“FRATELLI D’ITALIA HA DIRITTO A INDICARE IL CANDIDATO IN VENETO”: FLAVIO TOSI, EX SINDACO LEGHISTA DI VERONA E ORA DEPUTATO DI FORZA ITALIA (E ARCINEMICO DI LUCA ZAIA), MINIMIZZA L’APPORTO DI UN’EVENTUALE LISTA DEL “DOGE”
“IL CENTRODESTRA UNITO STRAVINCE ANCHE SENZA. I TRE PARTITI INSIEME CUBANO QUASI IL 60%. IN VENETO IL CENTRODESTRA HA SEMPRE VINTO. LA LEGA NON CORRERÀ MAI DA SOLA. SE SUCCEDESSE, VA GIÙ IL GOVERNO”… “NESSUNO HA DIRITTI PARTICOLARI RISPETTO A UNA PARTE DEL TERRITORIO. CI DEVE ESSERE UN CRITERIO E IN VENETO FDI È IL PRIMO PARTITO…”
«Il Veneto alla Lega? Non c’è logica. Non c’è un criterio». Flavio Tosi, già sindaco di Verona per la Lega, oggi è deputato e segretario di Forza Italia in Veneto: ed è il più convinto nemico dell’ipotesi che la Regione resti alla Lega.
Eppure, circolano già dei nomi.
«Se è per quello, da Forza Italia Antonio Tajani ha proposto il mio nome. Poi, però, bisogna vedere il più indicato. E io, pur essendo di FI, riconosco pienamente il diritto di FdI a indicare il candidato: non ha un governatore in tutto il nord e il suo miglior risultato nazionale lo ottiene proprio qui. Insomma: se uno deve dire chi ha più titolo, a me pare chiaro».
Non c’è una specificità veneta di cui tenere conto?
«Non lo so. So che prima di Luca Zaia, c’era Galan di Forza Italia. E prima ancora, la Dc.
Lo stesso vale per la Lombardia e il Piemonte: prima della Lega c’era Forza Italia».
Insomma, governa chi ha i numeri?
«A me sembra ovvio. Nessuno ha diritti particolari rispetto a una parte del territorio».
Fu Silvio Berlusconi a riconoscere a Umberto Bossi Lombardia e Veneto. Giorgia Meloni, da federatrice, non potrebbe seguire una strada del genere?
«Certo. Però ci deve essere un criterio. Un criterio che valga per questa elezione e per la prossima. Anche per rispetto nei confronti degli elettori»
Il suo pronostico?
«A rigor di logica, le ho detto: in Veneto, Fdi è il primo partito nella sua prima regione per consenso. Possono esserci altre ipotesi, certo. Ma è chiaro che FdI vorrà la guida in Lombardia. Da qualche parte una compensazione deve pur esserci. Anche se nel 2028…».
Luca Zaia ieri si è rivolto a Giorgia Meloni, «brava direttrice di orchestra». Il governatore, e la Lega, puntano a una lista con il suo nome, anche se lui non può essere candidato.
«Partirei da un dato. Il centrodestra unito stravince anche senza la lista Zaia. I tre partiti insieme cubano quasi il 60%. In Veneto il centrodestra ha sempre vinto. Sempre».
Zaia osserva che occorre un mandato più forte, quello che si potrebbe ottenere superando il 60%.
«Lui dice che la sua lista fa il 45%. Se il centrodestra facesse il 70, vorrebbe dire che la lista Zaia ha svuotato il centrodestra».
Dice anche che la maggioranza sarebbe solo di 30 consiglieri contro 20. Mentre oggi è 44 su 50.
«È cosa da far tremare i polsi? Tutti hanno sempre governato 30 contro 20. Anche Zaia, prima dell’ultimo mandato».
È possibile che la Lega corra da sola?
«Non accadrà mai. Se succedesse, va va giù anche il governo»
(da Corriere della Sera)
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