IL CONSOLE “FASCIO-ROCK” HA FATTO CARRIERA: MARIO VATTANI È STATO NOMINATO AMBASCIATORE DI GRADO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI
UN COLPO DA MAESTRO PER “KATANGA”, COME SI FACEVA CHIAMARE QUANDO ERA FRONTMAN DEL GRUPPO “SOTTOFASCIASEMPLICE” … LA SOSPENSIONE NEL 2011, L’INCARICO A SINGAPORE E ORA QUELLO PER EXPO 2025 (PER CUI IL GOVERNO GLI HA AUMENTATO LO STIPENDIO)
Appena tre giorni fa a Roma magnificava Expo 2025 a Osaka – di cui è commissario italiano – come una “grande opportunità per l’Italia”. Ma di lì a 48 ore l’opportunità più ghiotta sarebbe arrivata per lui. La nomina a ambasciatore di grado. Il riconoscimento più ambito per un diplomatico; il top di carriera della Farnesina. In pratica: ambasciatore a vita.
Mario Andrea Vattani, 57 anni, noto come “Console fascio-rock”, è stato insignito della carica ieri grazie alla nomina approvata in Consiglio dei ministri. Il suo nome entra a far parte della rosa dei “magnifici” 24, tanti sono gli ambasciatori di grado italiani, e ci entra con un governo, diciamo, a cui Vattani può essere considerato assai vicino.
Un governo che, quando a febbraio 2023 lo nominò nuovo commissario italiano per l’Expo 2025 di Osaka in Giappone al posto del dimissionario Paolo Glisenti, lo fece sfornando anche un decreto legge. Che aumentò lo stipendio di Vattani: da 240 mila euro – il massimale della PA – a 360 mila (più rimborsi spese). 120mila euro in più
Un bel colpo per Katanga, il nome d’arte con cui il neo ambasciatore di grado firmava le canzoni del gruppo musicale di cui era front man, i SottoFasciaSemplice, nome inequivocabile. Ma il bello doveva ancora venire: e ieri si è materializzato.
Andiamo con ordine. E’ il 2011: l’allora console (a Osaka) Mario Vattani, figlio del potente ex segretario generale della Farnesina Umberto Vattani, già consigliere diplomatico di Andreotti, diventa famoso perché partecipa a una kermesse di CasaPound a Roma dove si esibisce sul palco tra saluti romani, simboli del ventennio e l’euforia dei camerati capitolini mentre canta alcune canzoni tra cui “Bandiera nera”.
Da quel concerto, finito su YouTube, lì il soprannome di “console fascio-rock”. Scoppia lo scandalo. Vattani, già consigliere diplomatico di Gianni Alemanno, viene richiamato in Italia dal ministro degli Esteri Giulio Terzi. La sua doppia vita gli costa una punizione, scie di carte bollate e un lungo stop. Sospeso per quattro mesi, accusato di antisemitismo e richiami al fascismo.
Si mette a produrre olio nella sua tenuta in Toscana, sta con la moglie giapponese; si candida senza successo con la Destra di Francesco Storace, scrive romanzi ambientati in Estremo Oriente e una guida sul “suo” Giappone. Il purgatorio […] finisce nel 2021. Il governo Draghi riabilita il console (fu Di Maio a caldeggiare) nero promuovendolo ambasciatore a Singapore, tra le polemiche di centrosinistra e Anpi. Ripulito, Katanga torna a indossare la grisaglia da diplomatico. A febbraio 2023 ecco l’incarico di commissario Expo a Osaka. Ieri, un’altra ciliegina. La più dolce. Nel pacchetto di nomine al grado di ambasciatore – una decina di nomi – c’è anche lui.
“Confermato nella posizione fuori ruolo”, è scritto nel provvedimento del Cdm. Significa che Vattani non ha una sede (attualmente). Ma diventa comunque ambasciatore. Curiosità: per il governo Meloni Katanga è stato ritenuto più meritevole di altri diplomatici in ruoli chiave: come il nostro rappresentante presso l’Ue, quello a Mosca e quello alla Nato.
Congiunture favorevoli? Così pare. Sta di fatto che da ieri l’Italia ha un ambasciatore dalle dichiarate simpatie neofasciste. Uno che da ragazzo – era la notte tra il 9 giugno 1989 – all’uscita del cinema Capranica di Roma era con un gruppo di naziskin che massacrò di botte e sprangate due giovani. Finito ai domiciliari, Vattani fu poi prosciolto dalle accuse. Ma fu anche l’unico che risarcì le due vittime con 180 milioni di lire, ottenendo in cambio il ritiro del processo di rito civile.
(da La Repubblica)
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