FIRME FALSE M5S PALERMO, LA SCENA MUTA DELLA DEPUTATA GIULIA DI VITA
IN SILENZIO ANCHE IL MARITO DELLA LUPO… ENTRAMBI SI SONO RIFIUTATI DI FARE IL SAGGIO GRAFICO PER LA PERIZIA CALLIGRAFICA
Qualche giorno fa le ricordavano su Twitter che chiedeva di pubblicare tutte le intercettazioni.
Oggi la deputata del MoVimento 5 Stelle attualmente sospesa Giulia Di Vita ha deciso di non rispondere alle domande dei pubblici ministeri in qualità di indagata nella vicenda delle firme false per le comunali del 2012 a Palermo.
C’è da ricordare che la Di Vita aveva parlato con i magistrati quando era stata sentita in qualità di testimone (il testimone non può avvalersi della facoltà di non rispondere).
L’ADN Kronos poi scrive che la deputata M5S e l’attivista Riccardo Ricciardi, marito della deputata Loredana Lupo, entrambi indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle firme false di Palermo, si sono rifiutati di fare il saggio grafico, chiesto dai pm durante l’interrogatorio.
Dopo essersi avvalsi della facoltà di non rispondere, i due, assistiti dall’avvocato Antonina Pipitone, hanno anche deciso di rifiutare la prova grafica chiesta dai magistrati per fare la comparazione della scrittura con le firme falsificate.
Nei giorni scorsi anche i deputati Riccardo Nuti e Claudia Mannino, entrambi indagati, avevano rifiutato di fare il saggio grafico.
Prima di lasciare la procura, la deputata ha parlato con i giornalisti, senza dire molto: «Non ho niente da dire, non voglio dire niente e ai miei elettori parlerò quando voglio e come voglio». E a chi le chiedeva se risponderà a breve agli elettori replicava: “Chi vivrà , vedrà “.
Nel pomeriggio Riccardo Nuti ha rotto il silenzio sulla sua pagina Facebook, proclamandosi di nuovo innocente ma senza fornire la sua versione dei fatti.
Una scelta legittima vista la sua posizione di indgato, ma curiosa visto il ruolo in Parlamento: una scelta comunque che accomuna tutti e tre i deputati e gli altri indagati.
L’accusa sostiene che ad essere riuscita sarebbe stata solo la ricopiatura di circa 1200 firme a sostegno della lista per le elezioni nel Comune capoluogo dell’Isola.
E per questo la Di Vita è stata indagata, assieme ad altre 12 persone, numero destinato ad aumentare.
Fra gli altri indagati — tutti rimasti in silenzio davanti ai pm — ci sono i parlamentari Nuti e Mannino, l’attivista Busalacchi, l’avvocato Francesco Menallo e il cancelliere Giovanni Scarpello.
Lo scambio delle mail testimonia chi probabilmente c’era e chi no. Pochissimi i riferimenti espliciti all’operazione della ricopiatura, oggi ammessa da quattro dei protagonisti: Claudia La Rocca, Giorgio Ciaccio, Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso.
(da agenzie)
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