EDITORIALE
ELEZIONI: CI SARANNO DELLE SORPRESE
La “lunga marcia” elettorale sta terminando, dando la parola (e il voto) ai cittadini, che poi è quella che conta. Tutto il resto, i sorrisi (tanti) e le accuse (poche) reciproche, che si sono scambiati i contendenti, resteranno nella cronaca politica di questa nostra tormentata Repubblica.
Ognuno di noi deciderà in coscienza a quale partito o a quali uomini dare fiducia, sperando non sia mal riposta, come spesso accade. Alcuno voteranno “il meglio”, molti il “meno peggio”, altri eviteranno anche di esprimersi. Un primo dato su cui siamo pronti a scommettere sarà un aumento della percentuale dei non votanti, delle bianche e delle nulle, conseguenza inevitabile dell’arroganza della Casta politica nei confronti del cittadino comune, sempre meno rappresentato e sempre più disgustato dalle valanghe di promesse elettorali che non trovano quasi mai un successivo riscontro.
Un secondo segnale che perverrà dalle urne, a nostro parere, sarà il rifiuto, da parte di una percentuale di elettori superiori al previsto, della logica ” di aggregazione forzata alle due coalizioni”, come se il “voto utile” fosse solo quello dato al PdL o al PD. I partiti minori verrano premiati più di quello che si pensi, proprio perchè l’Italiano non ama sentirsi “costretto” a scelte forzate.
Consideriamo poi che le due coalizioni, in realtà sono entrambe un insieme di Partiti e non una “novità “: Il PD è la somma di DS., Margherita, IdV e radicali; il PdL la addizione di Forza Italia, AN, Lega, MPA, Pensionati, DC di Rotondi, socialisti di Stefania Craxi, repubblicani e Azione Sociale.
La polemica portata avanti sia da Veltroni che da Berlusconi sul “voto utile” (quello dato a loro) e il “voto sprecato” (quello non dato a loro) ha solo determinato “irritazione” nell’elettore, in quanto giustamente un voto è “sempre utile”, se costituisce adesione a idee, valori e programmi. Tutti hanno uguale dignità ed è stato un errore da parte di chi è già forte, dare la sensazione di diventare pure prepotente o arrogante.
Il terzo segnale, pertanto, che ci sentiamo di cogliere nell’opinione pubblica e di “arrischiare” è la previsione che ci saranno delle grosse sorprese, con più “liste minori” che raggiungeranno alla Camera la soglia del 4% e che, anche al Senato, in qualche Regione, supereranno il traguardo dell’8%.
La preoccupazione con cui il PdL, pur ostentando la frase ” i sondaggi ci danno 8- 10 punti davanti al PD”, continua a invocare di “non sprecare il voto” coi partiti minori, dimostra che i margini sono risicati, probabilmente dimezzati ( e addirittura ridotti a 1/4 se consideriamo il vantaggio di 20 punti all’epoca del Governo Prodi).
Merito della campagna elettorale di Veltroni? In minima parte, direi; lui ha avuto l’abilità di ” costruirsi un personaggio”, con un linguaggio moderato e di buon senso, ma poca sostanza e scarse idee, però è riuscito probabilmente a recuperare una bella fetta di delusi da Prodi che non sarebbero andati a votare. E ha saputo gestire bene i media, dando lui “gli argomenti del giorno”, su cui Berlusconi e Fini erano spesso costretti a rincorrerlo.
Questo aspetto già dimostra che è accentuato il “demerito degli altri”. Pensate solo una cosa: alla caduta di Prodi i sondaggi davano il 30% a Forza Italia, il 13% ad AN, almeno un 2% ai piccoli aggregati, ovvero il 45% a cui si doveva aggiungere un 5-6% della Lega, e si arrivava alla maggioranza assoluta del 51%. Dato che la Lega il suo 5% lo rimedierà , se dal 45% si scendesse a un 38% di qualcuno la responsabilità sarà , non pensate?
Per ora ci limitiamo a sottolineare che due partiti distinti, portatori di fasce elettorali in parte non omogenee, se si uniscono determinano una emorragia di consensi e non un incremento. E’ chiaro a tutti che è molto meglio un “accordo programmatico” che una melassa compromissoria. In ogni caso sono stati sbagliati pure i tempi e i modi, con un vertice di AN ( o forse sarebbe meglio dire una monarchia assoluta e neanche troppo illuminata) che ha, con la supponenza tipica di Fini, l’uomo politico più sopravvalutato della penisola, creato un crollo dei consensi in una base disorientata, improvvisamente privata di una “storia personale” di sacrifici e persino del simbolo che era pur sempre “qualcosa di identitario”.
