I COMPLOTTISTI CHE HANNO SCOPERTO CHE SOROS STA FINANZIANDO “LA RIVOLUZIONE” CONTRO TRUMP
IL COMPLOTTO “DEMOPLUTOGIUDAICOMASSONICO” PREFERITO: PAPERONI CHE SI RIUNISCONO IN HOTEL E IL RICCO EBREO CHE HA FINANZIATO LA CLINTON: IL PIATTO E’ SERVITO
È fatta, l’apocalisse annunciata dall’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump sta iniziando ad avverarsi: ora che finalmente un ricco speculatore, ebreo addirittura, è sceso in campo “contro” il Presidente eletto la guerra di Trump ai massoni lobbisti può finalmente esplodere di prepotenza.
Gli elementi per condire la cospirazione demo-pluto-giudaico-massonica ci sono tutti: c’è appunto George Soros (il ricco ebreo di cui sopra nonchè finanziatore della campagna della Clinton), c’è l’albergo dove si tiene il meeting segreto il lussuoso Hotel Mandarin Oriental di New York e ci sono i politici liberali di spicco, su tutti la ex speaker della camera Nancy Pelosi e la senatrice Elizabeth Warren.
Non è per la verità la prima volta che Soros (che ha versato dieci milioni di dollari nelle casse del comitato elettorale della Clinton) viene tirato in ballo in merito a qualche complotto, e non è nemmeno la prima volta che viene accusato di voler fare di tutto per ostacolare il mandato presidenziale di Trump.
Ad esempio una decina di giorni prima delle elezioni era stata messa in circolazione la voce che alcune delle macchine che sarebbero state utilizzate per le procedure di voto elettronico erano di proprietà di Soros che è stato quindi accusato di voler truccare i risultati elettorali in ben 16 stati.
La notizia non solo era falsa, ma era pure vecchia visto che risaliva al 2012, ma ciononostante il network conservatore Fox News l’aveva utilizzata per spaventare gli elettori repubblicani e avvertirli circa il rischio di sovvertimento dell’ordine democratico.
Ora invece quella vecchia volpe di Soros sta organizzando un meeting con i maggiori esponenti del partito Democratico USA per stabilire quale strategia seguire in futuro. Significa che farà la guerra a Trump, come ha scritto perfino l’ANSA?
Probabilmente no, ed è abbastanza pacifico che i Dem USA non abbiano preso benissimo la sconfitta e stiano già pensando a come riconquistare la Casa Bianca fra quattro anni, magari passando per le elezioni di medio termine del 2018 in modo da riprendere almeno il controllo del Congresso.
Quattro anni sono davvero brevi e alle midterm elections mancano appena due anni, non si possono certo improvvisare da un giorno all’altro.
Ma non appena qualcuno legge il nome di Soros pensa subito che l’ottantaseienne magnate ungherese stia già organizzando una delle tante rivoluzioni colorate che lo hanno reso famoso in Europa orientale.
Ci sono addirittura quelli che ci spiegano che dietro (parola molto importante e pregna di significati) le manifestazioni di questi giorni ci siano sempre lui Soros, l’ebreo coi soldi che si diverte ad esportare democrazia a destra e a manca.
Incredibilmente uno dei siti italiani “fonte” di questa incredibile analisi a fine ottobre cosa pubblicava? La fregnaccia su Soros e sulle macchine per il voto elettronico truccate, ovviamente.
Ora lo stesso sito (con la complicità de Linkiesta e del Manifesto) è qui per spiegarci che il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d’America è in pericolo.
Forse è per questo che Trump sta pensando di affidare la poltrona di Segretario al Tesoro proprio ad Steven Mnuchin, un ex dirigente di Goldman Sachs che in passato ha lavorato proprio per conto di Soros?
Oppure è stato Soros che ha pagato Trump affinchè considerasse un suo ex dipendente in un ruolo così importante?
Diavolo di un Soros, ne sa sempre una più del diavolo.
(da “NextQuotidiano”)
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