FICO RIACQUISTA LA PAROLA: “CHIEDERE SCUSA AI BIMBI DI LODI E RIAMMETTERLI ALLA MENSA”
MA PER LA SINDACA “VALE IL REGOLAMENTO”, COME SE UN SUO REGOLAMENTO IN CONTRASTO CON LA LEGGE FACESSE TESTO… SE IN ITALIA CI FOSSE UN GOVERNO SERIO LA SINDACA SAREBBE GIA’ COMMISSARIATA
“Nel momento in cui si fa una delibera che in modo conscio o in modo inconscio crei delle discriminazioni così importanti si deve solamente chiedere scusa. Dopo le scuse questi bambini potranno rientrare tranquillamente nella mensa”.
Così il presidente della Camera, Roberto Fico, a Napoli in merito alla vicenda della mensa di Lodi. L’esponente M5S è l’ultimo dei big gialloverdi a schierarsi con i bambini stranieri esclusi di fatto dalla mensa (in quanto costretti a pagare la retta massima) nel Comune lombardo.
Fico per cavarsi dall’impasse (la sindaca di Lodi, leghista, fa riferimento alla sua maggioranza) valorizza la grande reazione popolare: “Questi 200 bambini non potevano andare in mensa perchè non se lo potevano più permettere essendosi ritrovati all’improvviso nella fascia più alta; sono stati raccolti circa 60mila euro per permettere di andare a scuola fino a dicembre e questo è fondamentale. Ci rendiamo conto come ogni volta che si crea un’ingiustizia il Paese è pronto a rispondere”. Arrivando a invocare il fatto che “la nostra Repubblica è forte, i nostri valori sono saldi a partire da quelli costituzionali”.
Il presidente della Camera è intervenuto anche sul caso Riace, sia pure con la premessa che se “la situazione è complessa e ne parlerò tra qualche giorno”.
Per ora ha sottolineato che “Non c’è solo Riace nel Paese. Gli esempi di integrazione, di cooperazione, di diffusione sono in tutta Italia”, e definito “via maestra” l’accoglienza diffusa, che crea non concentrazione, ma diffusione anche di integrazione”. Su questo ha concluso, “non c’è ombra di dubbio”. E ha tenuto a precisare: “Non parlo di Riace”.
Ma già da ieri i leader di Lega e 5Stelle avevano aperto in ordine sparso, sconfessando nei fatti la linea dura della sindaca di Lodi, Sara Casanova.
Ma la sindaca, interpellata dall’Ansa stamattina, non fa una piega: “Certamente il Regolamento rimane in vigore, la legge deve valere per tutti”.
La legge sua, ovvimente.
E contro la linea di Sara Casanova si sono schierati decine di sindaci di piccoli centri, ultimo Enrico Pusceddu, primo cittadino dem di Samassi (Sardegna), che provocatoriamente spiega: “Ci rendiamo disponibili ad attivare qualsiasi iniziativa, anche di natura economica, per supportare il Comune di Lodi nella fornitura dei pasti a tutti i bambini stranieri che avessero difficoltà a produrre le certificazioni da Voi richieste”.
(da agenzie)
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