“I FONDI OFF-SHORE NON SONO DA PADANI”: LA BASE DELLA LEGA SCONVOLTA SUL WEB GRIDA “VERGOGNA”
SECOLO XIX: “PER ALCUNI SI TRATTEREBBE DI OPERAZIONI FUNZIONALI A INTERESSI CHE NULLA HANNO A CHE FARE CON LA PADANIA”… MARONI CHIEDE SPIEGAZIONI, MA NON LE OTTIENE… BELSITO NON RIESCE A MOTIVARE LA SCELTA, BOSSI LO DIFENDE
Divampa nella Lega il caso dei fondi elettorali investiti all’estero, ovvero del fiume di denaro che dai conti genovesi del Banco Popolare e della Banca Aletti sono finiti in Tanzania (4,5 milioni di euro), Norvegia ( 1 milione di euro), e a Cipro (1,2 milioni di euro), tradotti in titoli, valuta straniera e fondi di investimento.
La questione è finita al centro della riunione settimanale della segreteria politica in via Bellerio, presenti Bossi e Belsito.
Maroni ha sollevato la questione, battendo i pugni sul tavolo: praticamente lui ed altri non ne sapevano nulla e hanno chiesto conto di quelle operazioni finanziarie realizzate con soldi pubblici.
Per alcuni, tali operazioni sarebbero funzionali a interessi che nulla hanno a che fare con la padania, bensì risponderebero a progetti i cui fili sarebbero stati imbastiti dall’ex alleato Berlusconi.
In verità Maroni di risposte non ne ha avute, Bossi ha cercato di liquidare il tutto come normali operazioni, mentre Belsito non sarebbe riuscito a fornire argomenti convincenti sulla ratio delle scelte finanziarie compiute.
Alla fine è stato tutto rinviato al Consiglio federale di fine mese, ma la rabbia padana è ormai esplosa sul web e Salvini se ne è fatto interprete già ieri.
C’è chi chiede la testa del tesoriere Belsito, chi pretende spiegazioni, chi non ammette che “un partito diverso dagli altri possa essere uguale o peggiore”.
Insomma si è toccato un nervo scoperto di una Lega spaccata dove questa operazione sembra evidente che sia stata gestita in esclusiva dal “cerchio magico”, lasciando all’oscuro gli altri dirigenti maroniani.
E la scelta di Stati a rischio, con la presenza di promotori chiacchierati e relative provvigioni volanti non aiuta certo alla chiarezza dell’operazione, visto i precedenti poco fortunati del Carroccio.
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