GLI ARIANI DELLA “WHITE JIHAD”: I SUPREMATISTI BIANCHI SUL WEB PER COLPIRE ISLAMICI, AFROAMERICANI E MIGRANTI
L’ODIO DEI RAZZISTI: DALL’ATTENTATO ALLA MOSCHEA DI LONDRA ALLA MORTE DI UNA GIOVANE ISLAMICA IN VIRGINIA
Non hanno atteso di conoscere l’identità dell’uomo che ha seminato morte e terrore fuori la moschea londinese di Finsbury Park.
Per loro, l’attentatore è un “eroe”, un “lupo solitario” che ha agito per farla pagare cara agli “islamici assassini”.
Quell’atto “eroico”, a loro modo di intendere, dice che “per la Gran Bretagna c’è ancora speranza”. Sostengono “loro”. Dove “loro” sono i “Suprematisti bianchi” che, sulla Rete, hanno esaltato l’attacco alla moschea.
La dinamica mediatica è speculare a quella utilizzata dall’Isis e dalla galassia jihadista dopo un attentato in Europa: se ne esalta il martirio, se ne rivendica la paternità , se il terrorista è organico ad una cellula, se ne ripercorre la storia, in alcuni casi si pubblica un video—testamento.
In questi anni, la comunità internazionale e le intelligence occidentali hanno monitorato soprattutto i gruppi legati a Daesh. Ma in questi stessi anni, e anche precedentemente al sorgere dello Stato Islamico, in Europa e negli Stati Uniti sono cresciuti, in Rete e sul territorio, gruppi che fanno esplicito riferimento ad una ideologia “ariana”, veicolando idee e programmi islamofobi e, in molti casi, antisemiti.
È il mondo dei “suprematisti bianchi”, che possono contare su oltre 1022 siti che fanno riferimento a idee e pratiche razziste, che indottrinano e addestrano, in Rete, gli affiliati e chi, anche se “cane sciolto” vuole farsi giustizia da sè: aprendo il fuoco contro un centro in cui si pratica l’aborto, aggredendo persone di colore, e aprendo la “caccia all’islamico”.
Gruppi che hanno come centro propulsivo gli Stati Uniti.
Attualmente ci sono negli Usa 1124 gruppi razzisti che sostengono idee come la supremazia bianca basata sulla teorica superiorità di questa razza su afroamericani, ispanici, arabi o ebrei.
Queste credenze, basate sull’odio hanno fondamenta politiche e sociali, che a volte partono da una base religiosa spesso legata al cristianesimo fondamentalista.
Il killer della moschea di Quebec City aveva il mito dei “suprematisti” e su Facebook “AlexB” (Bissonette) inneggiava a Trump, Le Pen e le forze di difesa israeliane.
Se anche è stato da solo a compiere la strage (6 morti, 8 feriti) Alex Bissonette non è certo il solo a essere influenzato e armato, almeno ideologicamente, dal razzismo suprematista made in Usa.
Perchè da tempo negli Stati Uniti agiscono e si rafforzano quelli che oggi potrebbero essere definiti i legionari di Trump.
Nella South Carolina, ad esempio, secondo il Southern Poverty Law Center, operano almeno 19 “hate groups”, cioè i gruppi che fanno dell’odio la propria cifra.
Tra i gruppi che operano attivamente si includono: neonazisti, miliziani del Ku Klux Klan, nazionalisti bianchi, neoconfederati, teste rasate di taglio razzista, vigilanti frontalieri.
I gruppi neonazi nel 2008 erano 159 , otto anni dopo sono saliti a 1384. Tra i più attivi: American front, American guard, Hammerskins, National alliance, National socialist American labor party, National socialist vanguard, Nsdap/Ao, White aryan resistance.
Il suprematismo bianco Usa corre anche sul web.
Un recente studio del Simon Wiesenthal Center ha identificato più di 12mila gruppi di odio xenofobo e antisemita sul web.
La League of the South sul proprio sito avverte: “Se ci chiamerete razzisti, la nostra risposta sarà : e allora?”. Una coincidenza temporale macabra, ma indicativa: mentre a Londra si consumava l’attacco alla Moschea, negli Usa veniva data notizia del ritrovamento del cadavere di una ragazza di 17 anni che era stata aggredita e rapita da un uomo all’uscita da una moschea della Virginia.
Un uomo di 22 anni, Darwin Martinez Torres, è stato arrestato per l’omicidio di Nabra Hassensen. E la polizia non esclude che si sia trattato di un crimine dettato da odio anti-islamico.
Secondo le ricostruzioni, la ragazza, insieme ad un gruppo di altri teenager, stava uscendo, la notte tra sabato e domenica, dalla moschea di Sterling dove avevano partecipato ad un iftar, il pasto notturno con cui durante il Ramadan si spezza il digiuno diurno.
