ENRICO LETTA NON CI RIPENSA: “LASCIO LA POLITICA, I PARTITI TRADIZIONALI SONO MORTI”
L’EX PREMIER PARLA DEL SUO FUTURO
Enrico Letta annuncia l’addio alla politica: “Oggi tocca ad altri”.
Tornerebbe a far politica?, gli chiede Chiara Giannini del Giornale: “No, assolutamente no – risponde – Sto benissimo dove sono”.
Così l’ex premier chiarisce i suoi progetti per il futuro, un futuro lontano dall’agone.
Un’intervista confessione al Giornale nella quale Letta spiega le ragione del suo addio
È stata una scelta che ho fatto, quella di impegnarmi in una professione che mi appassiona e credo sia giusto così. Oggi tocca ad altri assumersi le responsabilità politiche per le scelte che fanno. Io osservo e do il mio contributo in un altro modo
L’ex premier poi tocca tutti i temi d’attualità come il tema del terrorismo: “È difficilissimo da combattere, quello suicida ed è il più terribile. Sicuramente c’è bisogno di cooperazione tra le forze di polizia e lo scambio di informazioni”.
L’ex premier poi vaticina la fine dei partiti tradizionali
C’è necessità di risposte diverse da quelle date dai partiti nel passato. Quelli tradizionali sono crollati – dice -, si sono suicidati. Credo ci sia bisogno di interrogarsi su quali siano le forme con cui fare politica. Ho seri dubbi sul fatto che la costruzione dei vecchi partiti sia la soluzione. Continuare su strade che hanno una difficoltà a far transitare messaggi positivi nuovi è sbagliato, perchè i partiti tradizionali sono visti dai cittadini come tutto ciò che è privilegio, conservazione e classe dirigente che non ascolta i problemi
Sentito anche dalla Stampa Letta ha invitato l’Italia a non restare indietro nel progetto di integrazione europea lanciato da Francia e Germania
Tutti gli indizi dicono che Macron e Merkel stanno per avviare con forza un progetto di rilancio dell’integrazione europea”, “si comincerà dopo il voto tedesco e il quadro dovrà essere chiarito entro metà 2018”.
L’Italia non deve perdere questo treno, “deve essere nel vagone di testa”, anche se “c’è il rischio di un’instabilità politica” legata al voto di primavera.
(da “Huffingtonpost”)
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