IL COMMISSARIO TEDESCO: “SIETE INGOVERNABILI”
OTTINGER: “GLI ITALIANI? SONO COME BULGARI E ROMENI”
Si respirava da qualche settimana quasi un’aria di tregua, nella guerriglia verbale contro l’Italia instabile e poco virtuosa, fino a quando non si è fatto sentire il commissario europeo all’Energia, Gà¼nther à–ttinger.
Qualcuno potrebbe dire che ci si poteva aspettare qualcosa di simile da un uomo che ha proposto il mese scorso di tenere a mezz’asta, a Bruxelles, le bandiere dei Paesi dell’Ue indebitati.
L’ex governatore cristiano-democratico del Baden Wà¼rttemberg non è nuovo a esternazioni come quella con cui ha lamentato la «difficile governabilità » di alcuni scomodi iscritti al club europeo.
Ha chiamato in causa l’Italia, appunto, la Bulgaria e la Romania. Si è detto «preoccupato».
Alle reazioni negative si è aggiunta anche quella del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz,che ha invitato à–ttinger ad evitare inutili lezioni.
Naturalmente, come accade in questi casi, le frasi riportate dalla Bild sarebbero state «fuori contesto».
Un portavoce ha precisato il senso del ragionamento: «Se non c’è nessuna stabile maggioranza è più difficile affrontare le questioni del deficit e del debito».
Sarà , ma non va dimenticato che appena il mese scorso, mentre il presidente Josè Manuel Barroso sottolineava i limiti delle politiche di austerità , il commissario tedesco ribadiva che per l’Europa non c’era altra scelta che risparmiare.
E ieri è tornato alla carica.
Le frasi sull’Italia non sono piaciute anche perchè la pazienza è stata messa a dura prova da innumerevoli punzecchiature.
«Non sentirete mai espressioni del genere sull’Italia dal governo tedesco», ha commentato il portavoce della cancelliera, Steffen Seibert.
Prendiamola come una promessa, anche se è vero che dalla visita di fine aprile del presidente del Consiglio Enrico Letta, all’indomani dell’insediamento, le inquietudini per il prolungarsi della crisi italiana si sono dissipate.
Sembrano passati secoli, dopo la fase caratterizzata dal sostegno alle riforme intraprese dal governo Monti, da quando il ministro degli Esteri Guido Westerwelle avvertiva che la Germania non voleva essere il caprio espiatorio di una campagna elettorale populista.
Questo non vuol dire che tutti i problemi siano risolti. Anzi.
L’Italia è sempre sotto osservazione.
«È decisivo proseguire con il corso di risanamento», ha avvertito il ministro delle Finanze Wolfgang Schà¤uble
Il confronto italo-tedesco sta tornando a misurarsi sui contenuti.
Ma gli irriducibili sono sempre vigili, come ha dimostrato il caso à–ttinger.
Un grosso contributo alla loro attività è venuto dai dirigenti del nuovo partito anti-euro Alternativa per la Germania.
Il suo leader, Bernd Lucke, ha ipotizzato una unione di valute di dimensioni più piccole del quale potrebbe far parte l’Italia. Grossa sfiducia è stata espressa in varie occasioni dal capogruppo liberale Rainer Brà¼derle. Il ministro delle Finanze bavarese, Markus Sà¶der, e il segretario generale della Csu, Alexander Dobrindt, furono redarguiti pubblicamente dalla cancelliera per le loro parole incendiarie.
Quest’ultimo avvertì Monti l’estate scorsa che i tedeschi non sarebbero stati disposti ad «annullare la democrazia per finanziare il debito italiano».
Nella lista va inserito anche il candidato cancelliere socialdemocratico Peer Steinbrà¼ck, «inorridito» per l’elezioni di due «clown», Silvio Berlusconi e Beppe Grillo.
Il presidente Giorgio Napolitano, che annullò immediatamente il suo incontro con lo sfidante di Angela Merkel, disse poi che l’Italia «rispetta la Germania ed esige rispetto».
Una frase che rimane valida.
Paolo Lepri
(da “il Corriere della Sera“)
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