IDV A CANOSSA: FINO A IERI PER ANTONIO DI PIETRO BERSANI ERA UNO ZOMBI, ADESSO E’ RESUSCITATO?
SI AVVICINANO LE ELEZIONI E’ L’IDV CAMBIA DI NUOVO LINEA… DI PIETRO CHIEDE UN INCONTRO “CHIARIFICATORE”
«Una lettera, un sorriso, e dovremmo scordarci nove mesi di attacchi?».
È a dir poco fredda l’accoglienza della cerchia bersaniana nei confronti della lettera con cui ieri Di Pietro ha chiesto «un incontro chiarificatore» con i tre leader di Pd-Sel-Psi «onde evitare che divisioni interne al centrosinistra possano riportare al governo il centrodestra».
La mossa dell’ex pm era annunciata da giorni.
Sel non ha mai smesso di chiedere la «riammissione» dell’Idv nell’alleanza, dopo la rottura consumata il 9 giugno ad un’iniziativa Fiom.
Quando Di Pietro aveva dato per l’ennesima volta degli «inciucisti» ai democratici che si disponevano all’approvazione del ddl anti-corruzione light.
La risposta di Bersani era stata dura: «Parole diffamatorie. Con lui c’è un problema e non è nelle mie mani risolverlo».
«Basta rifugiarsi nella lesa maestà , di fare l’alleanza non ce l’ha detto il medico», la replica di Di Pietro.
C’era in ballo — nelle fantasie dipietriste — l’alleanza con le 5 Stelle, poi esclusa sdegnosamente da Grillo.
Dopo l’estate i toni sono cambiati.
Tant’è che l’ex pm ha preso sportivamente la scelta «personale» del suo capogruppo alla camera Donadi, frontista della prima ora, di votare alle primarie per Bersani.
Ieri la richiesta ufficiale di rientrare nell’alleanza e di «partecipare alle primarie, pur senza esprimere propri candidati, con proprie mozioni di sostegno alla carta d’intenti». Dove, su richiesta di Sel, non c’è alcun riferimento a Monti.
Di Pietro giura di poter raccogliere le 20mila firme che servono per una candidatura ma non può non vedere lo sbarramento eretto ad personam nel regolamento.
Art. 3: «Non possono candidarsi alle primarie coloro che svolgono attività politica di organizzazione e sostegno ad altri partiti».
E art. 4: «Il collegio dei garanti», di cui da ieri Luigi Berlinguer è presidente, valuterà «l’esclusione delle candidature manifestamente non accoglibili in quanto di noti dirigenti e/o ispiratori ovvero di iscritti appartenenti a movimenti politici o partiti non facenti parte della coalizione Italia bene comune».
Ma la richiesta di Di Pietro è tutta politica, e tutt’altro che improvvisata.
Proprio ieri al Secolo XIX Vendola ha giudicato «inspiegabile rinnegare l’alleanza che governa in tanti comuni e regioni», quella con l’Idv.
Con un occhio al futuro: l’Idv laziale, benchè tramortito dal caso Maruccio (il consigliere dipietrista che si sarebbe intascato una valanga di soldi del partito) è determinante per la regione.
«Mi auguro che l’incontro chiarificatore si faccia presto», commenta Gennaro Migliore, di Sel, «e che sia l’inizio di un percorso che riporti l’Idv nella sua naturale collocazione di centrosinistra».
Ma al Nazareno regna lo scetticismo, se non l’aperta contrarietà .
Dopo mesi di insulti — è il ragionamento — una lettera non basta a risolvere «il problema politico»: ovvero la rincorsa ai toni populistici di Grillo e l’essersi tenuto «le mani libere» mentre il «responsabile» Pd si faceva carico degli indigesti bocconi cucinati dal governo Monti.
Paradossalmente, su questi temi si sono misurate meno distanze fra il Pd e i radicali, gli altri «esclusi» dall’alleanza.
Anche loro ieri hanno battuto un colpo. «In tutto il dibattito sulle primarie, non uno parla dei radicali. Non sono nemmeno invitati», ha detto Pannella a Radio Radicale.
Gli ha fatto eco EmmaBonino: «Noi siamo una delegazione autonoma, il nostro impegno lo abbiamomantenuto,ma all’improvviso non esistiamo più. Ci può dire di che crimini siamo accusati?».
Ma questa sarà un’altra storia.
Quanto a Di Pietro, il vero scoglio insormontabile sarebbe il suo atteggiamento nei confronti del Colle.
Mai digerito in casa Pd.
E comunque per prendere in considerazione la pratica servirebbe, se non un’abiura, qualche gesto concreto di buona volontà .
Per esempio votare la fiducia al ddl corruzione, proprio l’oggetto della discordia della rottura di giugno.
Daniela Preziosi
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