NEL PDL SI AGGIRANO LE TESSERE FANTASMA
DA IMPERIA A SALERNO, DA MODENA A VICENZA, EMERGE IL GRANDE PASTROCCHIO CHE HA PORTATO A 1.200.000 ISCRITTI…E IN QUALCHE CASO SI STANNO MUOVENDO ANCHE LE PROCURE
Ora che ci sono stati i congressi provinciali, l’ultimo sabato scorso a Modena, si possono tirare le somme.
Il Pdl ha avuto risultati straordinari, non tanto nell’affluenza per scegliere i vari coordinatori, ma nel boom di iscritti.
Si parla di un milione e 200 mila: nel 2010 erano appena 100 mila.
E’ vero che è la prima campagna estesa a tutti, mentre l’anno scorso potevano iscriversi solo chi ricopriva cariche nel partito.
Ma certi dati saltano agli occhi.
Accade ad esempio di trovare più tesserati in Campania che nella più popolosa Lombardia.
E’ il costo di 10 euro a tessera che ha scatenato il brivido della militanza? O c’è stata qualche irregolarità ?
Certo è che a Salerno si è addirittura mossa l’Antimafia. Il fascicolo aperto dai magistrati è un filone dell’inchiesta “Linea d’ombra” già conclusa e giunta a dibattimento dove tra gli imputati c’è anche l’ex due volte sindaco, più votato d’Italia, di Pagani e consigliere regionale Pdl Alberico Gambino.
Punto di riferimento nell’agro nocerino di Nicola Cosentino e braccio destro di Edmondo Cirielli, presidente della Provincia di Salerno, parlamentare che siede in commissione Difesa e primo autore della nota legge che riduceva i termini di prescrizione.
L’indagine sulle tessere sarebbe partita dall’ascolto di un’ intercettazione agli atti del processo “Linea d’ombra”: «A Pagani si ragiona comprandosi i voti a 50 -100 euro». Frase pronunciata da un indagato, degna di approfondimento, secondo gli investigatori.
I sospetti però non hanno bloccato i congressi provinciali del Pdl in Campania, dove ha votato il 60 per cento dei 120 mila iscritti totali. Il numero di tessere esprime la forza di una corrente, e per raggiungere un accordo precongressuale con gli altri candidati è necessario mostrare i muscoli, cioè le tessere. E se aumenta il numero di tesserati, maggiore sarà l’attenzione dei vertici nazionali verso quei territori e nei confronti di quei militanti che hanno contribuito a ingrassare le casse del partito.
Boom di iscritti (5.800) anche in provincia di Modena.
Un exploit nel feudo del Pd che lascia perplessi molti.
Dopo la denuncia di Isabella Bertolini, deputata fedelissima dell’ex premier Berlusconi ed ex coordinatrice modenese del partito, il congresso previsto a febbraio si è tenuto il 14 aprile, con un partito commissariato.
Sue le denunce pubbliche sulle ‘strane’ presenze tra i nuovi tesserati: «Stranieri senza cittadinanza, cittadini iscritti ad altri partiti – Forza Nuova e Fli – e almeno un centinaio di imprese edili coinvolte nel tesseramento, tutte provenienti dal Casertano».
«Dopo la mia denuncia i vertici nazionali sono intervenuti e sono state sospese 380 tessere», spiega a “l’Espresso” Bertolini.
Le sue preoccupazioni avevano un fondamento. Gregorio Fontana, responsabile nazionale del tesseramento, conferma la sospensione del «5 per cento delle tessere per aspetti formali».
A traghettare il Pdl modenese fino alla votazione, e a indagare su eventuali irregolarità nel tesseramento da Roma, è arrivato Denis Verdini.
A lui è toccato l’arduo compito di mettere in riga un partito tormentato dalle correnti:da una parte il blocco di potere guidato dal senatore Carlo Giovanardi e dall’avvocato dellutriano Giampiero Samorì, dall’altra Bertolini, sola e contro tutti. Alla fine la deputata ha ritirato all’ultimo minuto la lista, offrendo così la vittoria alla corrente di Giovanardi e Samorì.
Indagano intanto le Procure di Vicenza e Treviso per falso e violazione della privacy. Nomi degli iscritti sul registro degli indagati non ce ne sono.
Una delle ipotesi? Qualcuno ha copiato i nomi degli iscritti alle associazioni venatorie.
E così ignari cacciatori trevigiani e vicentini sono diventati a loro insaputa militanti Pdl.
Nel vicentino le tessere richieste toccano quota 15.767, di queste, 7.900 sono risultate incomplete.
Oltre ai cacciatori, tra gli iscritti c’era anche l’imprenditore Massimo Calearo, alcuni leghisti, qualche comunista, defunti, carabinieri e un esponente dell’Udc.
Giovanni Tizian
(da “L’Espresso”)
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