DOPO IL FLOP ELETTORALE PONTIDA PUO’ ATTENDERE: L’ADUNATA SPOSTATA AL 16 SETTEMBRE
PER RIEMPIRLO MEGLIO ASPETTARE IL RITORNO DALLE VACANZE DEI GUERRIERI PADAGNI… ANCHE SE ORMAI IL PRATONE SI E’ RIDOTTO, LASCIANDO PURE SPAZIO A UN SUPERMERCATO
L’ultima volta era successo nel 1995: era fine novembre, dal palco parlava gente come Pagliarini e Formentini da allora uscita dai radar più un Umberto Bossi che, fresco della rottura con Berlusconi e in procinto di appoggiare Lamberto Dini, avvertiva di non sprecare fatica al sud, per non deludere il ceto medio nordista e «spingerlo verso Silvio».
Da allora sono trascorsi 21 anni, i rapporti tra Lega e Berlusconi sono tornati burrascosi, il partito torna dalle elezioni romane con uno scarno 2,72% e in generale le Comunali nelle grandi città non sono andate benissimo.
E il raduno di Pontida si riaffaccia sull’autunno: l’edizione 2016 abbandonerà la consueta collocazione di maggio-giugno e per la prima volta si amplierà a tre giorni: il tutto sarà il 16, 17 e 18 settembre.
La scelta della data è stata fatta dopo molte incertezze.
A lungo i dirigenti indicavano un «dopo le elezioni», per fare dal palco un bilancio dei risultati. Ma fra primo turno e ballottaggi ci si sarebbe inoltrati verso l’estate, con troppa gente in vacanza.
La ragione principale della scelta è però quella di usare il raduno di Pontida per lanciare la campagna per il no al referendum costituzionale di ottobre, proprio come Matteo Renzi ha usato il Teatro Sociale di Città Alta per lanciare la sua campagna per il sì.
E sarà anche un’occasione per celebrare il ventennale della dichiarazione d’indipendenza della Padania.
Era infatti il 15 settembre 1996 quando a Venezia Umberto Bossi annunciò che «la Padania è una Repubblica federale indipendente e sovrana. Noi offriamo, gli uni agli altri, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore».
E anche uno come Salvini, poco sensibile ai riti con le ampolle del dio Po, tiene a valorizzare l’anniversario.
Tanto da avere già cancellato la manifestazione di Cittadella, che da qualche settembre ha sostituito Venezia.
Per il resto la macchina organizzativa, gestita da Maurizio Bosatra dalla sede centrale di via Bellerio e dalla segreteria provinciale di Bergamo, è ampiamente oliata, tanto da poter organizzare il raduno anche con soli dieci giorni di preavviso.
È già stata preallertata la ditta di Treviso che da dieci anni si occupa del palco, e che ha pronta una struttura in tubolari di 18 metri per 10, con una copertura alta 25.
Una bella differenza dal palchetto sul quale Bossi era salito nel primo raduno del 19 maggio 1990.
Da allora il pratone è stata ridotto per fare spazio a un supermercato e il raduno si è svolto 29 volte, anche con più edizioni l’anno, oscillando tra marzo e luglio, cono due puntate a settembre e novembre, e un paio di traslochi a Palazzago e Curno per il maltempo.
E tre cancellazioni: nel 2003 per la malattia di Bossi, nel 2006 per la sconfitta nel referendum sulla devolution e nel 2012 per un ingolfamento tra congressi, ma anche perchè si era nel pieno del periodo nero delle lauree albanesi e dei diamanti della Tanzania.
(da “il Corriere della Sera”)
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