GRILLO IMPEDISCE A FICO DI PARLARE DI POLITICA A RIMINI, E’ ROTTURA TOTALE
IL DIKTAT DEL CAPOCOMICO: “PUOI PARLARE SOLO DELLA RAI”… LA REPLICA: “ALLORA NON PARLO PER NULLA”… LE VOTAZIONI SONO STATE UN FLOP: TRA 60.000 E 70.000 VOTANTI, MENO DEGLI 87.216 DEI VOTANTI SUL NON STATUTO
Roberto Fico può parlare, ma solo di telecomunicazioni. A queste condizioni in mattinata, a poche ore dall’inizio di Italia 5 Stelle, Beppe Grillo, dopo le tensioni degli ultimi giorni, ha deciso di allargare agli ortodossi il palco della kermesse di Rimini con l’impegno di non esagerare nei toni.
E infatti il pugno duro di Beppe Grillo e Davide Casaleggio nei confronti degli scettici e dei dissenzienti rispetto all’investitura di Luigi Di Maio è rimasto intatto.
Non vuole deviazioni dal tema, il fondatore del Movimento sempre più convinto del passo indietro a favore di Luigi Di Maio: “Resto il papà di tutti, ma spazio ai trentenni e ai quarantenni”
Roberto Fico, da giorni in silenzio, decide di non stare alle condizioni dettate da Grillo non condividendo la scelta di incoronare Di Maio nuovo capo politico.
Ed è così che all’apertura delle porte della kermesse il presidente della commissione di Vigilanza Rai non compare più nella scaletta, modificata rispetto a quella della mattina.
Al suo posto ci sono Mirella Luizzi e Gianluca Castaldi. Dal canto suo il leader M5s non ha fatto nulla per convincerlo.
Anzi, irritato dal fatto che nei giorni della sua permanenza a Roma Fico non sia andato a parlargli di persona, la rottura tra due al momento sembrerebbe totale.
E dunque il palco diventa off limits per il leader degli ortodossi.
Resterebbe in programma il suo intervento al villaggio Rousseau nella sezione riguardante l’interazione con gli attivisti. Ma il condizionale, dato lo scontro che si sta consumando in queste ore, è d’obbligo.
Gli interventi dal palco grande in tutto saranno una cinquantina nei tre giorni di kermesse riminese. Divisi in quelli che chiamano slot. Vale a dire temi. Nessuno dell’ala che fa capo a Fico potrà approfittare della scena per lanciare qualche frecciata contro la svolta moderata di M5S e contro il passaggio di consegne di tutti i poteri a Di Maio.
Sulla cui investitura piena Grillo non intende fare passi indietro pur trattandosi di una vittoria dimezzata considerato il basso numero dei votanti. Tanto è vero che in un post sul blog il leader scrive: “La partecipazione” alle primarie online su Rousseau “è stata tra le migliori di sempre”.
Parole che sembrano nascondere un obiettivo fallito: quello di superare il record di 87.216 click raggiunto con il voto, nel settembre dell’anno scorso, sulle modifiche del Non Statuto.
La quota 100mila votanti (gli iscritti sono circa 140mila) sembra essere quindi lontana, anzi pare si sia fermata tra i 60mila e i 70mila votanti.
Eppure in un tweet Grillo cita Gaber: “La libertà è partecipazione”. E poi ancora attacca i giornalisti: “La notizia è che non c’erano correnti che si confrontavano, ma persone che si proponevano”. Sui voto rallentato slittato di un giorno aggiunge: “La nostra casa era difesa come una fortezza”, sottolinea il blog raccontando di aver “notato tentativi di attacchi” hacker che, però “sono stati respinti”. Le tracce di tali attacchi “saranno identificate dalla nostre telecamere di sicurezza virtuali” e saranno “prontamente girate alla polizia postale”.
Di questo parlerà il leader M5s quando durante la kermesse si ritaglierà come sempre la parte del mattatore, che sale sul palco, scende, risale, collega fra di loro i vari interventi, canticchia e così via. Vorrà mostrare di esserci, esattamente come sempre. Deve rassicurare la base.
Sotto al palco ci sarà appunto la base, cioè tutti quegli attivisti che inevitabilmente entreranno in contatto sia con l’ala govenista del partito sia con chi è rimasto movimentista. Una base a tratti stufa dei litigi da nomenclatura.
(da “Huffingtonpost”)
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