FINALMENTE DUE GRILLINI COERENTI, NUGNES E MANTERO: “VOTIAMO CONTRO IL DECRETO SICUREZZA”
NON TUTTI IN ITALIA SI SONO VENDUTI AI RAZZISTI PER UNA CIOTOLA DI MINESTRA… LA SENATRICE DISERTERA’ IL VERTICE CHIESTO DA DI MAIO: “FUORI TEMPO MASSIMO”
“Voglio votare contro questo provvedimento, partito male, ma nel caso di un’eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi”.
Così la senatrice ribelle dei 5S, Paola Nugnes, a margine dei lavori della Commissione affari costituzionali del Senato sul dl sicurezza. “Io – aggiunge – sono portatrice della visione originaria, iniziale, del movimento e non condivido questa sua trasformazione alla quale sto assistendo”.
Il capo politico e vicepremier Luigi Di Maio ha convocato, per le 21.30 di stasera, un’assemblea congiunta per sciogliere i nodi relativi ai dossier più spinosi: dal Tap al decreto sicurezza, passando per la manovra finanziaria. Ma la riunione sarà disertata dalla senatrice Nugnes. “Siamo fuori tempo massimo – spiega all’Adnkronos – per parlare del decreto sicurezza e per cercare un modo di partecipare e collaborare”.
Neanche Elena Fattori e Matteo Mantero (altri due senatori contrari al decreto sicurezza) saranno della partita.
La prima “per ragioni personali”. Il secondo per motivi di tempo: “Purtroppo hanno spostato l’assemblea a questa sera e non potrò esserci”, spiega Mantero.
“Il decreto sicurezza? Io non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia”, ha aggiunto Mantero a Un Giorno da Pecora.
“Me ne assumo la responsabilità , come farà chi voterà a favore. Siamo tutti compatti come una testuggine, bisogna vedere però in che direzione va: in questo momento ha scarrocciato verso destra, bisognerebbe riportarla più al centro della strada” aggiunge
La fronda interna M5s cresce, con i dissidenti sempre più insofferenti verso una linea che ritengono del tutto subalterna a quella di Salvini, o incorente, come nel caso Tap, con i comitati contrari al gasdotto in Puglia che hanno deciso divorziare dal Movimento, bruciando le bandiere.
Ha fatto scalpore il post della senatrice Elena Fattori, laddove scriveva: “Alleanza con la Lega, Tap, Ilva, migranti, condoni. Se mesi fa avessi raccontato questo mi avrebbero rincorso con i forconi”.
Sul decreto sicurezza la questione dei numeri potrebbe rappresentare un pericolo durante l’esame in aula al Senato, dove il provvedimento approderà lunedì.
Tutto, quindi, si gioca su una manciata di voti in quanto i numeri della maggioranza a palazzo Madama non garantiscono ampi margini di sicurezza.
M5s e Lega possono contare sulla carta su 6 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta: con i 58 senatori leghisti e i 109 pentastellati, il governo ha una maggioranza di 167 voti, la maggioranza assoluta è fissata a quota 161.
Tutte le altre forze di opposizione, invece, hanno sempre sulla carta 151 voti: quindi una differenza di 16 voti. Al momento i dissidenti M5s usciti allo scoperto sono 4: Matteo Mantero, Paola Nugnes, Elena Fattori e Gregorio De Falco.
Se tutti e quattro confermeranno di non votare a favore del decreto, la maggioranza scenderebbe a 163, due voti in più rispetto alla maggioranza assoluta. Ne consegue che, anche se tutte le opposizioni dovessero votare compatte contro, il governo non avrebbe problemi.
(da agenzie)
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