo a parlare del programma», scrive Woland.
Filippo fa il verso a Crozza: «Il programma di Renzi è noto sul web, Bersani al massimo smacchia i giaguari».
«Nel 2013 andrò a votare solo se ci sarà Matteo candidato premier», scrive Domenico.
«La battaglia delle primarie, D’Alema contro Renzi», titola il sito dell’Università .
Nei commenti dell’articolo volano stracci.
Saverio nemmeno lo nomina: «Abbiamo voluto le primarie e ora ci tocca il sindaco di Firenze, personaggio ambiguo e vanesio».
La ricetta di Michele è semplice: «Non facciamo le primarie».
Gli risponde Pierdomenico: «Se non siamo in grado nemmeno di gestire la nostra consultazione, andiamo a fare altro».
L’unico che mette tutti d’accordo è D’Alema: «Dai Massimo che anche sta volta ce la fai! Se ci dai dentro stavolta perdiamo le elezioni», scrive Renato.
I blogger del Pd, incalzati dai militanti, si arrendono.
Pippo Civati, ex socio rottamatore di Renzi, commenta sconsolato: «Non ci sono ancora regole, non c’è la data, non ci sono i criteri, e il Pd ha già capottato in parcheggio sulle primarie. Fare le cose peggio di così è dura».
Gabriele Martini
(da “La Stampa“)
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