MOBILITA’ TORNATA AI LIVELLI DI OTTOBRE, I RISCHI DELLA “VOGLIA DI NATALE”
DATI SULLA CIRCOLAZIONE COME PRIMA DEL DCPM
Per valutare le conseguenze della “voglia di Natale” degli italiani bisognerà aspettare, come sempre quando si tratta di verificare l’impatto del virus, almeno quindici giorni. Quanto hanno pesato sulla curva dei contagi le strade e le stazioni affollate, le vie intasate dalle macchine degli italiani in coda per gli spostamenti o lo shopping prenatalizio, come testimoniano centinaia di foto scattare da Nord a Sud, si saprà nei primi dieci giorni di gennaio. Quel che è certo è che, specie nelle ultime due settimane, la mobilità ha subito un incremento notevole.
“È tornata ai livelli di metà ottobre, al periodo precedente l’entrata in vigore dei Dpcm che introdussero le prime misure restrittive”, spiega Sergio Iavicoli. Componente del Comitato tecnico scientifico e direttore del dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale dell’Inail, con altri ricercatori dell’Istituto ha analizzato i dati messi a disposizione da Apple, Google e Intel e anche da Roma Mobilità – in automobile, pedonale e sui mezzi pubblici – dal periodo immediatamente precedente l’inizio della pandemia fino alla settimana passata e – in automobile e a piedi – dal 1 settembre al 19 dicembre tradotti in due grafici che HuffPost pubblica in esclusiva.
Dai quali emerge “il rischio è che tutto quello che abbiamo visto negli ultimi dieci quindici giorni possa tradursi una spinta alla circolazione del virus. Sarà importante – fa notare Iavicoli – monitorare il possibile impatto sugli indicatori epidemiologi”.
La prudenza, e il condizionale, sono d’obbligo “perchè non è stata ancora provata una correlazione diretta tra incremento della mobilità e aumento del rischio”, puntualizza l’esperto. E però, una circolazione più sostenuta si traduce in una maggiore possibilità di entrare a contatto col virus “e in passato abbiamo visto che a un aumento della mobilità ha corrisposto un incremento degli indicatori del contagio”, dice Iavicoli
Un passato non troppo lontano: è successo – dai grafici dei ricercatori dell’Inail si vede chiaramente – a settembre, poco dopo la ripartenza di gran parte delle attività in presenza e la riapertura delle scuole. Una situazione delicata, peggiorata nel giro di poco tempo, che ha fatto saltare il sistema di tracciamento dei contatti sui territori. Richiedendo l’adozione di misure di contenimento, introdotte dal Governo a partire dalla metà di ottobre – secondo alcuni esperti, tardi – e via via incrementate, che hanno portato a un graduale abbassamento dell’Rt (l’indice di trasmissione), in base all’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità attestato su 0,86 .
Ebbene, dalle analisi dei ricercatori dell’Inail, che approfondiranno la questione con gli studiosi dell’Iss, risulta che nelle ultime due settimane il livello di mobilità nel nostro Paese è tornato ai livelli dei primi giorni di ottobre.
Rispetto ad allora, però, lo scenario è cambiato. In peggio.
Natale e Capodanno sono imminenti, stanno per arrivare i mesi più rigidi dell’inverno e la stagione influenzale non è ancora entrata nel vivo, “per cui – scandisce Iavicoli – non ne conosciamo l’impatto reale”.
Il 27 dicembre partirà la campagna vaccinale anti Covid col siero della Pfizer BioNtech messo a punto e approvato dagli enti regolatori a tempo di record e intanto è arrivata la “variante inglese”, che per l’esperto “va seguita con molta attenzione, cercando di capire prima di tutto quanto il virus così modificato sia circolato”. In questo contesto, aggravato dall’ipotesi della terza ondata, quale impatto può avere l’aumento della mobilità rilevato? “Il rischio che possa registrarsi un innalzamento della curva potenzialmente resta – risponde Iavicoli – ma vanno considerate anche le rigorose misure assunte per contenere il contagio durante queste festività ”.
Misure da rispettare “assolutamente” – ripete il dirigente Inail, tenendo presente che l’ultimo report dell’Iss presentato venerdì scorso ha confermato che il tasso di circolazione del virus è alto in tutta Italia e registrato un principio di peggioramento della situazione rispetto alle settimane precedenti.
Nelle feste il rischio non deriverà dalla mobilità , che dovrebbe ridursi anche per effetto dei provvedimenti assunti dal Governo nell’ultimo decreto, ma dall’aggregazione in contesti domestici.
La regola principale, allora, “è stare in casa con i conviventi e limitare al massimo il contatto con altre persone estranee al nucleo familiare più stretto. Più ampliamo il numero dei conviventi più aumenta il rischio di contagio”, avverte Iavicoli.
Non dimenticando che un incremento della circolazione del virus andrà ad impattare, direttamente e negativamente, sulla campagna vaccinale. Allontanando la possibilità di ripristinare – per farlo bisogna riportare il numero dei nuovi positivi a 5-6000 al giorno – il tracciamento dei contatti sui territori, indispensabile per il contenimento del virus.
In definitiva, per annullare gli effetti che potrebbero rivelarsi molto negativi degli affollamenti prenatalizi nelle strade, bisogna attenersi alla lettera alle misure fissate dal Governo per le festività . Con la consapevolezza che “non rispettare queste regole pregiudicherà il resto della strada per uscire dall’emergenza, allungando i tempi e il percorso per battere il virus”.
(da agenzie)
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