I DATI PARLANO CHIARO: AL NORD DECESSI AUMENTATI FINO AL 195% RISPETTO ALLA MEDIA , IL SUD SI FERMA AL 10%
ANALIZZATI I DECESSI IN 19 CAPOLUOGHI: IL RECORDO A BRESCIA, MILANO E’ A + 87%
Un eccesso di mortalità , cioè più decessi di quelli che erano attesi osservando l’andamento degli ultimi cinque anni.
In due città della Lombardia in poco più di un mese si osserva, andando a vedere i registri delle anagrafi dei Comuni, un forte aumento.
Percentualmente il dato più alto riguarda Brescia, dove le morti sono state il 195% in più. Significa che analizzando 36 giorni, fino al primo aprile sono decedute in tutto 550 persone invece delle 170 attese. La differenza è di 331.
A Milano ovviamente il dato assoluto di decessi per Covid 19 è più alto, anche se la percentuale di incremento è dell’87%. Sono 1.127 le persone delle quali non era previsto il decesso, se si considerano 39 giorni fino al 3 di questo mese. In tutto, nella metropoli hanno infatti perso la vita in 2.426 invece che in 1.299 come dicevano le stime.
I calcoli li ha fatti, per il ministero alla Salute, il Dipartimento di epidemiologia del Lazio, che ha messo in piedi da anni un sistema per valutare la mortalità legata all’influenza stagionale utilizzando i dati delle anagrafi di 19 città capoluogo di provincia o comunque con più di 250 mila abitanti.
Tra queste ci sono anche Torino, dove i morti in 38 giorni sono stati 449 in più di quelli attesi (+49%), e Genova, dove il dato è di 537 (+71) e si riferisce a 34 giorni fino al 3 aprile.
“I dati del sistema di sorveglianza della mortalità del ministero della Salute, che aggiorniamo settimanalmente sono un importante strumento di monitoraggio dell’impatto diretto e indiretto dell’epidemia di Covid perchè non risente delle diverse modalità di identificazione dei casi Covid sia tra le regioni che in tempi diversi”, dice Marina Davoli, che dirige il dipartimento.
Le altre città osservate con lo stesso sistema al Nord sono Bolzano (+55%), Trento (+44%), Aosta (+126%), Verona (+33%), Venezia (+15%), Bologna (+32%).
Riguardo al Centro-Sud, si rileva il dato di Roma, che dimostra come nella città l’epidemia di coronavirus non abbia colpito duramente. Infatti i decessi hanno visto un +5% compatibile con le oscillazioni annuali.
L’unica città del Sud a vedere un grande incremento è Bari, con +67%, cioè 147 morti inattesi. Se si fa il confronto di tutte le città del Nord studiate rispetto a quelle del Centro-Sud si osserva che l’aumento è stato del 65% (2.821 morti) contro il 10% (398).
“Nell’ultima settimana presa in considerazione – scrivono dal dipartimento del Lazio – si osserva un rallentamento della curva di decessi settimanali. Tale rallentamento sembra ascrivibile soprattutto ai decessi nelle classi di età 65-74 e 75-84. Solo nella classe di età sopra gli 85 anni i decessi sono in ulteriore aumento”. Riguardo al genere, i numeri confermano il ruolo del coronavirus nell’aumento. “L’incremento di mortalità è pari all’82% negli uomini e al 57% nelle donne al Nord”.
(da agenzie)
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