È STATA MONICA CIABURRO, DEPUTATA DI FRATELLI D’ITALIA, A PRESENTARE L’EMENDAMENTO CHE EQUIPARAVA LO STIPENDIO DEI MINISTRI NON ELETTI A QUELLO DEI COLLEGHI CHE SONO ANCHE PARLAMENTARI
LEI NEGA CHE CI SIA STATA PRESSIONE DA PARTE DEI MEMBRI DEL GOVERNO: “SI ERA FATTO IL NOME DI CROSETTO? IN REALTÀ PENSAVO PIÙ AI SOTTOSEGRETARI CHE HANNO UNA PENALIZZAZIONE ANCORA PIÙ PESANTE DOVENDOSI SPOSTARE A LORO SPESE”
Monica Ciaburro non vuole essere ricordata come la parlamentare (FdI) che ha presentato l’emendamento che equipara lo stipendio dei ministri non parlamentari a quello dei loro colleghi eletti.
Perché?
«Ho anche presentato un altro emendamento cui tengo tanto e che riguarda il dissesto dei piccoli Comuni» si difende la vicepresidente della commissione Difesa, secondo fonti qualificate del palazzo la parlamentare a cui è stato affidato il dossier sull’aumento di stipendio dei ministri.
Racconta che «l’idea è nata nella scorsa legislatura parlandone con Roberto Cingolani». Giura che non c’è stata alcuna spinta da parte dei membri del governo. Neanche di Giorgia Meloni. «Secondo voi il presidente del Consiglio dei ministri si occupa dei miei emendamenti?».
E Crosetto?
«Il ministro non ha bisogno di un mio emendamento».
La domanda, allora, rimane: perché l’ha presentato?
«Sono anni che esiste questa disparità. In realtà pensavo più ai sottosegretari che hanno una penalizzazione ancora più pesante dovendosi spostare a loro spese».
E lo ripresenterebbe?
«Se dovessi agire secondo ciò che è giusto, sinceramente, sì».
(da Corriere della Sera)
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