Editoriale
FONDAZIONE CARIGE …CHI HA ROTTO IL SALVADANAIO ?
Strane storie genovesi…interessati silenzi da parte di troppi addetti ai lavori. Non siamo tra coloro che amano tacere e quindi cerchiamo di spiegare i fatti e, dati alla mano, vediamo se qualche risposta riusciamo ad ottenerla. E’ di questi giorni la notizia che la Banca Carige ha acquisito 78 sportelli dal gruppo Intesa-San Paolo (a cui l’Antitrust aveva imposto la vendita, per rispetto della concorrenza, di un totale di 198 agenzie). Si tratta di una operazione che prevederà l’esborso, da parte della banca genovese, di 995 milioni di euro per assicurarsi 14 agenzie nel torinese, 18 nel veneziano, 19 nel comense, 15 nel padovano, 4 in Sardegna, 6 nel pavese, 1 ad Aosta, 1 a Rovigo…per un totale di 78, al fine di rafforzare la sua posizione in aree trainanti economicamente. L’operazione che dovrà essere perfezionata entro fine mese, obbligherà la Carige ad un forte ricapitalizzazione e al rastrellamento del somma necessaria. Ovviamente non abbiamo alcuna obiezione a una legittima operazione commerciale e finanziaria: qualsiasi banca ha diritto di investire gli utili nel proprio consolidamento aprendo nuovi sportelli e perseguendo una strategia di mercato. Una quota di utili è sempre stata destinata alla Fondazione Carige, creata appositamente e munitasi di nuovo statuto il 23 ottobre 2000 dove, come scopo della Fondazione stessa, si indica chiaramente l’utilità sociale e lo sviluppo economico della regione, interventi di sostegno nel campo della cultura, dell’arte, del recupero di beni architettonici, aiuti alla ricerca scientifica, all’istruzione, allo sport. E’ previsto un presidente e due organismi: il consiglio di indirizzo che delinea le linee programmatiche e il consiglio di amministrazione che regola l’attività deliberativa. I vertici sono nominati dagli enti locali, dalle categorie produttive e della società civile.
Dopo le polemiche dimissioni di Vincenzo Lorenzelli le cose sono cambiate…A noi preme sottilineare alcuni punti…per ora. Punto primo: è risaputo che le nomine vengono concordate a livello politico e quindi all’interno di certi organismi elargitori di prebende non ci arriva certo il tecnico indipendente. Punto secondo : la Carige è una cosa, la Fondazione un’altra . Quindi la Carige se pensa di ricapitalizzare lo faccia, ma non a scapito economico della Fondazione, sottraendo fondi a quest’ultima e ai fini sociali promessi. Che sta succedendo? Andiamo nel concreto e leggiamo nel documento programmatico per l’anno in corso, che la Fondazione aveva a disposizione circa 36 milioni di euro da destinare a interventi a favore di progetti
di associazioni nel campo del volontariato, beneficenza, attività culturali, beni artistici, salute pubblica, ricerca scientifica, educazione e istruzione. In pratica una associazione presenta un progetto dettagliato e se viene approvato e, assicurato l’aiuto economico, inizia i lavori, talvolta riceve un anticipo e il saldo in ogni caso a presentazione fattura. Centinaia di associazioni avevano avuto assicurazione scritta che potevano procedere e su quella promessa hanno organizzato eventi, restaurato opere d’arte, assunto iniziative nei settori indicati, tutti approvati dalla Fondazione dopo un iter rigoroso. Indovinate cosa è accaduto? Che nelle settimane scorse centinaia di enti hanno ricevuto una lettera dove, senza dare una spiegazione, il contributo viene revocato..Un fatto incredibile: chi ha iniziato un progetto ora si trova senza soldi per completarlo o con debiti da saldare nell’ordine di 50.000 euro. Abbiamo personalmente provato a chiamare la Fondazione come un cittadino qualsiasi e ci è stato detto che sono sommersi dalle proteste di decine e decine di associazioni inferocite per la scorrettezza e per le voci che circolano senz’altro attendibili: che i fondi sono stati tagliati del 60 % per destinarli alla apertura degli sportelli della Carige. E’ questo il senso sociale della Banca? Che ci stanno a fare i politici all’interno di questi Enti? A rappresentare i cittadini o a gestire gli sportelli?
E ci chiediamo : sulla base di quali criteri ora si sceglierà il 40% degli aventi diritto, eliminando il 60%? Su basi clientelari? Gli amici degli amici? Dopo aver promesso a 100 (secondo un criterio scritto) come si fa ora a sceglierne 40 (senza alcun criterio di valutazione )? Da fonti ben informate sappiamo che sono volate parole grosse all’interno della Fondazione, studi legali sarebbero al lavoro per verificare se esistano interessi di carattere personale e fare quindi ricorso alla magistratura. Sulla rivista “New Fondazione Carige” potete leggere i progetti con garanzia di finanziamento: sono decine e decine in città e altrettanti in provincia. I nomi li sappiamo anche noi…aspettiamo ora di vedere chi saranno gli esclusi e le conseguenze che ne deriveranno… La Fondazione ha un suo statuto e non c’è scritto che deve correre in aiuto della Carige per sostenere le sue operazioni di consolidamento. Non volete più interessarvi di opere sociali e culturali ma solo delle nuove porte girevoli dell’istituto di credito? Fatelo e chiudete la Fondazione, almeno risparmiate sul suo costoso apparato…(i politici ivi rappresentati troveranno certamente altra sistemazione remunerata) . I poteri forti non esistono a Genova vero?
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