GUERRA DEL GAS, SCAJOLA: “ABBIAMO RISERVE SIGNIFICATIVE”… MA NON DICE CHE IL RAPPORTO RISERVATO DI STOGIT PARLA DI SOLI 10 GIORNI
IL FLUSSO DEL GAS RUSSO BLOCCATO A SEGUITO DEI CONTRASTI CON L’UCRAINA RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO L’EUROPA BEN PIU’ DI QUANTO SI VOGLIA FAR CREDERE… SCAJOLA MINIMIZZA MA UN RAPPORTO SEGRETO DELA STOGIT, SOCIETA’ ENI CHE GESTISCE GLI STOCCAGGI, PARLA DI EMERGENZA DAL 20 GENNAIO… IL PROBLEMA DELLA PRESSIONE DEL GAS
Si parla ormai di soluzione imminente nella crisi tra Russia e Ucraina in quella che viene definita la “guerra del gas”. La commissione europea riferisce che il team di osservatori incaricati di monitorare il flusso del metano a Kiev è al lavoro e pertanto ha chiesto espressamente un’immediata ripresa della fornitura di metano dalla Russia destinata ai consumatori europei.
Secondo il calcolo della Commissione ci vorranno, dopo la riapertura dei rubinetti, almeno tre giorni perchè riprendano le forniture di gas verso i Paesi europei.
Kiev ha accettato la presenza di tecnici russi sul suo territorio per monitorare i flussi, ma il problema rimane quello economico.
La Russia è disposta a vendere metano all’Ucraina solo a prezzi di mercato e il negoziato va avanti lentamente. Potrebbe darsi che alla fine la Russia accetti di riprendere i rifornimenti, anche se ufficialmente Mosca non cede senza la firma di Kiev sul protocollo d’intesa.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, la situazione per molti Paesi europei, si sta facendo grave.
In Italia il ministro Scajola ha tranquillizzato, sostenendo che “abbiamo riserve significative”, parlando di un paio di mesi come margine di rischio. In realtà la situazione sarebbe ben diversa.
A rilevare l’esistenza di un rapporto “secretato” è “Libero Mercato”: si tratterebbe di una relazione “riservata” della Stogit, società controllata da Eni che gestisce il 98% degli stoccaggi in Italia, dove verrebbe indicata la data del 20 gennaio come limite oltre il quale l’Italia non sarà in grado di coprire la domanda di gas alla punta, ovvero nei picchi di massima richiesta.
Questo perchè il problema non sta nella quantità delle scorte di metano (aumentate di circa 2 miliardi rispetto a tre anni fa), ma nella pressione con la quale il gas entra nella rete mano a mano che le scorte vanno diminuendo. Un problema che l’Italia non ha mai risolto.
Se la crisi tra Russia e Ucraina andasse avanti per un’altra settimana quindi, per l’Italia sarebbero guai. Per questo il ministro Scajola ha chiesto agli operatori del settore intervenuti al Comitato per l’emergenza di mantenere il massimo riserbo sulla vicenda.
Confidando che la “guerra del gas” arrivi a soluzione nelle prossime ore.
L’impatto è stato meno pesante in Italia grazie anche al rallentamento della produzione da parte delle imprese nel periodo novembre/dicembre, con un relativo calo del 6% dei consumi elettrici. Nei prossimi giorni, se la crisi continuasse, si dovrebbe aumentare il prelievo presso altri Paesi produttori, anche perchè, in base ad accordi Ue, l’Italia deve cedere parte del proprio stoccaggio ad altri paesi in emergenza assoluta come la Slovenia.
Scajola ha anche accennato che dovrà essere ripresa l’estrazione del gas dall’Adriatico, dove vi sarebbero riserve per 100 miliardi di uro.
Concludiamo con un aspetto comico che non poteva non riguardare un esponente della Lega, il vice governatore veneto Roberto Ciambretti, il quale ha affermato che la costa è fragile, che 50 anni fa a causa di trivellamenti le terre del Polesine sprofondarono per 4 metri e pertanto la Lega si opporrà . Ciambretti ( a cui manca una H per passare ufficialmente come comico, ma certamente non la capacità incoscia di esserlo), al di là delle doverose verifiche scientifiche che andrebbero fatte prima di iniziare i lavori, si preoccupa che sprofondi il Polesine, ma non cita il territorio pugliese… Evidentemente il Sud può anche sprofondare…
A Ciambretti il premio per il comico più altruista dell’anno, degno rappresentante della razza leghista.
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