ECCO LA LISTA DEI 101 DI MAFIA CAPITALE: COI BOSS ANCHE POLITICI E FUNZIONARI
A TITOLO E RESPONSABILITA’ DIVERSE, NELL’ELENCO DELLA PROCURA
Accreditato come l’ultimo segreto di Mafia Capitale, la cosiddetta “lista dei 101” tra consiglieri comunali, regionali e funzionari dell’amministrazione capitolina travolti dall’inchiesta giudiziaria sul Sistema Buzzi-Carminati, non è più tale.
E, come ha ricordato ieri il prefetto di Roma Franco Gabrielli, in qualche modo non lo è mai stato.
Allegata alla relazione di circa mille pagine redatta dalla commissione prefettizia di accesso agli atti (quella che avrebbe concluso il suo lavoro raccomandando lo “scioglimento per mafia del consiglio comunale “), la lista e la relazione di cui fa parte, da ieri, è stata peraltro anche formalmente “liberata” da Gabrielli perchè la Procura possa depositarla agli atti del processo che si aprirà tra quarantotto ore nei confronti di Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e altri 44 imputati. Ma, appunto, a leggerla se ne coglie il carattere meramente “compilativo”.
La lista dei 101 mette insieme – non diversamente da un indice dei nomi in appendice a un libro – tutti coloro che, nel dicembre del 2014, si ritrovarono nelle pagine della mastodontica ordinanza di custodia cautelare della Procura di Roma. A titolo e con responsabilità diverse.
Ora penali, ora squisitamente amministrative, in qualche sporadico caso (la deputata Pd Micaela Campana, ad esempio, intercettata al telefono a discutere con Buzzi di un’interrogazione parlamentare a cuore della coop 29 giugno) esclusivamente politiche. Secondo uno schema che documenta come il Sistema Buzzi-Carminati potesse contare su un doppio capitale di relazioni tenuto insieme dal mastice ora della corruzione, ora dell’intimidazione.
“Capitale Politico”, appunto. E “Capitale Amministrativo”.
Si leggono dunque, insieme a quelli di Carminati, Buzzi e del “facilitatore” Fabrizio Testa, i nomi dell’ex sindaco Gianni Alemanno, del suo “tesoriere” ed ex ad di Eur spa Riccardo Mancini, degli ormai ex consiglieri comunali Sveva Belviso (ex assessore e vice di Alemanno), Massimo Caprari (capogruppo Centro democratico), Alessandro Cochi (Pdl), Mirko Coratti (Pd, ex presidente assembla capitolina), Francesco D’Ausilio (ex capogruppo Pd), Alfredo Ferrari (Pd, ex presidente commissione Bilancio), Luca Giansanti (capogruppo Lista Marino), Luca Gramazio (capogruppo Pdl prima al comune e poi alla Regione), Luigi Nieri (Sel, vicesindaco di Marino), Laura Pastore (Pd, consigliera subentrata), Pierpaolo Pedetti (Pd, presidente commissione Patrimonio), Anna Maria Cesaretti (Sel), Giovanni Quarzo (Pdl), Andrea Tassone (presidente Pd X municipio), Giordano Tredicine (Pdl), Eugenio Patanè (consigliere regionale pd).
A scorrere la lista, appare decisamente più interessante, per la “microfisica” del Potere che racconta, la geografia dei dipendenti comunali nella manica di Buzzi e Carminati. Quel “Capitale Amministrativo” in grado di condizionare l’azione politica, fino a ribaltarne il rapporto di forza con la pubblica amministrazione.
Diciassette nomi, segnalati dalla Prefettura al Campidoglio lo scorso settembre per l’avvio delle procedure disciplinari e già allora in buona parte trasferiti ad altro incarico per iniziativa dell’assessore alla Legalità Alfonso Sabella.
Si tratta dell’ex segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello (in passato alla Provincia di Firenze negli anni della presidenza Renzi) e della funzionaria al Patrimonio Mirella Di Giovine: l’uno e l’altra hanno volontariamente lasciato il servizio.
Nonchè della nutrita pattuglia di colletti bianchi in servizio nei dipartimenti cruciali per il core business della coop “29 giugno”: Politiche sociali, Verde pubblico, Patrimonio. Parliamo di Gaetano Altamura (l’uomo che, al dipartimento Ambiente, di fatto, contava più dell’assessore Estella Marino); Ornella Coglitore (Ambiente); Mario Cola (dagli uffici del dipartimento al Patrimonio suggerisce a Buzzi di occupare un immobile comunale per poi poterlo acquistare a prezzi di favore); Franco Figurelli (dipendente delle biblioteche distaccato nella segreteria del potente presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti); Carlo Fresch (geometra del Municipio di Ostia); Alfredo Romani (alle politiche per l’inclusione e l’immigrazione trattava con Buzzi il prezzo per la fornitura di occhiali da vista per “soggetti socialmente svantaggiati”); Emanuela Salvatori; Paolo Cafaggi (dirigente del municipio di Ostia); Ivana Bigari (Politiche sociali); Bruno Cignini (Ambiente); Isabella Cozza (Politiche sociali); Walter Politano (addetto all’Anticorruzione); Claudio Turella (il funzionario comandato al verde e al benessere degli animali, ma soprattutto noto per i 560 mila euro in contanti nascosti nell’intercapedine delle mura domestiche); Rossana Calistri; Claudio Saccottelli.
Carlo Bonini e Giovanna Vitale
(da “La Repubblica”)
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