FRATELLI D’ITALIA, IL BILANCIO DEL PARTITO: 600.000 EURO DALLE AZIENDE, FONDI DEL 2 X MILLE TRIPLICATI
I SOLDI VANNO DOVE GIRA IL VENTO
La fiamma resta bella accesa, perlomeno andando a spulciare i conti del bilancio di Fratelli d’Italia. Primo partito alle elezioni di settembre 2022, primo partito in Parlamento e nei sondaggi, pure a livello economico non potrebbe andar meglio.
Merito anche dei contributi da parte di aziende e associazioni, passati da poco più di 0 euro nel 2021 (16 mila per l’esattezza) ai 600 mila euro del 2022: quando si ha il vento in poppa gli imprenditori si fanno più generosi del solito.
In attivo
L’anno di grazia 2022 si è chiuso quindi con un avanzo di gestione di quasi mezzo milione di euro. Tradotto: nonostante le spese per la campagna elettorale (3,4 milioni), l’affitto della sede in via della Scrofa, l’organizzazione di iniziative sui territori, gli stipendi del personale (7 dipendenti), è rimasto un bel risparmio.
Le entrate principali sono quelle del 2 per mille e la crescita elettorale di FdI è andata di pari passo con quella dei contribuenti in fase di dichiarazione dei redditi. Se nel 2019 da questo finanziamento arrivavano 1,2 milioni, tre anni dopo si sono quasi triplicati: 3,1 milioni. E poi il gran numero di eletti in Parlamento e nelle Regioni ha fatto il resto: ognuno di loro è tenuto a versare mille euro al mese al partito. Le cosiddette erogazioni liberali da persone fisiche sono passate da 750 mila euro a 3,7 milioni. Il deposito bancario intestato a FdI al 31 dicembre 2022 è di poco meno di 3 milioni di euro.
I finanziatori
Tra le aziende che hanno donato al partito ci sono piccole e medie imprese farmaceutiche e del packaging, dell’energia, della logistica e delle costruzioni. Tra i big c’è il colosso alimentare Cremonini (30 mila euro), spiccano poi i 50 mila euro della Confederazione generale dell’agricoltura, altri 50 mila di Milano investimenti spa. Anche il Twiga di Flavio Briatore e ora per vie traverse della ministra Daniela Santanché ha versato 26 mila euro: dentro FdI le malelingue raccontano che quella sarebbe la quota versata dalla ministra per la propria candidatura di prima fascia, un contributo eccezionale di 30 mila euro che ogni futuro sicuro parlamentare era tenuto a versare per finanziare la campagna elettorale. La popolare conduttrice Rai Paola Ferrari, ex socia proprio di Santanché in Visibilia, storiaccia finita in tribunale, ha sganciato di tasca propria 40 mila euro.
Le prospettive
Nel 2022 FdI ha da una parte ridotto al minimo il contributo al gruppo parlamentare europeo di cui fa parte, l’Ecr, passato da 100 mila euro a 18.500; dall’altra ha aumentato quello alla giovanile del partito, la quale solo tre anni riceveva dai grandi poco meno di 33 mila euro, saliti a 120 mila nello scorso. Segno insomma della volontà di aumentare il radicamento sul territorio e darsi una prospettiva generazionale.
Durante la direzione nazionale dello scorso 6 giugno che ha dato via libera al bilancio, il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli ha annunciato novità sul tesseramento: una modifica – servirà fornire un indirizzo mail valido in aggiunta al documento – che cerca di renderlo il più trasparente possibile, “per evitare che avvengano iscrizioni avvalendosi di indirizzi fittizi o usa e getta”, si legge nel documento. Del resto lo si sa: sul carro del vincitore vogliono sempre salirci in tanti.
(da agenzie)
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