Il gruppo è stato aggredito da un uomo alla guida di un’auto. Spaventati, i ragazzi sono tutti tornati indietro nella moschea dove si sono accorti che Nabra non era con loro.
Dagli Stati Uniti, il fenomeno dei gruppi anti-islamici, che sempre più prendono il connotato militante di gruppi anti-migranti, si è esteso nel Vecchio Continente, in particolare nel Nord ed Est Europa.
Un esempio, sono i “Soldati di Odino”, un gruppo di estremisti di destra che pattuglia le strade della Finlandia con l’obiettivo di “proteggere gli abitanti del posto dagli immigrati”: una pratica che si sta iniziando a diffondere in altre nazioni scandinave e baltiche, suscitando preoccupazione nelle autorità .
Questi autoproclamati “patrioti”, che prendono il proprio nome dal re degli dei della mitologia nordica, aspirano a diventare “gli occhi e le orecchie” dei poliziotti, i quali – secondo loro – farebbero oggi sempre più fatica a portare a termine i compiti assegnati.
Dal Nord-Est al cuore dell’Europa: Gran Bretagna e Germania.
Nel Regno Unito, l’estrema destra (suprematista, razzista, isolazionista, anti-migranti) fa proseliti e ha un seguito crescente.
Materiale estremista è disponibile ovunque sulla Rete. Un gruppo come National Action, quello che è nato per “celebrare” la morte della deputata laburista Jo Cox, conta su un centinaio di militanti, ma i suoi video su YouTube hanno quasi 2800 adepti.
Proclamano una “White Jihad”, una guerra santa bianca, che significa rendere omogenea e aderente “ai valori tradizionali inglesi” questa terra che oggi invece ospita persone provenienti da ogni angolo del mondo ed è un crogiolo di culture.
“I rifugiati non sono i benvenuti” si legge in uno dei loro proclami che va di pari passo alla proclamazione che “Hitler aveva ragione, i rifugiati devono tornare a casa”. Thomas Mair, 54 anni, l’assassino di Jo Cox era legato al gruppo suprematista bianco Springbok Club, visceralmente ostile all’Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano.
Le prove emerse al processo, conclusosi con la condanna all’ergastolo dell’assassino della quarantunenne deputata laburista, hanno dimostrato che Mair ha ucciso Jo Cox sulla spinta di un’ideologia neonazista, razzista e suprematista bianca.
La polizia aveva trovato nella sua abitazione simboli e libri sul Terzo Reich, sul Sudafrica dell’apartheid e su movimenti razzisti di altri Paesi.
Prima di Mair, ad entrare in azione (nel 2013) era stato Pavlo Lapshin, neonazista ucraino trapiantato a Birmingham, che uccise un’anziano musulmano.
Al momento dell’arresto, affermò che aveva agito in odio all’Islam. Lo scorso dicembre il ministero dell’Interno britannico ha dichiaro fuorilegge un gruppo dell’ultradestra inglese denominato “National Action”, accusato di progettare e istigare atti di violenza razzisti.
Dal Regno Unito alla Germania. Qui è nato il movimento “Pegida” i “patrioti europei contro l’islamizzazione dei paesi occidentali” (Patriotische Europà¤er gegen die Islamisierung des Abendlandes), movimento che sta catalizzando l’attenzione di tutti i discorsi riguardanti l’islamismo e l’anti-islamismo in Germania.
Nel febbraio 2015, “Pegida” ha reintegrato nel suo comitato di direzione il leader del gruppo Lutz Bachmann, che si era dimesso il 21 gennaio dello stesso anno dopo che il giornale tedesco Bild aveva pubblicato una sua foto in cui mostrava un taglio di capelli e di baffi che ricordava quello di Hitler.
“Gli estremisti di destra — si legge nel rapporto — hanno scoperto come condurre la loro guerra via Intemet, come usare la elecronic warfare”.
Simili tattiche hanno indotto le autorità di alcuni Stati a mettere in guardia contro le derive terroristiche dello spettro dell’estrema destra.
In più la potenziale violenza è coltivata dai peggior tipi di giochi elettronici, diventati arma politica vera e propria utilizzata abilmente dai neo-nazi.
Questi siti hanno un pubblico fedele e ampio, costituito non di semplici curiosi, ma di persone che sull’odio hanno costruito il proprio rapporto col mondo e usano Internet per ritrovarsi, scambiarsi informazioni, infiammarsi reciprocamente, creare steccati, alzare barriere, scavare fossati.
E oggi, assaltare moschee.
(da “Huffingtonpost”)
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