DONALD TRUMP CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE: OLTRE 83 MILIONI DI DOLLARI DI RISARCIMENTO A JEAN CARROLL
LA CIFRA E’ QUATTRO VOLTE QUELLA RICHIESTA DALLA SCRITTRICE CHE HA ACCUSATO L’EX PRESIDENTE DI VIOLENZA SESSUALE…. LEI: “UNA GRANDE VITTORIA PER OGNI DONNA”
Donald Trump è stato condannato al pagamento di 83,3 milioni di dollari come risarcimento nei confronti della scrittrice Jean Carroll, per averla diffamata attraverso post pubblicati sui social, conferenze stampa, comizi elettorali e in televisione. È il secondo risarcimento che il tycoon dovrà alla scrittrice, dopo i cinque milioni fissati nel processo civile del maggio 2023.
La donna lo aveva accusato pubblicamente, in passato, di averla violentata nello spogliatoio dei grandi magazzini Bergdorf Goodman, a Manhattan. L’episodio era avvenuto negli anni ’90, ma Carroll, che ora ha 80 anni, aveva potuto denunciare Trump, l’anno scorso, grazie a una legge temporanea approvata dallo Stato di New York, che aveva aperto una finestra legale per consentire alle vittime di violenze di chiedere i danni anche per episodi avvenuti in passato.
Trump, 77 anni, aveva lasciato da venti minuti l’aula del tribunale di New York, senza aspettare il verdetto dei giurati, convinto che sarebbe stato ritenuto colpevole, ma non pensava di dover pagare un risarcimento record. “E’ assolutamente ridicolo”, ha commentato sul social Truth, annunciando il ricorso in appello. L’ex presidente ha bollato la causa avviata da Carroll come “una caccia alle streghe diretta da Biden contro di me e il Partito repubblicano. Questa non è l’America”.
Ma se è arrivato a questo punto, la responsabilità è stata sua. Nel primo processo civile il tycoon era stato denunciato per una serie di post pubblicati sui social in passato, tra il 2019 e l’ottobre 2022, in cui aveva definito la donna “una vera truffatrice” e le accuse “bufale e menzogne”. Dopo il verdetto era andato in tv, alla Cnn, e aveva ripetuto tutte le accuse.
Trump non solo non ha tenuto un profilo basso, ma ha ripetuto gli insulti ovunque, finendo per fornire un assist straordinario a Carroll. Ha continuato a sostenere che le accuse erano “totalmente false”, di non aver mai conosciuto la scrittrice, dipinta come una che “non ci sta più con la testa”. Ogni frase è stata registrata dai legali di Carroll, messa agli atti e presentata di nuovo alla corte, che si è trovata a dover esaminare il caso con gli stessi protagonisti ma con nuove prove
A maggio 2023 i giurati avevano impiegato tre ore prima di emettere il verdetto. Stavolta sono usciti con un responso clamoroso: 65 milioni di dollari è l’ammontare dei danni “punitivi”, come deterrenza contro ulteriori diffamazioni, e 18,3 quello del risarcimento per lo stress emotivo e il danno alla reputazione.
“Sono stata attaccata su Facebook – aveva dichiarato la scrittrice in aula – attaccata su Twitter, ovunque, la mia reputazione è stata mandata in frantumi. Mi sembrava di vivere in un nuovo universo”. La sua avvocata, Roberta Kaplan, aveva chiesto un risarcimento di 24 milioni di dollari per “aiutare” la sua assistita a ricostruirsi una reputazione. Ha ottenuto quasi quattro volte quella cifra.
“Questa è una grande vittoria per ogni donna che si rialza dopo essere stata demolita, e un’enorme sconfitta per ogni bullo che ha cercato di tenere a freno una donna”, ha commentato la scrittrice. Il verdetto, le ha fatto eco la sua avvocata, dimostra che nessuno è al di sopra della legge, “nemmeno i ricchi, nemmeno i famosi, nemmeno gli ex presidenti”.
(da agenzie)
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