I GIORNI DELL’IRAN: ROHANI IN ITALIA, ACCORDI DA 17 MILIARDI
“VIAGGIO STORICO” DEL LEADER IRANIANO: VEDRA’ MATTARELLA, RENZI E PAPA FRANCESCO
Il viaggio in Italia e in Francia “avviene dopo l’accordo sul nucleare e la fine delle sanzioni, e quindi arriva in un momento storico”.
A dirlo, lasciando Teheran per volare a Roma, è lo stesso presidente iraniano Hassan Rohani, che incontrerà oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi.
“Vogliamo trarre massimo profitto per lo sviluppo del Paese e l’occupazione dei giovani, rafforzando la cooperazione economica e facilitando gli investimenti delle società italiane e francesi”, ha sottolineato il capo dello Stato, citato dalla tv iraniana. Accompagnato da una foltissima delegazione — 120 tra imprenditori e dirigenti delle aziende pubbliche e sei ministri – Rohani ha annunciato la firma di “documenti importanti, road map a medio e lungo termine con Italia e Francia”.
Secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, a Roma saranno siglati accordi per 17 miliardi di dollari, mentre in Francia verrà suggellato il patto per l’acquisto di 114 airbus.
Del bottino italiano, Saipem dovrebbe fare la parte del leone – è attesa un’intesa da 5 miliardi — ma affari d’oro sono in vista anche per Ferrovie dello Stato, Danieli, Condotte, Gavio e Fincantieri.
La cifra complessiva di 17 miliardi sarà raggiunta anche grazie ad alcuni accordi “al buio”, vale a dire settori e opere in cui il governo iraniano si impegna a chiudere appalti con aziende italiane.
L’agenda di Rohani prevede prima un incontro con Mattarella attorno alle 12, seguito da un pranzo al Quirinale (rigorosamente senza vino).
Nel pomeriggio il presidente iraniano vedrà Renzi; seguirà una cena con vista sui Fori. Martedì mattina Rohani interverrà al forum Italia-Iran organizzato da Confindustria e Ice insieme all’ambasciata iraniana. Alle 11 sarà ricevuto da Papa Francesco in Vaticano.
Mercoledì mattina la visita in Italia si concluderà con una conferenza stampa. Atteso anche un incontro con l’ad dell’Eni, Claudio De Scalzi.
Pur non potendo prescindere dai grandi temi politici, la visita a Roma del presidente iraniano sarà soprattutto focalizzata sul rilancio della cooperazione tra i due paesi. Non solo petrolio ed energia, ma anche trasporti, infrastrutture, costruzioni.
Dopo la fine delle sanzioni contro Teheran, infatti, Roma guarda con interesse al grande mercato persiano e non vuole perdere l’opportunità di ritornare il primo partner commerciale dell’Iran.
L’obiettivo è riportare l’interscambio con l’Iran ai livelli del 2010, ovvero a 7 miliardi di euro, e l’export a 2,5 miliardi entro il 2018. Una cifra che nel 2014 è scesa a 1,596 miliardi (con un saldo positivo per l’Italia di 714 milioni). Si prevede, inoltre, che il sistema bancario iraniano possa rientrare nel sistema Swift entro uno-due mesi, permettendo così il ritorno delle normali transazioni finanziarie internazionali finora impedite dalle sanzioni.
Il settore economicamente più rilevante è ovviamente quello del petrolio.
L’Eni ha in Iran una presenza importante dal 1957 ma le sanzioni hanno di fatto bloccato ogni sviluppo.
Ora si attende una revisione del sistema contrattuale e una soluzione, che appare ormai vicina, sugli 800 milioni di arretrati dovuti dalla compagnia statale Nioc. In ogni caso, in autunno è già stata firmata una bozza di memorandum di intesa per l’espansione della cooperazione bilaterale nel campo delle perforazioni petrolifere con la National Iranian Drilling Company.
Vicino sembra anche un accordo per il recupero dei crediti di Sace, esposta per circa 1 miliardo nei confronti della banca centrale iraniana.
Ma a scaldare i motori è anche tutto il settore delle costruzioni per la manutenzione e l’ampliamento di molte infrastrutture nel Paese, dalle autostrade ai porti e soprattutto quello delle ferrovie.
L’Iran programma investimenti infrastrutturali per 15 miliardi di dollari, aperti anche alle iniziative italiane. In ballo la costruzione dell’ammodernamento della rete ferroviaria e della costruzione di una linea di alta velocità con aziende italiane a fare capofila del progetto.
Si parla in particolare della tratta tra Teheran e Mashad e dell’alta velocità tra Teheran e Qom. Sempre su questo fronte, dopo la missione italiana a novembre, si sarebbero aperte altre opportunità tra Fs e ferrovie iraniane con progetti in collaborazione in paesi terzi. Al centro dell’attenzione anche lo sviluppo delle strade, testimoniato dal recente incontro italo-iraniano all’Ance di Roma, presenti Anas e grandi gruppi come Astalli, Impregilo e Salini.
Come spiega Alberto Negri sul Sole24Ore, per Roma è fondamentale essere in “pole position” nella corsa al tesoro iraniano.
“Secondo l’Economist, nei prossimi dieci anni il Pil iraniano potrebbe superare quello di sauditi e turchi. Le potenzialità sono enormi: è il secondo Paese al mondo per le riserve di gas, il quarto per quelle di petrolio, possiede un apparato industriale che produce la maggior parte delle auto del Medio Oriente, è il più importante produttore d’acciaio e venta un settore tecnologico tra i più avanzati della regione che si aspetta ovviamente di fare un salto ulteriore con la fine delle sanzioni”.
Con Mattarella e con Renzi il leader iraniano affronterà anche i principali dossier del Medio Oriente, dalla guerra in Siria alla situazione incandescente nel Golfo Persico, fino al pericolo del terrorismo islamista.
Ai temi della politica estera è dedicato l’incontro, previsto per martedì alla Farnesina, tra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il suo omologo iraniano Javad Zarif.
(da “Huffingtonpost”)
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