DUE PER MILLE AI PARTITI: SOLO 16.518 CONTRIBUENTI SU 41 MILIONI L’HANNO DESTINATO ALLA POLITICA
ALLO STUDIO PROPOSTE ALTERNATIVE
Chi l’avrebbe mai detto: indifferenti ai cosiddetti “costi della democrazia”, insensibili al presunto “primato della politica”, per nulla commossi dal grido di dolore dei partiti in bolletta che piangono miseria dopo l’abolizione del finanziamento pubblico diretto, anzi piuttosto scandalizzati dalle loro fonti di sostentamento alternative (rimborsi istituzionali per spese private, tangenti mascherate da donazioni a fondazioni e aziende vinicole, oltre — si capisce — alle vecchie care mazzette), gli italiani non hanno alcuna intenzione di foraggiare la Casta.
Anche quando è gratis perchè paga lo Stato: solo 16.518 contribuenti sui 41 milioni (0,4 su mille) hanno approfittato dell’occasionissima offerta dalla legge Letta di destinare il 2 per mille delle loro tasse al loro partito.
O perchè un partito non ce l’hanno, o perchè sono disposti al massimo a votarlo, non certo a foraggiarlo.
La riforma aveva fissato in 7,7 milioni l’anno il tetto massimo dei contributi, vedi mai che i contribuenti inondassero di dobloni i partiti.
Nel 2014 sono arrivati la miseria di 325.711 euro, da suddividere fra le varie sigle: 199 mila al Pd, 24 mila a FI, 23 mila a Sel, 16 mila a Sudtiroler, 9.600 al Psi (quando c’è da incassare c’è sempre), 9.300 a FdI, 4 mila a Union Valdotaine, 3 mila a Udc, 656 al Partito tirolese.
Perciò i tesorieri dei partiti hanno preso a riunirsi in conciliaboli carbonari, in catacombe e sottoscala, per studiare il da farsi prima di dichiarare bancarotta.
Scartate le rapine in banca, troppo rischiose, l’idea che va per la maggiore è ripristinare il finanziamento pubblico diretto.
Ma non si escludono proposte alternative, decisamente meno impopolari.
Casa chiusa, partito aperto.
L’iniziativa, che viene incontro all’esigenza di modernizzare, regolamentare e tassare la prostituzione levandola dai marciapiedi, prevede l’affidamento delle nuove case di appuntamento alle fondazioni di partiti e singoli politici, che oggi si barcamenano in attività culturali perlopiù fittizie o inutili, mentre in futuro potranno rendersi utili gestendo bordelli attraverso maà®tresses lottizzate per correnti, in base ai voti delle primarie: 80% alla renziana Katiusciah, 20 per cento alla minoranza interna che si è subito divisa fra la bersaniana Marisa, la cuperliana Barbara, la fassiniana (nel senso di Fassina) Genoveffa, la dalemiana Cesarina e la civatiana Luisa.
Unica controindicazione: la ferma ostilità di Forza Italia, il cui leader teme di perdere il monopolio del settore.
Chi vuol esser detenuto.
Il nuovo gioco a premi per rimpolpare le casse vuote, abbinato alla Lotteria
Ogni lunedì gli italiani potranno acquistare un Grattaevinci su cui dovranno indovinare i nomi dei politici arrestati e indagati nel corso della settimana.
Il ricavato andrà al partito che riuscirà a totalizzare più nuovi detenuti e inquisiti. L’idea, lanciata comprensibilmente dal tesoriere del Ncd, ha suscitato le immediate proteste di FI per la concorrenza sleale.
Balle a tassametro.
I renziani rilanciano con un’idea moderna e innovativa, subito appoggiata da Salvini: più menti, più incassi.
Un’Authority indipendente, scelta con gli stessi criteri di imparzialità del nuovo Cda Rai, quindi nominata dal governo, premierà ogni mese la bugia più grossa di un politico, a cui assegnerà un bonus in denaro esentasse.
Contraria Forza Italia: il suo leader, dall’avvento di Renzi, è fuori forma.
Olgettine Panini.
Gli azzurri, in evidente conflitto d’interessi, insistono per un nuovo album di figurine, le Olgettine Panini: al posto dei calciatori o dei protagonisti dei cartoons, si collezionano immagini di ragazze allegre, maggiorenni e non.
Vista l’età media degli elettori berlusconiani, si è pensato di rinverdire i fasti del programma radiofonico I 4 moschettieri trasmesso dall’Eiar fra il 1934 e il 1937 (primo compleanno di B.), che faceva incontrare gli eroi di Dumas con personaggi del cinema e della mitologia: il tutto abbinato a un concorso legato a una raccolta di figurine ispirate ai personaggi coinvolti nei racconti, presenti nei prodotti Buitoni e Perugina e nei pacchetti di sigarette; l’handicap era quella, introvabile, del feroce Saladino. Che, nella versione moderna, è la nipote di Mubarak.
Possibili gli scambi di doppioni fra concorrenti: tre Polanco per due gemelle De Vivo e così via.
Al primo leader che completa l’album, finanziamento tutto l’anno.
Riffa Capitale.
Si tratta di una lotteria da affidare —in ossequio alla par condicio — a Massimo Carminati detto il Nero e Salvatore Buzzi detto il Rosso, che potranno dirigerla anche dal carcere nell’ora d’aria.
Vince chi si aggiudica il maggior numero di appalti truccati o chi riesce nell’impresa di mettere in piedi un’associazione mafiosa senza neppure un mafioso.
“E dove sarebbe il problema?” han commentato all’unisono Pd e FI. Baci a tassametro. Memore della lunga fila di senatori di ogni partito in coda nell’agosto scorso per baciare la ministra Boschi dopo il Sì alla riforma costituzionale, col contorno di grattini sulla schiena a Denis Verdini e a Donato Bruno, la segreteria Dem ha deciso di monetizzare la chance sul modello Happy Days , dove Fonzie organizzava serate di beneficenza facendosi pagare dalle ragazze un tot a bacio.
Per ogni effusione dell’avvenente ministra, bisognerà metter mano al portafogli: grattino 50 euro, bacio 100 euro, bacio con grattino 130. Sconti comitive.
Audiolibri griffati.
Per elevare il dibattito, si era pensato di mettere in commercio una serie di audiolibri con i classici della letteratura declamati dai parlamentari più popolari.
A Maurizio Gasparri era toccato il montaliano Ossi di seppia. Ma l’interessato ha fatto sapere che gli occorre tempo: “Io a pesca ce vado solo in vacanza, e poi come se fa a disossà ‘ste seppie?”.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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