ELEZIONI REGIONALI: A LATINA DIASPORA NEL PDL E STORACE RISCHIA DI PERDERE NELLA ROCCAFORTE
CENTRODESTRA SPACCATO IN LISTE RIVALI TRA EX AN, EX FORZA ITALIA E CENTRISTI
Diaspora nel Pdl: una grana che rischia di far perdere a Francesco Storace il sempre determinante apporto del Lazio sud alla causa del centrodestra.
Reduci dalla battaglie intestine contro Renata Polverini ed un governo centrale mai tenero con le periferie, i maggiorenti di quel che resta della creatura di Berlusconi decidono comunque di marciare.
Ma in liste diverse. E divise.
Tra i sostenitori dell’ex governatore a caccia del bis molti consiglieri uscenti, in prima linea o nelle retrovie dell’imbarazzante stagione degli scandali alla Pisana
CORSA IN SALITA
La campagna elettorale di Francesco Storace, già in salita per via del ritardo con cui il centrodestra ha individuato il proprio candidato alla Regione Lazio, prosegue all’insegna di un unico grande argomento-motivazione: sovvertire i pronostici che lo danno soccombente e affermarsi come quando, ormai tredici anni orsono, sconfisse Piero Badaloni con il 51,2% delle preferenze , mentre il giornalista prestato alla politica si fermò al 47%.
FRAMMENTAZIONE ECCESSIVA
La non trascurabile guerra di riposizionamento dei big del Pdl a livello regionale e provinciale, conferisce ulteriore incertezza alla sfida nei confronti di Zingaretti: le scissioni del Pdl berlusconiano hanno portato a coagularsi da un lato i vecchi esponenti di Forza Italia, dall’altro una buona dose di ex An nostalgici di una destra identitaria, mentre i centristi hanno scelto una ricetta alternativa che mette insieme Futuro e libertà con l’Udc.
Storace si trova a gestire un panorama frammentato, in cui anche le vecchie certezze rischiano di venir meno.
RISORSE ELETTORALI A RISCHIO
La provincia di Latina per esempio, potrebbe non dare al candidato del centrodestra quell’apporto del 57% di preferenze registrato nel 2005 quando, lo stesso Storace, perdeva sul piano regionale con il 47%, contro Marrazzo che conquistava il 50%. Oppure di non determinare la vittoria del candidato al contrario di quanto accadde con Polverini nel 2010: quando perdeva Roma con il 47,6%, Latina le conferiva voti a palate: il 63,3% ( tant’è che per vantarsene troppo, di lì a poco il sindaco del capoluogo incappò nella sfiducia e cadde), insieme a Frosinone con un ragguardevole 60%.
Anche nel Frusinate, per Storace, la situazione non è rosea.
FRUSINATE E NOMI IN LIZZA
Nelle liste regionali del Pdl a Latina e nel Frusinate restano i signori delle tessere e amministratori eletti (molti di rito forzista) che spesso hanno contestato il proprio partito e le scelte politiche che negativamente sono – o sarebbero – ricadute sul territorio.
Per la Ciociaria i nomi sono quelli di Antonello Iannarilli, presidente della provincia dimissionario, insieme a Mario Abbruzzese, reduce dalla presidenza del consiglio regionale guidato nella torbida stagione degli scandali non senza finirne in qualche modo invischiato.
Con loro anche l’uscente Annalisa D’Aguanno.
Nel Pontino corrono nomi nuovi (eccetto Lilli D’Ottavi consigliera Pdl uscente eletta con un pugno di voti): si tratta di Enrico Tiero (sostenitore di primarie mai svolte), Angelo Tripodi (gasparriano) e Pino Simeone, uomo di fiducia del potente Claudio Fazzone, sempre il più votato nonostante la flessione registrata nel 2010 con 28 mila preferenze. Storace, poi, mette nel listino un altro uomo di Fazzone, il costruttore Michele Nasso.
LA CAMPAGNA ACQUISTI DI MELONI
Si chiama Fratelli d’Italia l’ulteriore spina nel fianco: il movimento di Giorgia Meloni, Crosetto e La Russa ha operato una imponente campagna acquisti in casa Pdl.
Si prende, per candidarlo, il presidente del consiglio comunale di Latina Nicola Calandrini; poi incassa l’apporto del sindaco di Terracina Nicola Procaccini e di quello dello stesso capoluogo Giovanni Di Giorgi. Altro big di preferenze viene lanciato alla Camera: si tratta dell’ assessore comunale Pasquale Maietta.
A Frosinone è fuga di massa: tanti ex Pdl sono ora in lizza con la corrente Meloni-Rampelli.
Pensiamo al vicesindaco del capoluogo ciociaro Fulvio De Santis, all’ex portavoce di Iannarilli Antonio Salvati, all’assessore provinciale Massimo Ruspandini.
GLI «ANTI REGIONE»
In coalizione per Storace anche una lista che paradossalmente non vuole la Regione così com’è, bensi propugna una istituzione fatta delle sole province senza la troppo ingombrante Roma.
Parliamo di Mcl (Movimento cittadini e lavoratori) che ha tra i sui sponsor il presidente della provincia di Latina Armando Cusani.
Quello che ha riconsegnato la tessera del Pdl protestando contro lo scampato riassetto delle province, che non ha mancato di bacchettare un ministro di Berlusconi come Stefania Prestigiacomo, e che è in eterna lotta con la Regione sul tema del ciclo dei rifiuti, sino all’ultima battaglia sulla questione del conferimento dei rifiuti romani a Latina sulla scorta del decreto Clini.
Il movimento è presieduto da Giuseppe Paliotta e tra i candidati in Ciociaria schiera il sindaco di Ripi Gianni Celli, anche lui ex Pdl.
FRANCESCO E RENATA
Intanto Francesco Storace corre ai ripari prendendo con sè quel che resta dell’esperimento Città Nuove.
Dopo aver irrimediabilmente perso Gianfranco Sciscione, ex polveriniano divenuto presidente dell’Ater che ha ottenuto la candidatura in quota Udc per la Bongiorno, l’ex governatore accoglie in lista con la Destra Alessandra Mandarelli che era stata eletto alla Pisana con la lista di Renata Polverini.
A Latina invece corre il consulente della Polverini, ex Ugl , Claudio Durigon, inserito nella lista Storace.
Alla fine resta un dubbio: se tutte queste truppe, pur marciando divise, riusciranno a colpire unite.
Michele Marangon
(da “il Corriere della Sera“)
Leave a Reply