Berlusconi si è mosso male stavolta, forse mal consigliato, ma dimostrando scarsa lucidità . Come si fa ad es. a “criminalizzare” un giorno sì e l’altro pure, Casini, finendo per ridargli fiato e dignità in esubero? Se alla fine Casini, pur abbandonato da tanti che si sono “accasati” nel PdL, prenderà più voti di due anni fa, che figura ci faranno Berlusconi e Fini? Come si fa, altro esempio, come ha fatto Silvio, a “incoraggiare” ( e ci limitiamo per ora a questo aggettivo…) la nascita de “la Destra” di Storace e Santanchè, partecipando entusiasta alla loro Assemblea costituente a Trieste dichiarando ” Mi sento a casa mia” per poi cambiare completamente strada, estromettendoli dalla coalizione? E’ coerenza questa? E’ stile, a tre giorni dal voto, “pilotare” le affermazioni del loro dirigente Luciano Buonocore a favore di un voto disgiunto( al Senato si voti per il PdL, alla Camera per” la Destra”)? La sensazione nell’elettorato è stata che il PdL sia talmente alla frutta che si è dovuto “comprare” Buonocore per recuperare qualche voto. La gente si chiede che ci faceva Buonocore la sera stessa a cena al “Galeone” di Milano con Ignazio La Russa, si chiede se è vero che suo figlio ha acquisito un grosso appalto dalla società “Milano Sport”, collegata al Comune di Milano e controllata da uomini di AN .
E se “la Destra” arriverà oltre il 4% alla Camera e magari in Lazio oltre l’8%, che brillante operazione è stata portata a termine dal vertice del PdL ? Quella di aver perso il premio di maggioranza in Lazio per l’insulsaggine di Fini?
E ringraziate che Giuliano Ferrara ha evitato di presentarsi al Senato…pure lui avete emarginato. Ma chi è lo stratega della coalizione? Ricordate di quanti voti si era perso al Senato due anni fa? Erano 25.000 esattamente. Ma nessuno fece autocritica su due fatti. In Veneto una Lega autonomista prese 60.000 voti grazie a Bossi & Co. che nulla fecero per recuperarla, in Sicilia invece Nello Musumeci ne prese oltre 30.000 con una sua lista catanese, costretto a uscire da AN da Fini che presentò capolista un congiunto della Prestigiacomo…Vogliamo continuare a cazzeggiare ancora a lungo ?
Ultimo aspetto, il più importante: che margine di senatori avrà il Pdl al Senato? Se si fosse presentata la coalizione di due anni fa, sicuramente avrebbe avuto 30-40 senatori di margine. Qua già si teme non siano più di 12 e considerate che i senatori a vita non stanno certo con il PdL… qualcuno ( Bossi) ipotizza di riaggregare nel caso Casini…ma allora perchè l’avreste lasciato fuori prima?
Il segnale più importante è comunque già arrivato dall’alto, dal Corriere della Sera e dagli ambienti che esso rappresenta, a firma del prof. Giovanni Sartori, noto politologo che auspica un bel pareggio al Senato…così si va alla “grande coalizione” senza indugi, quella che oggi tutti “rigettano indignati”… ma che forse sta alla base di tante “operazioni troppo sbagliate per essere vere”…non si è mai visto, dopo due anni di disastroso governo delle Sinistre, un centrodestra in vantaggio di 20 punti costretto ad annaspare con l’alito di un “mestierante della politica” come Veltroni sul collo…
In una gara di atletica, tipo i 5.000 metri, se hai mezza pista di vantaggio e ti fai quasi raggiungere i casi sono due: o ti e’ mancato il fiato o hai volutamente rallentato per non umiliare l’avversario. In politica però, nel secondo caso, non è reato pensare che l’accordo preveda una “convenienza reciproca”, altresì detto “scambio di favori”…
Chi vivrà vedrà …non potremo essere rimproverati di non aver detto quello che pensiamo, con la consueta schiettezza. Non siamo a libro paga di nessuno …
Buon voto a tutti…
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