ELEZIONI ROMANIA: L’EUROPEISTA IOHANNIS STRACCIA LA SOVRANISTA EX COMUNISTA VIORICA DANCILA
IL LEADER LIBERALE ANTICORRUZIONE CONFERMATO CON IL 66,5% CONTRO IL 33,5% DELLA EX PREMIER
Quasi trent’anni dopo la sanguinosa rivoluzione che nel dicembre 1989 rovesciò il tiranno comunista Nicolae Ceausescu, la Romania ha confermato la sua voglia di restare nell’Europa dove tornò allora e infligge una pesantissima sconfitta a sovranisti, autocrati e nazionalpopulisti di tutto il continente.
Al secondo turno delle elezioni presidenziali a suffragio universale in corso oggi il candidato europeista e anticorruzione, il capo dello Stato uscente e centrista-conservatore Klaus Iohannis, ha vinto contro la sua rivale, l’ex premier socialdemocratica Viorica Dancila.
Secondo i primi exit polls dalla capitale Bucarest Iohannis ha ottenuto il 66,5 per cento dei consensi contro il 33,5 per cento della rivale.
Per i socialdemocratici (ex comunisti, di fatto sovranisti mimetizzati da sinistra, autocrati e corrottissimi) è la piຠgrave disfatta dalla caduta del Conducator, Ceausescu appunto
Così il capo dello Stato europeista e anticorrotti confermato di larga misura dal voto popolare si avvia a un facile periodo di coesistenza con il governo guidato da Ludovic Orban, liberale come lui e in alleanza con Alde e socialisti dissidenti, fino alle elezioni parlamentari dell’autunno dell’anno prossimo.
E potrà continuare la sua politica di lotta alla corruzione e accelerazione dell’integrazione nell’Unione europea di cui Bucarest è il piຠimportante membro sudorientale.
Per capire situazione e posta in gioco per l’Europa è bene spiegare le particolarità degli schieramenti politici della Romania, il più importante Paese sudesteuropeo membro dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica.
Rispetto a molti altri Stati Ue, posizioni e scelte politiche sono rovesciate.
Klaus Iohannis, centrista-conservatore eletto presidente a sorpresa nel 2014 sull’onda della protesta della società civile forte già allora contro corruzione e abusi di potere del partito socialdemocratico (erede del Partito comunista) rappresenta infatti èlites ed elettori decisi a rafforzare l’impegno romeno nella Ue, a modernizzare il Paese, a combattere contro il cancro della corruzione.
I socialdemocratici al contrario sono, rispetto all’Europa, su posizioni di difesa a oltranza dell’indipendenza che evocano molto da vicino quelle di leader sovranisti e nazionalconservatori-populisti al potere altrove nell’ex “Impero del Male” sovietico, da Viktor Orbà¡n in Ungheria a Jaroslaw Kaczynski in Polonia.
Il capo storico e padrino-padrone del Psd romeno, Liviu Dragnea, da sempre nemico giurato del capo dello Stato attuale e probabilmente futuro, è attualmente in prigione condannato a tre anni e mezzo per corruzione forse anche con fondi europei.
E i socialdemocratici hanno tentato di occupare le istituzioni secondo la ricetta magiara, esautorando l’indipendenza della magistratura.
“Ho condotto la mia campagna elettorale e sono andato a votare per dare ai cittadini una Romania normale, moderna, europeista”, ha detto Klaus Iohannis andando a deporre la scheda al suo seggio di residenza.
Viorica Dancila al contrario, usando toni decisamente sovranisti, ha promesso “la difesa dei romeni e degli interessi nazionali prima di tutto”, un concetto che evoca Marine Le Pen, Orbà¡n o la destra italiana.
Come l’ex ministro degli Esteri Cristian Diaconescu ha spiegato alla Agence France Presse, “Iohannis è l’unico che può garantire una Romania ancorata alle scelte a favore dell’Unione europea e della Nato, una Romania occidentale e prevedibile”.
Al primo turno delle elezioni presidenziali, Iohannis aveva raccolto il 38 per cento dei consensi, Viorica Dancila solo il 22.
Salvo sorprese come un forte astensionsimo, tutto indica che la maggioranza degli elettori degli altri candidati, bocciati al primo turno, sceglieranno Iohannis e non la ex premier. La quale, dopo 21 mesi di governo caotico e scontri continui con i giudici, aveva perso la maggioranza. L’attuale governo minoritario guidato dal centrista Ludovic Orbà¡n è vicino a Iohannis.
La nuova alleanza tra partiti europeisti in Parlamento era sembrata preannunciare il successo del capo di Stato uscente al voto di oggi, come anche una sua vittoria importante sulla scena europea: la supergiudice anticorrotti Laura Codruta Kà¶vesi, eroina della società civile, prima costretta dai socialdemocratici a lasciare la Directia Nationala Anticoruptiei e condannata assurdamente per accuse prefabbricate e false di corruzione, in un procedimento-farsa, agli arresti domiciliari, è stata scelta dopo le elezioni europee come primo supermagistrato anticorruzione della Ue.
La Romania, dopo i decenni di terrore oppressione e miseria di Ceausescu — che si faceva chiamare “Conducator”, duce, come decenni prima il maresciallo Antonescu alleato dell’Asse nella Seconda guerra mondiale, vive da anni un impetuoso sviluppo economico, con la crescita del prodotto interno lordo piຠveloce nell’intera Unione europea.
Corruzione e carenze gravi delle infrastrutture, pesano sul miracolo economico, come la fortissima emigrazione, anche in Italia.
(da “La Repubblica”)
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