IL DOSSIER DI 35 GRILLINI DISSIDENTI ALLA CAMERA: “LA NORMA SULLA LEGITTIMA DIFESA DELLA LEGA E’ INCOSTITUZIONALE”
I GRILLINI O SONO ASSENTI IN AULA PER PROTESTA O TACCIONO, INCAPACI DI DARE UN SEGNO DI VITA, PRONI AL SEQUESTRATORE DI PERSONE DI CUI AVREBBERO POTUTO LIBERARSI MANDANDOLO IN GALERA
Il Governo è ancora nello ‘stagno Tav’, l’ennesimo vertice mattutino ha rimandato ancora una volta la questione, ma incredibilmente Matteo Salvini continua ad incassare.
Eccolo alla Camera nel primo pomeriggio. Ci resta per un’oretta, in aula per assistere all’avvio dell’esame del provvedimento caro alla Lega e a tutto il centrodestra: la riforma della legittima difesa.
“Domani lo approviamo”, dice il vicepremier leghista prima di lasciare Montecitorio.
In aula per lui presidia il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Il testo è un altro fiore all’occhiello per la Lega. Per Forza Italia è un altro mattone della ricostruzione del centrodestra. Per il M5S è fonte di imbarazzo: in aula mancano i pentastellati dissidenti, 32 assenti, al netto delle missioni. E dei presenti nessuno interviene.
Nel Movimento gira un dossier critico del provvedimento
L’aula è strapiena, a parte le assenze ai banchi del Movimento. Il dibattito scorre in un brusio continuo. I toni sono concitati.
Ed è curioso che gran parte dello scontro avvenga tra Forza Italia e Pd: quasi che il combinato disposto tra la crisi del M5S e l’elezione di Nicola Zingaretti alla segreteria dei Dem abbia resuscitato anche in Parlamento una dinamica tra i due vecchi poli politici, entrambi all’opposizione tra l’altro.
Mentre i partiti di Governo sono divisi anche nell’umore.
Da un lato i leghisti, che non possono sbandierare troppo la loro ennesima vittoria, Salvini resta alla Camera per nemmeno un’ora. Dall’altro i cinquestelle, che masticano amaro.
Tra gli assenti, i deputati più a sinistra nel Movimento: Valentina Corneli, Yana Ehm, Riccardo Ricciardi, Doriana Sarli e Gilda Sportiello, che hanno già manifestato perplessità rispetto al provvedimento.
E poi c’è il dossier interno, dieci pagine preparate dalla pentastellata Rina De Lorenzo.
Il testo, pubblicato dall’Adnkronos, parla di provvedimento a rischio di legittimità costituzionale. In quanto l’abolizione della proporzione tra offesa e difesa fa sì che la difesa sia “sempre” legittima anche in caso di “reazione difensiva sproporzionata”.
E “tale presunzione assoluta – prosegue il testo – è chiaramente costituzionalmente illegittima in quanto finirebbe con l’essere postulata come esistente sempre e quindi anche nei casi, pur se marginali, in cui una proporzione non esiste, derivandone una violazione del principio di uguaglianza considerato che verrebbero ad essere trattati in maniera eguale fatti difensivi diversi”.
Nel dossier, anche le critiche del segretario dell’Anm Francesco Minisci che a gennaio, in audizione presso la Commissione Giustizia, sottolineò che abolendo il principio di proporzionalità tra l’offesa e difesa “non vi sarebbero più regole, non vi sarebbero più confini, non vi sarebbero più parametri e si legittimerebbe ogni forma di reato, anche l’omicidio”.
Ma questo dossier non dovrebbe modificare la tabella di marcia, almeno secondo i leghisti che confidano nell’accordo di governo sul testo sulla legittima difesa: accordo che va da Salvini al premier Giuseppe Conte fino a Luigi Di Maio e lo stesso Guardasigilli pentastellato Alfonso Bonafede, anche lui iper-silente oggi.
Dallo staff di Salvini insistono che domani ci sarà il primo ok della Camera, pur sapendo che molto probabilmente sarà un via libera dal sapore di centrodestra più che gialloverde.
E infatti in aula i deputati di Forza Italia intervengono a raffica per difendere il provvedimento, prendendosela col Pd
La tesi dei Dem è che le norme attuali garantiscono già la legittima difesa, peraltro “di tutti i processi, solo 4 o 5 arrivano al rinvio a giudizio, lo dicono i dati”, dice in aula Alfredo Bazoli. “Questo è un testo di destra!”, attacca Emanuele Fiano.
“Questa è una battaglia che ha un colore di centrodestra!”, esulta Mariastella Gelmini.
Forza Italia e Fratelli d’Italia si predispongono al soccorso azzurro, pronti a passare all’incasso da Salvini. Mentre la questione Tav divide ancora M5s e Lega, anche la legittima difesa si va a inserire nella crisi tra i due partiti di maggioranza. A fronte di un Pd ringalluzzito dalla nuova leadership.
Sono scintille di crisi di governo?
(da “Huffingtonpost”)
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