GLI IMMIGRATI NON TOLGONO LAVORO AGLI ITALIANI: LA LEGA COLTA DA CRISI ISTERICA
LO STUDIO DELLA BANCA D’ITALIA CONFERMA CHE GLI STRANIERI SVOLGONO MANSIONI POCO QUALIFICATE CHE AGLI ITALIANI NON INTERESSANO… VENGONO PAGATI L’11% IN MENO E IL TASSO DI OCCUPAZIONE E’ DEL 67% CONTRO IL 58% DEGLI ITALIANI PERCHE’ HANNO BISOGNO DI LAVORARE… CADONO I LUOGHI COMUNI LEGHISTI
Gli immigrati non rubano lavoro agli italiani: è questo il senso dell’approfondito studio della Banca d’Italia sulla presenza e il ruolo degli stranieri nel nostro Paese.
Dal dossier emerge che gli stranieri svolgono in genere attività e mansioni meno qualificate, senza togliere quindi opportunità di lavoro agli italiani.
Inoltre gli stranieri occupati nel settore privato guadagnano circa l’11% in meno rispetto agli italiani. Il loro tasso di occupazione risulta pari al 67%, cioè 9 punti percentuali in più rispetto agli italiani: un divario che si spiega con il fatto che gli immigrati sono più giovani ed hanno bisogno di lavorare per avere il permesso di soggiorno.
Il mito che gli stranieri arriverebbero in Italia con altri fini, rispetto alla ricerca di un’occupazione, viene sfatato anche dal dato che su 650.000 stranieri irregolari più della metà , circa 350.000, contribuiscono ad alimentare il mercato del lavoro anche se non in regola.
Dice lo studio che “la crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani che sembrano invece accrescersi per gli italiani più istruiti e le donne”. La presenza degli immigrati aiuta le donne a conservare il lavoro perchè attenua “i vincoli legati alla presenza dei figli e all’assistenza dei familiari più anziani”.
I dati sfatano il mito dello straniero che porta via il lavoro all’italiano, in quanto gli immigrati sono per lo più operai con basse qualifiche e badanti, attività che gli italiani non sono più disposti a svolgere.
Tra gli immigrati aumenta anche il numero dei piccoli imprenditori che erano alla fine del 2008 ben 240.000, pari al 7% delle imprese attive.
Semmai sono costoro ad essere penalizzati, in quanto hanno maggiore difficoltà di accesso al credito, con un costo del denaro superiore di 60 punti a carico dell’imprenditore immigrato, a parità di caratteristiche, rispetto a quello italiano.
Regolarizzare altre categorie di lavoratori, oltre alle badanti, sarebbe quindi una mossa vincente: ci guadagnerebbero gli immigrati, il fisco, l’economia e la sicurezza degli italiani.
La Lega ovviamente a questi dati ufficiali è stata colta da crisi isterica, vedendo smentite tutte le smargiassate e i luoghi comuni su cui fonda il proprio consenso, alimentando ad arte la paura verso l’immigrato.
Tutto il mondo politico ha preso atto che “l’immigrazione è una risorsa”, fermo restando la necessità di garantire la sicurezza dei cittadini con misure efficaci e non limitate a spot televisivi. Bisogna distinguere tra chi lavora e chi delinque, tutto qua: fare leggi adeguate e farle rispettarle a garanzia di tutti, nonchè provvedere a espulsioni immediate per chi commette reati, ma garantire anche diritti a chi vuole lavorare onestamente.
Lo studio ha rimarcato una sorta di specializzazione etnica nelle occupazioni.
Oltre il 40% degli uomini provenienti dall’ex Jugoslavia e dalla Romania lavora nelle costruzioni, percentuali analoghe di africani nell’industria, gli asiatici optano per settori come ristorazione e commercio, gli indiani per l’agricoltura.
Le donne sono specializzate nei servizi sociali e nel lavoro presso le famiglie, dove opera il 70% di ucraine, ecuadoriane e peruviane.
Gli stranieri regolari sono ormai una realtà : rappresentano il 6% della popolazione e raggiungono 3,4 milioni di unità . Concentrati più al centro-nord ( 8%) rispetto al Sud (2,1%).
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