GLI ASSASSINI DI WILLY NON MERITANO DI STARE AL MONDO
POCO IMPORTA CHI HA SFERRATO IL COLPO MORTALE, PER LA FECCIA UMANA NESSUNA PIETA’… E IL FAMILIARE CHE HA DETTO: “IN FIN DEI CONTI CHE HANNO FATTO? HANNO SOLO UCCISO UN EXTRACOMUNITARIO” DEVE MARCIRE IN GALERA FINO AL SUO ULTIMO RESPIRO
Il buio della notte ha reso impossibile all’unica telecamera, quella della Stazione dei Carabinieri, di essere testimone della morte di Willy Monteiro Duarte. Ma chi è stato, dopo 20 minuti di pestaggio, a dare il colpo mortale quando Willy era già a terra? Oggi per i 4 indagati Mario Pincarelli, di 22 anni, Francesco Belleggia di 23, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 24 e 26, si svolgerà l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Rebibbia. E loro si accusano a vicenda.
Uno dei quattro arrestati, Francesco Belleggia, parlando con il suo avvocato Vito Perugini ha pianto: «Sono disperato», avrebbe spiegato al legale nella sala colloqui di Rebibbia. E nella sua versione dei fatti non ha avuto un ruolo determinante nella rissa: «Io Willy neppure lo avevo visto. Mi sono accorto di lui quando era già a terra. Eravamo sulle scale, Pincarelli ha fatto un commento su due ragazze che passavano, il fidanzato di una delle due si è irritato. Ne è nata una discussione. Ma io mi stavo allontanando. Era tutto finito, cercavo un passaggio. Non so chi abbia chiamato gli altri. Ma non sono stato io. Poi ho visto Willy a terra. È successo l’inferno e sono andato in macchina con loro». Federica Angeli su Repubblica spiega che ci sono due testimoni che hanno visto chi ha colpito il ragazzo a morte quando ormai era completamente indifeso, a terra. E l’accusa per uno dei quattro indagati potrebbe passare da omicidio preterintenzionale a volontario
Mario Pincarelli, di 22 anni, Francesco Belleggia di 23, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi (24 e 26) e di un quinto amico, al momento solo indagato. E per uno dei quattro (sulla cui identità gli investigatori mantengono il riserbo) si profila il cambio del capo d’imputazione: da omicidio preterintenzionale a volontario.
A inchiodarlo è il racconto di due testimoni che hanno visto come ha colpito Willy, già fiaccato dalle percosse, prima di lasciarlo steso sull’asfalto: prima un calcio alla pancia («tipo mossa di karate»), poi un pugno alla testa. Sarà l’autopsia, domani, a segnare la svolta, anche se dai primi esami medici la frattura delle ossa del capo e l’emorragia all’addome sembrano confermare il racconto dei testimoni
Il terzo fratello Bianchi, Alessandro, intervistato dal Messaggero, difende Marco e Gabriele, i campioni di MMA che secondo gli amici di Willy Monteiro erano già stati coinvolti in risse e pestaggi: «Sono delle teste calde che non evitano i litigi,anzi spesso pronti a scatenare risse. Li conoscevano tutti qui quei due fratelli. Da due anni litigano e picchiano con le stesse modalità , sono stati autori di altri pestaggi — racconta Alessandro — un amico di Willy, che non riesce a darsi pace.
«Anche gli amici non sono da meno — aggiunge- con un altro degli arrestati ho litigato pochi mesi fa, perchè dava fastidio a un mio amico al bancone di un locale». Un racconto molto simile lo fa un altro ragazzo di Colleferro: «Uno degli arrestati qualche tempo fa, ad Artena, ha aggredito un vigile che lo invitava a mettersi la mascherina. Sono dei picchiatori». Alessandro Bianchi è convinto che non siano stati i fratelli a sferrare il calcio che ha ucciso Willy
Alessandro in tanti, troppi, dicono che questa morte si poteva evitare. Che Gabriele, Marco e i loro amici andavano in giro a picchiare la gente che erano una banda di più persone e che prima o poi sarebbe successo.
(da agenzie)
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