I GRECI NON STANNO CON TSIPRAS: I PRIMI DUE SONDAGGI SUL REFERENDUM GLI DANNO TORTO
LA MAGGIORANZA DEI GRECI FAVOREVOLE A UN ACCORDO CON I CREDITORI
“Sono certo che il popolo greco si solleverà davanti a queste circostanze storiche e dirà un sonoro ‘no’ all’ultimatum”, ha affermato il premier Alexis Tsipras prima del voto in Parlamento.
Ma non è detto che la mossa di sottoporre l’accordo con i creditori al popolo greco non gli riservi brutti scherzi.
La decisione del premier di Atene di indire il referendum il prossimo 5 luglio per chiedere ai greci se fare o meno l’accordo con le istituzioni internazionali può infatti riservare delle sorprese, lo dicono i sondaggi.
Come riporta la Reuters, la rilevazione fatta dall’istituto Alco e pubblicato su Proto Thema, dice che il 57 per cento delle mille persone intervistate è favorevole a un accordo, mentre il 29 per cento vorrebbe la rottura dei negoziati.
Un 57 per cento quindi direbbe sì alle condizioni poste dai creditori, anche se a base di rigore e austerità .
Una tendenza confermata anche da un secondo sondaggio, fatto dalla Kapa Research: secondo questo istituto il 47,2 per cento degli intervistati si dice favorevole a un accordo, contro il 33 per cento che si dice contrario.
Un referendum che si farà : il Parlamento ha approvato nella notte la convocazione di una consultazione popolare indetta dal governo Tsipras per il 5 luglio, cioè domenica prossima, quando i cittadini greci saranno quindi chiamati a scegliere se accettare o rifiutare le condizioni poste dai creditori internazionali per l’accordo sul debito.
In aula, dove siedono 300 deputati, il sì al referendum ha avuto l’appoggio non solo dei due partiti di governo, cioè Syriza di sinistra e Greci indipendenti di destra, ma anche del partito neonazista Alba dorata.
Dopo un dibattito di oltre 14 ore, la votazione si è conclusa con 178 sì, 129 no e nessun astenuto.
La discussione in Parlamento si svolgeva proprio mentre l’Eurogruppo riunito a Bruxelles decideva di non concedere alla Grecia la proroga del piano di salvataggio oltre il 30 giugno, che era stata chiesta da Tsipras per consentire ai cittadini di votare senza pressioni.
In pratica il programma di salvataggio della Grecia e di conseguenza gli aiuti, senza l’accordo, si interromperanno il 30 giugno.
L’intesa con i creditori era necessaria per sbloccare l’ultima tranche di aiuti di salvataggio da 7,2 miliardi, che avrebbe consentito ad Atene di ripagare al Fondo monetario internazionale un prestito di 1,6 miliardi di euro che deve restituire entro il 30 giugno ed evitare il default.
L’annuncio shock del referendum era giunta da Tsipras venerdì sera, dopo che l’ultimo round di colloqui con i creditori non aveva dato i risultati sperati.
L’accordo proposto dalle istituzioni, secondo Tsipras, è un’offerta “barbara e umiliante”.
L’esecutivo non accetta la condizioni, ma ha deciso che a scegliere saranno i cittadini: Tsipras ha chiesto ai greci di pronunciarsi per il no, ma al tempo stesso ha promesso che lascia la porta aperta a un accordo.
(da “Huffingtonpost“)
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