GENOVA, BOTTE A UNA RAGAZZA, CHIAMI IL 112 E TI INCHIODANO PER 2 MINUTI E 38 SECONDI AL TELEFONO
SOLO DUE GIOVANI RAGAZZE REAGISCONO, GLI UOMINI FANNO FINTA DI NULLA… TRA INDIFFERENZA E BUROCRAZIA
È una di quelle storie che, spesso, a un cronista capita di raccontare e analizzare, quando si tratta di spiegare come la violenza si scateni sui più deboli. Ed è una di quelle storie che racconti ancora più diversamente in prima persona dopo esserti quasi arrabbiato con il (nuovo) 112 regionale che impiega 2 minuti e 38 secondi a “identificarti”, a chiederti di cosa hai bisogno e se ritieni sia meglio che venga inviato il soccorso sanitario o altro, come se tu fossi un esperto.
E che racconti dopo avere assistito impotente, nell’indifferenza di molti altri passanti, alla violenza su una giovane donna cercando poi di chiedere soccorso.
È domenica sera, la domenica di Pasqua, poco dopo le 22.
A Genova, nella centrale via San Vincenzo (l’area è pedonale) sento l’eco di urla e insulti.
Vedo alcune persone che osservano, altre che filano via veloci dopo avere assistito alla scena. Guardo anch’io: sulla destra a terra, vicino a un vaso di fiori c’è una giovane donna, il volto coperto di sangue e di fronte a lei un ragazzo, alto, che la insulta e la colpisce con due calci.
“Oh che fai” dico. Ma non sono Hulk e fisicamente perderei la partita con quel giovane uomo.
Attorno a me, altri guardano e si allontanano. “Qualcuno ha chiamato la polizia o un’ambulanza?”, chiedo. Silenzio.
Allora lo faccio io e mi mordo la lingua durante quei 2′ 38” in cui un operatore del nuovo e sbandierato 112, numero unificato dei soccorsi, prima mi dice: “la individuo a Genova”. Poi: “dov’è?”, quindi “cosa accade?”. Glielo spiego due volte. Lui ribadisce: “cosa serve, soccorso medico o sanitario?”.
Alla fine gli dico: “mandi una pattuglia” pensando che sia meglio così, perchè intanto possono fermare il ragazzo e poi far soccorrere la ragazza.
Passano circa cinque minuti in attesa che arrivi una pattuglia di carabinieri.
E in quei minuti ri-accade di tutto.
Il ragazzo continua a insultare la ragazza, prova ancora a colpirla ma (emergerà dopo) essendo ubriaco, barcolla e fortunatamente manca l’obiettivo.
Passa altra gente che rimane indifferente. Solo due giovani ragazze appena arrivate, all’apparenza punk (quantomeno dall’abbigliamento) insultano il ragazzo.
Gli dico: “Sta arrivando la polizia”. Lui fugge (“ecco così mi farete arrestare”) verso via XX Settembre mentre una delle due ragazzine lo colpisce con uno zainetto e un tablet alla schiena. È
stato l’unico moto di reazione oltre al mio.
(da “il Secolo XIX”)
Leave a Reply