I MELONIANI ATTACCANO SAVIANO CON GLI ARGOMENTI DELLA CAMORRA
ODE ALLA PAZIENZA DI ROBERTO
Da quando Gomorra ha acceso i riflettori di tutto il mondo sul clan dei Casalesi, e sulle pratiche camorristiche della nuova generazione di boss più in generale, la controffensiva mediatica della camorra si è sempre basata su una strategia molto semplice, quasi primordiale.
In sintesi, sputtanare Roberto Saviano al modo mafioso, con insinuazioni, mezze parole e falsità spacciate per dati di fatto.
I messaggi da veicolare sono sempre stati due. Primo: lo scrittore è diventato milionario mitizzando le gesta dei boss e delle loro faide, infangando così il buon nome della Campania (ma anche della Sicilia, della Calabria e in ultima analisi dell’Italia intera). Secondo: lo scrittore proprio in virtù di questa supposta opera di disinformazione è diventato scientemente e con un certo autocompiacimento una sorta di oracolo della sinistra.
Quanto siano falsi entrambi gli assiomi risulta evidente anche a un bambino e qui non staremo a elencare gli effetti positivi – e anzi necessari – di Gomorra sulla gente e sulle istituzioni, in chiave di lotta alla criminalità organizzata. Né staremo a ricordare la condanna che già sta scontando Saviano a una vita infame e senza libertà per il coraggio di aver denunciato il sistema dei clan. Qui invece la cosa bislacca è il fatto che quei due messaggi oggi non siano stati pronunciati da uno dei nemici di saviano, quelli armati per capirci, ma da un deputato della Repubblica italiana, un parlamentare di Fratelli d’Italia, insomma un rappresentante delle istituzioni che la propaganda mafiosa e paramafiosa dovrebbe smontarla invece che fomentarla. La nota vergata da Federico Mollicone, commissario meloniano di vigilanza Rai, in segno di protesta alla partecipazione di Saviano al festival di Sanremo per ricordare i 30 anni delle strage di Capaci, si commenta da sé. La copiamo e incolliamo qui senza aggiungere ne togliere una virgola:
“La presenza di Saviano a Sanremo per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci è un oltraggio al tema stesso. Cosa c’entra la presenza di un autore che ha creato una vera e propria mitopoiesi in prodotti seriali e letterari della criminalità organizzata producendo sfilze di antieroi come in Gomorra e Zero con il ricordo di Falcone? Ha lucrato sulla mitopoiesi della mafia. Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista. Presenteremo un quesito all’Ad e al Presidente Rai per chiedere quali iniziative intendano adottare per garantire l’esclusione di Saviano dal Festival di Sanremo e l’invito verso magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine che tutti i giorni fanno vera antimafia sul territorio, senza ingaggi milionari”.
Ora, a parte il fatto che il direttore di Raiuno Stefano Coletta ha fatto subito sapere che lo scrittore sarà a Sanremo a titolo gratuito, le parole di Mollicone lasciano esterrefatti. E fanno venire voglia di mandare una carezza virtuale a Saviano.
O meglio: comporre un’ode alla sua infinita pazienza.
Roberto, non ti curar di Mollicone ma guarda e passa.
(da Huffingtonpost)
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