DURANTE LOCKDOWN INCITAVA A VIOLARE DIVIETI, INDAGATA IMPRENDITRICE, RISCHIA 5 ANNI DI CARCERE
INCITAVA I CITTADINI A USCIRE DI CASA E A RIBELLARSI ALE REGOLE SANITARIE… PRONTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER ISTIGAZIONE ALLA DISOBBEDIENZA E VILIPENDIO DELLA REPUBBLICA
È indagata per aver incitato, attraverso un video su Facebook, a uscire di casa andando contro le norme sul Covid previste durante il lockdown in primavera.
Annalisa Logozzo è un’imprenditrice livornese di 40 anni, residente a Tirrenia: è titolare di un’azienda agricola. Il 28 marzo 2020 era al volante della sua auto quando, in pieno lockdown, era vietato uscire di casa se non per ragioni di necessità . Attraverso il cellulare ha trasmesso un video in diretta su Facebook.
Oltrepassando, secondo la procura di Livorno, i limiti costituzionali sulla libera manifestazione del pensiero.
Nel filmato, poi oscurato su richiesta del giudice, la donna invitava i cittadini a uscire di casa, ribellandosi alle restrizioni del lockdown.
L’imprenditrice, inoltre, offendeva lo Stato e le istituzioni e prometteva di segnalare tutti i posti di blocco delle forze dell’ordine trovati per strada in quei giorni.
Con la chiusura delle indagini, il pm è pronto a chiedere il rinvio a giudizio per la donna con le accuse di vilipendio della Repubblica e istigazione alla disobbedienza delle leggi e dell’ordine pubblico.
Nel video la donna incitava i cittadini a uscire da casa, dando indicazioni sui controlli. Ora rischia una pena fino a cinque anni di reclusione. “Io vado in giro e invito la gente a uscire perchè bisogna ribellarci a questo abuso di potere. Non mi puoi vietare la passeggiata, mi puoi vietare di fare l’aggregazione, mi puoi vietare di fare comunella con gli amici, ma non mi puoi vietare di uscire”, diceva l’imprenditrice nel video.
Frasi che hanno poi portato al sequestro del filmato. Il giudice Mario Profeta evidenzia soprattutto come “la condotta di chi inciti a disattendere le prescrizioni dell’autorità pubblica non può essere confinata nell’ambito delle opinioni personali e della libera manifestazione del pensiero. Si tratta di condotte che possono indirettamente agevolare la diffusione del contagio, laddove siano accolte e seguite da persone già contagiate o inconsapevolmente tali e altresì da parte di persone ancora sane, ma suscettibili di esporsi inconsapevolmente al rischio di contagio”.
(da Fanpage)
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