FRONDA NEL PPE PER ESPELLERE IL RAZZISTA ORBAN, OSTACOLO A UN’ALLEANZA EUROPEISTA
INIZIATIVA DEI MODERATI PER CACCIARE IL PREMIER SOVRANISTA… DOMANI SONDAGGI IN ARRIVO
A tre mesi dalle Europee 2019, riscoppia il caso Orban nel Ppe. Anzi: sarebbe più corretto dire in tutto l’Europarlamento.
Perchè è lui, il premier ungherese sovranista eppure membro dei Popolari, già condannato dal Parlamento europeo per violazione dello stato di diritto, è ancora lui il problema nel suo schieramento politico e per una futura maggioranza europeista (con Pse, Alde e chi ci starà ) dopo il voto di maggio.
Nel Ppe è di nuovo in azione la fronda che lo vuole fuori dal gruppo, capitanata dai paesi del nord, dai belgi, dai lussemburghesi.
Il 20 marzo se ne parlerà all’assemblea dei Popolari che di prassi si tiene a Bruxelles alla vigilia di ogni consiglio europeo. La decisione però molto probabilmente verrà presa solo dopo il voto.
Ma gli animi nei Popolari sono a dir poco agitati. Ormai il limite di sopportazione per il ‘collega’ Orban è stato abbondantemente superato tra i moderati del Partito Popolare europeo.
O meglio: tra i moderati che nei loro paesi d’origine non vivono sotto la minaccia e la concorrenza dei partiti di destra nazionalisti.
Per questo contro Orban oggi si è mossa la svedese Anna Maria Corazza Bildt: “Per quasi dieci anni c’è stato un dialogo per portare Orban in linea con i nostri valori e principi, ma il risultato in Ungheria è che la situazione dei diritti fondamentali e dello stato di diritto, si sta deteriorando. Ha voltato le spalle ai valori del Ppe, è ora di considerare se appartiene o meno alla nostra famiglia”.
E con lei anche i belgi e i lussemburghesi: hanno scritto una lettera al presidente del Ppe Joseph Daul per formalizzare la richiesta di espulsione di Orban, il leader di Fidesz, inserito nel gruppo del Ppe ma interlocutore più di Matteo Salvini che di Jean Claude Juncker, per dire.
Proprio contro il presidente della Commissione europea, Orban ha di recente lanciato una campagna ufficiale del governo ungherese che associa Juncker a Soros, spietata contro la Commissione accusata di aprire i confini dell’Europa ai migranti.
Dei manifesti della campagna sono tappezzate le strade delle città ungheresi.
Dunque, per i nordici del Ppe ormai la pazienza è finita.
Non per i Popolari del sud, però, a cominciare da Forza Italia che invece insegue il suo ‘Orban’ nostrano, Salvini, alla ricerca di un centrodestra unito al governo del Belpaese e anche in Europa.
Trapela infatti imbarazzo dalle file del partito di Silvio Berlusconi. Dallo staff del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani seguono con preoccupazione la fronda che si agita nel Ppe e sperano non vada a avanti.
Se davvero si dovesse arrivare ad un’espulsione all’assemblea di marzo, prima del voto di maggio, sarebbe un problema: come verrebbe infatti giustificata un’alleanza con Salvini agli occhi dei moderati europei che considerano il leader leghista alla stregua del premier ungherese?
Ma anche se Orban non verrà espulso il 20 marzo, questa storia già divide il Ppe.
Che, secondo le ultime rilevazioni, è sempre primo partito ma perde seggi. E soprattutto dovrà prendere una decisione.
I socialisti, anche loro in difficoltà nei sondaggi, hanno infatti inviato il chiaro messaggio ai Popolari: “Un’alleanza europeista non lo facciamo solo con un Ppe liberato da Orban”, è il mantra dello Spitzenkandidat socialista Frans Timmermans che ha naturalmente un veto anche contro Salvini, proprio mentre invece Forza Italia tenta di tirarlo dentro al gruppo dei Conservatori e Riformisti che insieme all’Alde hanno dato i voti a Tajani alla presidenza del Parlamento europeo nel 2017.
Non è un caso che Giorgia Meloni, anche lei nell’Ecr con Fratelli d’Italia se supereranno la soglia del 4 per cento alle europee, esulti: “Se Viktor Orban e il suo partito Fidesz dovessero essere espulsi dal Ppe, Fratelli d’Italia proporrà all’Acre di accoglierlo a braccia aperte nella grande famiglia dei conservatori e sovranisti europei. Siamo fermamente convinti che questa sarebbe la sua casa ideale”.
Il risiko delle alleanze post-voto dipende tutto dal Ppe, dalla sua capacità di risolvere il problema Orban e allontanare Salvini.
(da “Huffingtonpost“)
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