I DIAMANTI DI ROSI: INSIEME A STIFFONI AVREBBE ACQUISTATO 300.000 EURO DI PIETRE PREZIOSE
PER BELSITO SI TRATTAVA DI CUSTODIRE BENI PER CONTO DELLA LEGA, PER ROSY DI INVESTIMENTI PERSONALI DEI SUOI RISPARMI
Per la Procura di Milano è ormai quasi certo che il vicepresidente del Senato Rosi Mauro e il senatore Piergiorgio Stiffoni abbiano ricevuto, lo scorso marzo, diamanti per 300 mila euro.
Quel che resta da capire è se quell’acquisto sia stato un investimento personale dei due parlamentari, come loro stessi sostengono, o se siano stati usati i soldi della Lega, come invece avrebbe fatto Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega indagato e che sarà probabilmente presto convocato per un interrogatorio
I pm milanesi stanno ancora sbrogliando la matassa del `tesoro’ della Lega. Se da un lato sono convinti che l’ex amministratore, ora espulso dal movimento, abbia prelevato dalle casse di via Bellerio i soldi per comprare gli 11 diamanti e i 10 lingotti d’oro, restituiti al Carroccio, dall’altro stanno accertando che fine abbia fatto il `malloppo dai molti carati’ che i due senatori, per gli inquirenti, hanno ritirato circa un mese fa.
Rosi Mauro nei giorni scorsi ha ripetutamente smentito l’acquisto «con i soldi della Lega».
E in serata in tv ha spiegato di aver «comprato tante cose» con «i miei risparmi», anche «le case». «I miei 730 parlano – ha sottolineato – e sono pubblici come i miei investimenti».
Tra la messe di carte dell’inchiesta sequestrate dalla Guardia di Finanza, nel frattempo, è stato individuato il certificato dell’avvenuta consegna dei diamanti – comprati dalla `Intermarket Diamond Business’ – firmato dalla `ex pasionaria’ della Lega e da Stiffoni.
Centomila euro di investimento per la vicepresidente di Palazzo Madama e 200 mila euro per il senatore.
Saranno però solo gli accertamenti in corso a dire se l’operazione sia stata effettuata con denaro dei due parlamentari o con i fondi del movimento.
Ciò che è stato accertato finora è che i due hanno aperto ciascuno a gennaio un conto personale alla Banca Popolare di Novara, che a febbraio poi è stata realizzata la compravendita attraverso quei conti accesi `ad hoc’ e che a marzo, stando ai documenti raccolti, i preziosi alla fine sono stati consegnati in sicurezza da un apposito corriere.
Gli investigatori stanno verificando se ci siano stati passaggi di denaro, attraverso bonifici, da altri istituti di credito, in particolare dalla Banca Aletti, anche in assenza di segnalazioni in base alla normativa anti-riciclaggio.
Proprio su questo capitolo dell’inchiesta Piergiorgio Stiffoni anche oggi ha ripetuto di voler presentarsi il prima possibile al quarto piano del Palazzo di Giustizia milanese con documenti a riprova della sua versione: «Incontrerò nelle prossime ore i magistrati che stanno indagando perchè venga fatta completa chiarezza». In questi anni, ha aggiunto, «ho avuto la possibilità di risparmiare del denaro che, d’accordo con i miei familiari, è stato oggetto di investimenti nello scorso mese»
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