IL 79% DEGLI ITALIANI DICE SI’ AL VACCINO, IL 6,5% LO VUOLE SCEGLIERE
LO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI PAVIA
“Il 6,5 per cento degli italiani è disposto a fare il vaccino solo se potrà scegliere quale farsi somministrare”. A spiegare ad HuffPost quella che sembra la logica della “marca preferita”, mentre il Paese si prepara al V-Day, è Stefano Denicolai, componente della task force italiana per l’utilizzo dei dati contro l’emergenza Covid-19 istituita dal Ministero dell’Innovazione in accordo con il Ministero della Salute.
Il dato viene fuori da un’indagine dell’Università di Pavia — ateneo dove Denicolai è docente di Innovation management — sulla propensione degli italiani a fare il vaccino. Aspetti bizzarri a parte, dallo studio emerge una buona notizia: circa 8 italiani su 10 intendono farsi vaccinare contro il Covid-19 (79,1%), tuttavia una parte rilevante di questi preferisce attendere un po’ di tempo prima di farlo (18,1%).
Quanto a coloro che non si fidano di questo specifico vaccino, essi rappresentano oltre il doppio (6,5%) dei No-vax in genere, che secondo la rilevazione sono il 2,8%.
Sulla disponibilità a farsi somministrare la preparazione pesa anche la cultura: i laureati hanno una maggiore predisposizione (83,2%), contro i non-laureati (76,3%). Colpisce, andando avanti nell’osservazione dei grafici del sondaggio, il ruolo dei media e dell’informazione sulla scelta delle persone: “Se la presentazione del piano vaccini il 7 dicembre ha sortito un effetto positivo e apprezzabile, l’avvio di una discussione pubblica sul possibile obbligo a vaccinarsi, il 15 dicembre, ha invece scosso gli italiani in senso negativo”.
Nel complesso, però, dal 30 novembre al 20 dicembre si nota il trend secondo cui il numero di contrari a vaccinarsi starebbe calando nel tempo. Infine balza all’occhio che “chi ha scaricato l’app Immuni vuole vaccinarsi in maniera superiore (89,5%) rispetto a chi non l’ha sul proprio smartphone”.
Secondo l’indagine dell’università di Pavia — fatta su un campione pesato per area geografica ed età di 3.945 questionari compilati da altrettanti italiani, con dati raccolti fra il 30 novembre e il 18 dicembre, con elaborazioni di Digita4good Lab e supporto di Google — la diffusione attesa in base alle intenzioni degli italiani al 20 dicembre potrebbe essere un po’ più bassa al Sud (77,1%), contro il 79,2% al Nord e l’80% al Centro. Questa evidenza, come spiega Denicolai, “è accentuata dal fatto che al Sud si registra pure la quota più elevata di indecisi, l’8,6%”. Al Sud, tirando le somme, prevale una certa diffidenza verso i vaccini in generale, mentre “al nord il tema è più sentito, perchè ci sono state più difficoltà e più morti in questa pandemia”.
Fra le ragioni del “sì”, nel Settentrione prevale la speranza di poter raggiunge l’immunità di gregge; al Centro prevale il timore verso la malattia, mentre al Sud è significativa la quota di chi preferisce attendere un po’ di tempo di prima di vaccinarsi. Complessivamente, dicono i rilevi, la diffusione della predisposizione verso il vaccino Covid19 può dirsi abbastanza omogenea in tutto lo Stivale.
Come prevedibile, il 91,1% di ultrasessantacinquenni presenta una più elevata intenzione di vaccinarsi appena sarà possibile. La ragione prevalente è, chiaramente, il timore di ammalarsi. Ad ogni modo, la distribuzione dei risultati per fasce d’età presenta qualche sorpresa: i più giovani (meno di 25 anni) che si dichiarano non disponibili a vaccinarsi sono solo il 12.7%, ovverosia una quota più bassa rispetto a quanto avviene fra 26 e 65 anni (Fra 15.1% e 15.9%).
I giovani italiani, quindi, dimostrano un senso di responsabilità verso la collettività , ma tra loro c’è pure la più elevata quota di indecisi.
Come sottolineato da Denicolai, “chi ha un certo livello di istruzione è molto più favorevole”. Esso è senza dubbio un fattore rilevante nel prevedere la propensione positiva verso il vaccino del Covid. Difatti, non stupisce che l’intenzione a farselo salga all’83.2% nel caso dei laureati, mentre è ferma al 76.3% fra chi non ha questo titolo di studio.
Fra i laureati, poi, è più elevata anche la predisposizione a vaccinarsi subito, appena possibile. Per quanto riguarda i no-vax, sono significativamente più diffusi fra i non laureati, così come la quota degli indecisi è più elevata fra i non-laureati.
In molti sanno che tendenzialmente i No-vax mostrano uno scetticismo pregiudiziale nei confronti di innovazione e scienza in generale e, sulla scorta di questo, lo studio dell’Università di Pavia conferma che l’intenzione di vaccinarsi subito contro il Covid-19 sembra sia alimentata da una naturale predisposizione verso tutto ciò che è nuovo, quindi legato all’innovazione, alla tecnologia e alla scienza.
L’indagine ha inoltre provato a mettere in relazione la predisposizione al vaccino con quella verso Immuni, e i risultati sono molto interessanti: fra chi ha scaricato l’app, l’intenzione di vaccinarsi contro il Covid-19 sale addirittura all’89,5%, contro il 71,3% fra chi è contrario a Immuni. “In generale- dice Denicolai — chi scarica Immuni è una persona che usa il distanziamento sociale e la mascherina in modo più attento e puntale e che ha un alto senso civico”.
Denicolai, commentando l’indagine dell’Università di Pavia, fa notare, infine, che il timore degli italiani verso le conseguenze della Covid-19, oggi va più verso l’impatto economico della pandemia, piuttosto che sui rischi sociosanitari. “Questo dato è cambiato nel tempo, all’inizio la paura era più sanitaria, adesso è più legata al portafoglio”.
Rispetto agli scettici del vaccino, che sono il 20%, “c’è in essi un livello di guardia verso il rischio di contagio un bel po’ più basso rispetto a chi è orientato al vaccino”, cioè abbiamo una correlazione tra chi ha qualche timore in più rispetto al contagio, che quindi vuole vaccinarsi, e chi invece è più rilassato e non intende vaccinarsi.
“La scoperta dell’acqua calda?”, si domanda lui. “Voglio dire che chi è più rilassato usa meno mascherine, meno distanziamento sociale e cercherà di non vaccinarsi, quindi sarà il responsabile del perdurare della circolazione del virus”.
(da agenzie)
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