RIMBORSI LOMBARDIA: TRA IMBARAZZO E CONFUSIONE IL CENTROSINISTRA TENTA UNA DIFESA
INDAGATI I CAPIGRUPPO DELL’OPPOSIZIONE… CONTESTATO ANCHE UN BARATTOLO DI NUTELLA
Sospendere la campagna elettorale o proseguire seguendo la linea Ambrosoli: dimissioni in caso di rinvio a giudizio.
Il centrosinistra lombardo prova una difesa tra imbarazzi e confusione.
Le spese contestate ai consiglieri dell’opposizione, 29 in tutto quelli iscritti dalla Procura di Milano, sono di entità inferiore, per esempio, rispetto ai 6000 euro spesi (e poi restituiti) dal leghista Galli per il matrimonio della figlia o i quasi 1000 euro spesi dalla Minetti per una cena al Principe di Savoia.
Ma pongono immediatamente un dilemma morale e politico: si può fare la campagna elettorale con un avviso di garanzia in tasca?
Il centrosinistra dovrà stabilire se un invito a comparire davanti ai magistrati è una patente di impresentabilità tale da compromettere le candidature, quelle regionali ma soprattutto quelle per un seggio a Roma che sono vincolate alle preferenze.
Sul punto i diretti interessati pesano le parole e fanno valere come un mantra la linea tracciata dall’avvocato candidato al Pirellone.
Ma il problema della credibilità dei candidati che affrontano le urne resta e sarà oggetto di riunioni nei prossimi giorni.
Il centrosinistra, del resto, ha l’esigenza di marcare una differenza dal centrodestra caduto su creme di bellezza, cene da migliaia di euro e cartucce da caccia rimborsate come attività di rappresentanza.
Ma al momento le poche informazioni non lo consentono e a prevalere è l’imbarazzo
Ci sono i capigruppo di Pd, Sel, Idv, Pensionati e Udc al Pirellone tra i ventinove indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano con al centro l’ipotesi di peculato sui presunti rimborsi sospetti.
Secondo quanto si apprende tra gli indagati figurano Luca Gaffuri (Pd), Chiara Cremonesi (Sel), Stefano Zamponi (Idv), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) e Gianmarco Quadrini (Udc).
Dei 29, sette non hanno ricevuto un invito a comparire, perchè la loro posizione viene ritenuta più leggera vista la scarsa rilevanza delle spese effettuate coi soldi pubblici: per loro si va quindi verso l’archiviazione.
Nell’invito a comparire al consigliere Pd Carlo Spreafico gli vengono contestate le richieste di rimborso seguenti: una Nutella a 2,70 euro, il dvd di un corso d’inglese a 146,80 euro, un aperitivo a 6 euro e la quota associativa all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia anno 2008, 101 euro.
E poi 4000 euro per due quadri del pittore lecchese Romano Tojani, una videocamera da 1058 euro, una fotocamera reflex digitale da 953,60 euro, un Blackberry per 399 euro, il dvd di «Hercules» e una tv per 168,90 euro.
Tra le altre spese sospette anche 160 euro dal gommista e acquisti per 126 e 66 euro in cartolibreria.
A Giuseppe Civati viene contestata una somma complessiva di 3145,99 euro negli anni 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 per spese – si legge nell’invito a comparire – «estranee all’espletamento del mandato».
Tra queste vengono segnalate molte corse in taxi, qualche posteggio, biglietti ferroviari, francobolli, pernottamenti in hotel.
Tra gli indagati anche Alessandro Alfieri (Pd), Angelo Costanzo (Pd), Chiara Cremonesi (Sel), Enrico Marcora Udc), Carlo Porcari (Pd), Francesco Prina (Pd) e Antonio Viotto (Pd).
I capigruppo regionali dei partiti, favorevoli alla proposta avanzata da Ambrosoli, hanno dichiarato che i candidati consiglieri alle elezioni regionali di Pd e Idv si impegnano a rassegnare le dimissioni, se una volta eletti dovessero essere rinviati a giudizio.
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