GRANDI MANOVRE SULLA LEGGE ELETTORALE
RENZI PUNTA A UN ACCORDO CON BERLUSCONI PER METTERE ALLE CORDE IL GOVERNO
Basta “giochini della politica”, intima Matteo Renzi, “io non voglio poltrone, ma se Letta vuole, faccia pure”. E, infatti, il sindaco di Firenze vuole di più: ottenere un accordo sulla legge elettorale, firmato anche da Berlusconi (dal quale non accetta “nessun diktat”), quindi costringere Letta alle dimissioni, andando verso un election day a maggio con le europee.
Il premier lo sa e intanto rompe gli indugi, va da Napolitano e avvia le consultazioni per arrivare all’annunciato “patto d’impegno di maggioranza per il 2014” che avrà lo scopo di traghettare il governo almeno fino al prossimo anno. Con chi ci sta.
Ieri, dopo aver visto Saccomanni e aver fatto il punto con Giovannini, il premier ha incontrato la delegazione di Scelta Civica, la forza politica più attiva, durante le feste, nel chiedere nuovi spazi nella compagine dell’ esecutivo; entro dieci giorni, hanno chiesto gli uomini di Monti, tutte le forze di maggioranza si dovranno trovare intorno a un tavolo per definire e sottoscrivere un documento che consenta, appunto, la sopravvivenza del governo almeno fino alla fine del semestre europeo.
È solo che, in questo tavolo, potrebbe esserci un grande assente; proprio Matteo Renzi. Che di legarsi troppo alle larghe intese non vuol sentir parlare.
Ieri, non a caso, il sindaco di Firenze ha compiuto un’azione parallela a quella di Letta, incontrando a Palazzo Vecchio proprio Mario Monti.
Per parlare certo di rilancio delle imprese, di lavoro e di economica. Ma anche — e soprattutto — di legge elettorale.
È questo — da qualunque parte la si voglia vedere — lo snodo su cui si fonderanno i numerosi incontri politici dei prossimi 10 giorni, quando, appunto, si dovrebbe siglare il nuovo patto di governo, con annesso rimpasto (chiesto chiaramente ieri dalla delegazione montiana a Palazzo Chigi).
Renzi vuole trovare un’intesa per poter condizionare l’azione di Letta, che invece ieri ha ricevuto, in questo senso, precise indicazioni dal Quirinale; la legge elettorale è una priorità senz’altro, ma basterebbe vararla dopo la chiusura della finestra elettorale di maggio.
Astuzie parlamentari su cui conta il premier che, non a caso, anche ieri ha ostentato ottimismo sulla tenuta dell’esecutivo.
Renzi, però, logora ai fianchi. Giovedì o venerdi vedrà il premier e pare intenzionato a entrare a Palazzo Chigi con in mano non solo un elenco di titoli.
L’idea sarebbe quella di presentarsi con un patto siglato anche con Berlusconi. E infatti i due si vedranno a breve, anche se non è ancora chiaro quando.
Oggi Berlusconi sarà a Roma, vedrà i suoi. Una posizione unitaria all’interno di Forza Italia, infatti, non c’è, dunque l’ultima parola sarà quella di Berlusconi che è convinto di trovare in Renzi “un valido alleato” sul fronte elettorale.
Per questo non intende legarsi le mani su un modello elettorale definitivo, purchè non si scardini il bipolarismo.
Comunque, un accordo tra FI e Pd creerebbe più di uno “sconquasso” nella maggioranza e in Ncd, cosa molto gradita a San Lorenzo in Lucina.
Alla nuova legge elettorale, dunque, sono legate anche le sorti del governo.
Ncd più volte ha sottolineato l’esigenza che un’intesa vada trovata prima di tutto all’interno della maggioranza, lasciando presagire ripercussioni in caso di accordi trasversali tra Pd e Fi.
Sara Nicoli
(da “il Fatto Quotidiano“)
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