FINANCIAL TIMES: LA CLASSE MEDIA IN CRISI, PIÙ PICCOLA E PIÙ POVERA
IN AMERICA CALA DI DUE PUNTI, IN EUROPA CRESCE SOLO AL NORD… E NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO NON CREA BENESSERE
La classe media globale è più piccola e più povera di quanto pensavano gli economisti.
Lo mostra un nuovo studio realizzato dall’istituto Pew Research Center e pubblicato sul Financial Times.
Dalla ricerca emerge il quadro di una prosperità trincerata nelle economie degli Stati Uniti e dell’Europa, e di un mondo molto più diviso rispetto a come era stato descritto in studi precedenti.
Definire il significato di “classe media” — fa notare il FT — è sempre stata un’impresa difficile e fonte di grandi dibattiti tra gli economisti. Le ultime stime avevano quantificato il volume della classe media mondiale a circa due miliardi di persone. Una stima troppo generosa, sentenzia lo studio del Pew Research Center, secondo cui — anche prendendo la definizione più ampia di “classe media” e considerando chi vive con da 10 a 100 dollari al giorno — soltanto 1,7 miliardi di persone possono essere considerate classe media alla fine del primo decennio di questo secolo.
“La classe media globale è più piccola di quel che pensiamo, è meno benestante di ciò che pensiamo, ed è più concentrata dal punto di vista regionale di quanto pensiamo”, ha spiegato al FT Rakesh Kochhar, autore principale dello studio.
A livello globale, nel 2011 (l’ultimo anno di cui sono disponibili tutti i dati) il 71% della popolazione mondiale è ancora classificato come “povero” o “basso reddito”.
Malgrado i grandi cambiamenti registrati in Cina e in altre parti dell’Asia, ci sono stati solo progressi incrementali in ampie parti del mondo in via di sviluppo.
Solo il 16% della popolazione mondiale vive con redditi superiori a ciò che negli Stati Uniti viene considerata soglia di povertà (nel 2011, 15,77 dollari al giorno).
La stragrande maggioranza dei nuclei familiari più benestanti (coloro che vivono con oltre 50 dollari al mese) è concentrata in Nord America e in Europa.
Nel 2011 circa l’87% della popolazione benestante mondiale (redditi alti) viveva in queste due regioni, una percentuale poco inferiore rispetto al 91% registrato nel 2001.
Malgrado la sproporzione rispetto al resto del mondo, anche negli Usa e in Europa (soprattutto nell’area mediterranea) la classe medio-alta ha arrancato nell’ultimo decennio.
In Nord America i redditi alti sono scesi dal 58 al 56% nel 2011, mentre gli avanzamenti registrati in Europa sono concentrati in Paesi come Germania, Danimarca, Norvegia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Islanda e Finlandia.
(da “Huffingtonpost”)
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