FILLON, LA GRANDE RIMONTA DEL TERZO INCOMODO, IL PIU’ LIBERALE DI TUTTI
INTERVISTA AL POLITOLOGO CANN CHE NE AVEVA PREVISTO IL SUCCESSO: “SARKOZY DIVIDE, JUPPE’ TROPPO SULLA DIFENSIVA”
Per mesi e mesi queste primarie francesi del centrodestra sono sembrate una noiosa battaglia dall’esito scontato: nonostante la presenza di sette candidati, si trattava di una partita a due, tra Alain Juppè e Nicolas Sarkozy.
E con il primo dato costantemente come vincente. Poi, invece, qualcosa è cambiato. Ce lo spiega Yves-Marie Cann, politologo, direttore degli studi politici di Elabe, a Parigi.
Cos’è successo?
«Da tre settimane Franà§ois Fillon beneficiava di una dinamica favorevole nei sondaggi”
Com’è riuscito a risalire la china Fillon?
«Grazie ai dibattiti fra i candidati organizzati in tv a tre riprese (l’ultimo giovedì sera). L’audience è stata sempre molto alta. E tanti elettori potenziali delle primarie del centrodestra hanno riscoperto questo personaggio politico, che fu premier durante tutti i cinque anni della presidenza Sarkozy».
Cosa piace di Fillon?
«Sul piano economico, ha un programma liberale, il più liberale di tutti i candidati. E sui valori, fa prova di un conservatorismo che genera simpatia tra tanti elettori della sua famiglia politica. Al tempo stesso ha un temperamento calmo e un piglio serioso: così diverso da Sarkozy, che, invece, divide molto i francesi e anche la destra».
Perchè il sindaco di Bordeaux Juppè cala?
«Non ha preso rischi nella campagna, non è andato all’offensiva. Ora paga questa strategia».
Le ultime rivelazioni su possibili finanziamenti di Gheddafi a favore di Sarkozy nella campagna delle presidenziali del 2007 hanno un’influenza negativa sul candidato? O l’elettorato della destra è impermeabile a questo tipo di notizie, un po’ come succedeva un tempo per Berlusconi in Italia?
«No, questo tipo di rivelazioni non fa per niente bene a Sarkozy. La sua immagine soffre degli scandali già da 2-3 anni.
In ogni caso, le differenze programmatiche fra i tre non sembrano così forti…
«Si tratta soprattutto di una battaglia tra le personalità . E per trovare le differenze bisogna scendere ai dettagli: guardare alle misure concrete, più che alle idee generali».
Ad esempio?
«Tutti e tre vogliono ridurre il numero dei funzionari pubblici. Ma Fillon vuole tagliare addirittura 500mila posti, Sarkozy 300mila e Juppè 250mila. Dove, invece, i punti di vista sono nettamente più distanti è sul fisco: Juppè, ad esempio, non prevede tagli all’imposta sui redditi, previsti invece da Sarkozy. E, anzi, il sindaco di Bordeaux vuole aumentare l’Iva».
Sul piano economico prevedono tutti riforme ambiziose, in un Paese bloccato dai sindacati qualche mese fa per una riforma del mercato del lavoro davvero poco ambiziosa. Come faranno a realizzare i loro “libri dei sogni”?
«Ce lo chiediamo tutti. Anche perchè, se, come probabile, il candidato del centro-destra andrà alle presidenziali al ballottaggio con Marine Le Pen e vincerà , lo farà anche con i voti degli elettori della sinistra decisi a sbarrare la strada alla candidata del Front National. Ecco, in quel caso il presidente uscente sarà ancora meno legittimo per realizzare un programma davvero molto a destra, come previsto in questa campagna».
A proposito, ma siamo sicuri che il candidato del centro-destra possa davvero imporsi fra cinque mesi, in un eventuale ballottaggio, contro la Le Pen?
«Le inchieste d’opinione, almeno per il momento, dicono di sì. E qualsiasi sia il candidato del centro-destra. Però, Juppè o Fillon realizzerebbero dei risultati importanti, superiori al 60% o anche vicino al 70%. Mentre con Sarkozy sarebbe più complicato, perchè meno numerosi andrebbero a votarlo gli elettori di sinistra».
Leonardo Martinelli
(da “La Stampa”)
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