ELLY GETTA NEL PANICO I NOTABILI DEL PD: CINQUE DONNE COME CAPILISTA ALLE PROSSIME EUROPEE TRA CUI LUCIA ANNUNZIATA NEL COLLEGIO MERIDIONALE
RISCHIANO DI ESSERE DECLASSATI PRESIDENTI DI REGIONE, SINDACI, DEPUTATI DI LUNGO CORSO CHE PUNTAVANO A UNA CANDIDATURA SICURA… SE VORRANNO CANDIDARSI, I MASCHI DOVRANNO FARLO PER SECONDI
L’indicazione non è ancora arrivata alla truppa parlamentare di stanza a Strasburgo, ma è bastato che cominciasse a circolare sotto forma di indiscrezione per seminare il panico fra uscenti e cacicchi del Pd.
Tutti quelli che, prima del trionfo a sorpresa di Elly Schlein alle primarie, già pregustavano una candidatura alle Europee, convinti di aver guadagnato la posizione giusta per elevarsi sulla mischia di pretendenti dem a un seggio nell’Unione.
Presidenti di Regione, sindaci, deputati di lungo corso: sono gli aspiranti alla testa di lista –golden share che garantisce un effetto trascinamento – ora assai preoccupati per l’impostazione che la segretaria intende dare alla campagna elettorale. All’insegna del rinnovamento: profondo.
Ciò non significa che verrà impedito a chi lo desideri di gareggiare, al netto di Qatargate e scandali vari che, va da sé, escluderanno i coinvolti. Del resto si vota con il proporzionale
Per quanto riguarda i capilista, però, sarà Schlein in persona a sceglierli, uno per uno. Facendosi guidare da un criterio per la verità utilizzato in passato dal più detestato dei suoi predecessori, Matteo Renzi: dovranno essere donne le capitane del Pd nelle cinque circoscrizioni in cui è suddivisa l’Italia. Privilegiando, se è possibile, figure esterne o rimaste fuori dal consueto circuito di correnti e correntine che fin qui ha gestito il Nazareno.
Se la decisione sulle capilista verrà confermata, lascerà sul campo molti scontenti. È noto, a dispetto delle smentite, il desiderio di Stefano Bonaccini di competere da capolista nel Nord-Est. Come risaputi sono gli accordi, poi sfumati, sulle altre circoscrizioni: con la vittoria del governatore emiliano ai gazebo, il sindaco di Firenze Dario Nardella avrebbe guidato la lista dem nell’Italia centrale. Mentre il Sud era stato prenotato dal presidente pugliese Michele Emiliano, il quale avrebbe spianato la strada per la Regione ad Antonio Decaro, primo cittadino di Bari.
Un puzzle finito adesso per aria. Se vorranno candidarsi, i maschi dovranno farlo per secondi. Con l’altra metà del cielo sopra. Costretti a correre in tandem, ma a parti invertite.
Il che potrebbe inaugurare nel Pd uno scenario da lotta fratricida: specie in quei territori – come il Centro, che raggruppa Lazio, Umbria, Marche e Toscana – dove gli uomini sono in overbooking e Schlein medita di piazzare in cima Marta Bonafoni, fresca coordinatrice della sua segreteria. Oltre a Nardella e agli uscenti a caccia di riconferma, si dice infatti che anche Nicola Zingaretti voglia tornare a Strasburgo. E pure Paolo Gentiloni, il commissario europeo che agli amici continua a ripetere di volersi ritirare a vita privata, ma difficilmente rifiuterebbe il primo posto della lista.
Nel collegio meridionale, al quale aspira Emiliano, la candidata non sarà – come lei crede e spera – Pina Picierno, attuale vicepresidente dell’Europarlamento. Da qualche giorno gli spifferi del Transatlantico raccontano di un corteggiamento serrato a Lucia Annunziata, l’ex presidente Rai in odore di divorzio dai nuovi vertici sovranisti.
La conduttrice di Mezz’ora in più, che quattro anni fa rifiutò le avance Pd, sarebbe la capolista ideale per il partito che Schlein ha in testa: grande reputazione, solide relazioni internazionali, epurata dalla destra. Imbattibile. Maschi permettendo.
(da La Repubblica)
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