ECCO LA RIFORMA GELMINI: A CASA 44.000 TRA IMPIEGATI E BIDELLI
NON SI DOVEVA LICENZIARE NESSUNO, ANZI CI SAREBBERO STATE 16.000 NUOVE ASSUNZIONI… E’ USCITA LA GAZZETTA UFFICIALE COI TAGLI REGIONE PER REGIONE… A CASA IL 4% DEI DOCENTI, SARANNO 87.000 GLI INSEGNANTI TAGLIATI IN TRE ANNI, GIA’ 42.000 NEL 2010…. PIU’ ONESTO STARE ZITTI, INVECE CHE PRENDERE PER I FONDELLI TANTE FAMIGLIE
Venti giorni fa aveva annunciato 16.000 nuove assunzioni per settembre, precisando che la sua non è “la scuola dei tagli”.
Ma le affermazioni del ministro Gelmini stridono con i numeri del Regolamento del personale Ata (quello non docente) pubblicato due giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale e che diventerà legge tra due settimane.
Un provvedimento da lacrime e sangue, che prevede il taglio di 44.500 precari nei prossimi tre anni.
Una scure che rischia di lasciare centinaia di istituti senza collaboratori scolastici, ma la Gelmini preferisce parlare di “razionalizzazione dei costi”.
In tre anni verrà tagliato il 17% del personale Ata, composto da assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.
Tutti precari in un settore dove un lavoratore su tre ha un contratto a termine che solitamente scade il 30 giugno per poi essere rinnovato a settembre.
Su 250.000 lavoratori Ata, 80.000 sono precari. Una cifra che verrà più che dimezzata con il taglio di 14.500 lavoratori l’anno.
Un’emorragia che inizierà a settembre con il nuovo anno scolastico e a cui il ministero conta di supplire ampliando l’orario del personale di ruolo.
Assistenti e bidelli a tempo indeterminato potranno lavorare di più, venendo però pagati molto meno dei loro colleghi precari nelle ore facoltative. Non più del 50% di quanto sarebbe spettato al personale tagliato, come recita il regolamento.
Metà e forse più dei soldi risparmiati con i tagli rimarrà nelle casse dello Stato.
Di certo, il ricorso ai lavoratori interni per tappare o buchi nell’organico penalizzerà ancora di più le migliaia di lavoratori che affollano la lista di attesa. Il regolamento metterà nei guai tanti dirigenti didattici che perderanno i collaboratori scolastici, con problemi su chi aprirà le scuole e su chi sorveglierà alunni e studenti.
Dato poi che molti istituti sono distribuiti ormai su più edifici e spesso su più Comuni, non si capisce come si possa supplire in certe situazioni se non con il dono dell’ubiquità .
A rischio sono soprattutto gli istituti più piccoli e decentrati.
Eppure a inizio agosto la Gelmini aveva garantito di essere “attenta alla continuità didattica”: lo scontro ora proseguirà con un autunno caldo, con manifestazioni di protesta in tutta Italia.
La “riforma Gelmini” prevede anche il taglio di 87.000 insegnati in tre anni, di cui 42.000 solo nel 2010, pari al 4% del corpo docente.
Siamo in grado di indicarli regione per regione, ecco il quadro: Lombardia 4.874, Piemonte 2.510, Veneto 2.809, Friuli 641, Liguria 791, Emilia 1.637, Toscana 1.719, Marche 927, Umbria 571, Abruzzo 1.108, Molise 362, Lazio 3.211, Puglia 3.999, Sardegna 1.826, Basilicata 727, Campania 6.180, Calabria 2.699. Sicilia 5.512. Per un totale di 42.102 docenti.
Quanto sopra entro il 2.010, poi si prevedono altri 45.000 tagli entro il 2.012.
Sarebbe stato più onesto dirlo subito che per riforma si intendevano solo tagli ( come da noi sempre sostenuto), invece che andare in Tv ( sia la Gelmini che Berlusconi) a giurare che “nessuno sarà licenziato”.
Ottima figura, complimenti al cuoco.
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